Solo 5 mln contribuenti pagano welfare di tutti, tutelare chi è onesto
L'appello del presidente della Cida, Stefano Cuzzilla
“Prima di mettere le mani sugli assegni pensionistici o ragionare su ipotesi di riforma del settore, sarebbe bene separare i conti della previdenza da quelli dell’assistenza. Noi abbiamo quasi la metà delle pensioni non coperte da contributi: parliamo di 7 milioni di persone assistite su 16 milioni di pensionati. La spesa per assistenza cresce al ritmo del 6% all’anno, quella per le pensioni frutto di contribuzione è in sostanziale equilibrio. Quindi non è vero che i conti pensionistici sono in rosso, è vero piuttosto che con le pensioni frutto di una vita di lavoro si sta finanziando un’altra spesa che altrimenti non si saprebbe come sostenere”. È quanto dice Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, al rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano curato dal centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali.
“Non è in discussione aiutare chi ha meno, che è il fine di ogni welfare state, ma occorre tutelare chi è onesto e scovare chi evade. Vanno incrociate le banche dati degli enti pubblici e -aggiunge Cuzzilla- verificare come mai ci risultano soltanto 5 milioni di contribuenti (pensionati compresi) che dichiarano più di 35mila euro lordi l’anno e che restano praticamente soli a pagare il welfare di tutti”.
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