Pensioni: il governo apre il cantiere
Il governo apre il cantiere sulla riforma delle pensioni con sindacati e imprese e come promesso, ancora ieri, il ministro del Lavoro, Marina Calderone, disegna un calendario stringente sui prossimi tavoli tecnici e non, con cui creare, per ora, "un'agenda di riflessioni sul sistema pensionistico".
Il ritmo vuole essere incalzante: si comincerà l’8 febbraio prossimo con un focus su giovani e donne ma soprattutto con l’esame di uno dei provvedimenti del governo Meloni più impopolari: la revisione dei criteri di accesso al prepensionamento con Opzione Donna. Un provvedimento su cui il Ministro rassicura: “alcuni interventi non hanno portato consenso, come Opzione donna, ma vi è il massimo impegno per trovare misure con cui rivedere alcuni passaggi della norma”. Anzi, aggiungerà in seguito, “già stasera in Cdm segnalo la questione opzione donna” anche se “il tema donna e giovani non è soltanto in opzione donna, ma permea tutto il sistema, per cui da questo tavolo devono uscire soluzioni”.
Gli altri incontri comunque proseguiranno a cadenza settimanale. La riforma delle pensioni e il superamento della legge Fornero che fissa a 67 anni il tetto per poter lasciare il lavoro, d’altra parte ,ripete ancora Calderone, è “un impegno preso insieme, è una priorità. Basta interventi tampone. Il tavolo è stato convocato con un obiettivo alto, per dare risposte a chi sta uscendo ora ma anche guardando al futuro previdenziale dei giovani”. E lo spettro dei nuovi round in programma è ampio: flessibilità in uscita, separazione tra spesa previdenziale e quella assistenziale; previdenza complementare; rapporto attivi/pensionati, rivalutazione delle pensioni; politiche attive e produttività, i capitoli sui tavoli.
L’ascolto ai contributi di sindacati e imprese è dunque aperto. L’obettivo per Calderone è quello di “arrivare velocemente alla definizione della riforma“. Ma è su quel ‘velocemente’ oltre che sul metodo degli incontri, che partono subito i distinguo di Cgil e Uil che escono delusi dal tavolo di oggi. “Le nostre proposte sono chiare da tempo; oggi le abbiamo ribadite e per quello che ci riguarda è importante avere una risposta entro il 12 aprile. Vorremmo capire infatti se il governo intende decidere prima del Def le risorse per le misure strutturali necessarie ad una riforma delle pensioni o se invece, come nel caso del tavolo sulla sicurezza, si vuole parlare tanto e concludere poco”, annota il leader Uil Pierpaolo Bombardieri al termine dell’incontro durato circa 3 ore sollecitando quelle risposte attese da anni “per poter entrare nel merito delle questioni e ragionare di fatti concreti”. A partire da un pensionamento con 41 anni di contributi senza paletti di età o un uscita volonaria dal mercato del lavoro a 62 anni senza penalizzazioni.
Risposte che per la Cgil oggi non sono arrivate, soprattutto quelle fondamentali su quante risorse il governo sia disposto a mettere per superare la legge Fornero. “L’incontro non è andato bene nel senso che non abbiamo avuto nessuna risposta se non una disponibilità generica all’ avvio dei tavoli di confronto per un primo incontro l’8 febbraio su giovani e donne ma non abbiamo avuto nessuna risposta né sui tempi con cui fare questo confronto ne’ sulla risorse”, spiega il leader Maurizio Landini lasciando la sede di via Flavia. E aggiunge: “vogliamo capire se c’è la volontà in questo tavolo di fare una riforma seria,basata sulla nostra piattaforma, e quali risorse il governo intenda mettere sul tavolo perché nessuna riforma è a costo zero e il non indicarle vuol dire che in realtà non si vuole cambiare nulla”, aggiunge sollecitando il governo a “passare dalle parole ai fatti”. E “senza risposte ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità”, ammonisce.
La risposta del ministero del Lavoro, arriva a stretto giro di posta. E’ il sottosegretario Claudio Durigon a formularla in un botta e risposta con Landini al termine del tavolo. “La volontà politica c’è e credo che prima di capire quante risorse impiegare dovremmo capire quali interventi mettere a sistema. Siamo qui per capirlo insieme e per condividere un metodo”, riferiscono fonti presenti. Soddisfatta invece la Cisl di Luigi Sbarra. “Un incontro importante con il quale finalmente e’ partito il confronto con il ministro Calderone di cui abbiamo apprezzato la disponibilità’ di attivare un dialogo per cambiare l’attuale legge Fornero. Certo e’ solo un primo incontro ma auspico che ci sia la piena disponibilità del governo ad utilizzare il 2023 per costruire un grande accordo con cui ripristinare equità, flessibilità e stabilità nelle regole sulle pensioni”, commenta al termine condividendo la possibilità che il governo cominci a delineare “una prima indicazione sulla riforma già con il Def” di marzo-aprile.
“Ma il governo si può riservare di adottare in ogni momento o un decreto-legge oppure di far confluire un accordo generale complessivo in un Ddl collegato nella prossima legge di stabilità”, spiega ancor Sbarra. L’obiettivo, d’altra parte, conclude, “è quello di fare una grande intesa per cambiare il sistema pensionistico italiano evitando che il governo si distragga su questo tema”, risponde a chi gli chiedeva se sull’onda delle proteste dei lavoratori francesi, oggi in piazza contro la riforma Macron, anche la Cisl pensava ad un mobilitazione se le cose non dovessero andare bene.
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