L’Agcom, approva il regolamento sull’equo compenso per i giornalisti
L'Autorità per le Comunicazioni ha approvato il regolamento per l'equo compenso in favore degli editori e dei giornalisti per le pubblicazioni giornalistiche in rete.
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Il regolamento permetterà agli editori e ai giornalisti di chiedere alle piattaforme come Google e Facebook un compenso per i contenuti informativi che distribuiscono in Internet. Alla base di calcolo per l’equo compenso si applica un’aliquota fino al 70% determinata sulla base dei seguenti criteri, considerati cumulativamente e con rilevanza decrescente: – numero di consultazioni online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore sui servizi del prestatore, espresse in termini di visualizzazioni e interazioni degli utenti; – rilevanza dell’editore sul mercato, espressa in termini di audience online e rilevata su base periodica da organismi dotati della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento – numero di giornalisti, inquadrati ai sensi di contratti collettivi nazionali di categoria, impiegati dall’editore per la realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online; – costi comprovati sostenuti dall’editore per investimenti tecnologici e infrastrutturali destinati alla realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online; – costi comprovati sostenuti dal prestatore per investimenti tecnologici e infrastrutturali dedicati esclusivamente alla riproduzione e comunicazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online; – adesione e conformità, dell’editore e del prestatore, ciascuno per la propria parte, a codici di condotta, ivi inclusi i codici deontologici adottati dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti italiani, codici etici e standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking maggiormente riconosciuti; – anni di attività dell’editore anche in relazione alla storicità della testata in ambito nazionale e locale. L’Autorità valuterà l’adesione e conformità degli editori e dei prestatori a codici di autoregolamentazione e a standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking. Entro sessanta giorni lavorativi dalla ricezione dell’istanza, l’organo collegiale con proprio provvedimento delibera quale delle proposte economiche formulate è conforme ai criteri fissati dal regolamento. L’organo collegiale, qualora non reputi conforme entrambe le proposte formulate, con proprio provvedimento delibera l’ammontare dell’equo compenso.
L’obbligo imposto dall’Agcom in merito al riconoscimento dell’equo compenso per la pubblicazione di contenuti giornalistici sulle piattaforme, così come previsto dalla legge sul diritto d’autore, “rappresenta un punto di svolta importante da un lato per la tutela dei lavoratori coinvolti in questo settore, precari e senza regole, dall’altro per il diritto pubblico ad un’informazione corretta e libera.
Il regolamento approvato, che rimanda alla sottoscrizione di accordi attuativi, ci vede in prima linea come Slc Cgil nell’insistere su quell’azione che abbiamo intrapreso già negli scorsi mesi a tutela di un settore, quello dell’editoria digitale, dove ormai viaggia l’informazione osteggiata però dalla mancanza di diritti e paghe dignitose che, tante volte, rischiano di rendere più debole la stessa informazione, causando un danno importante alla collettività e alla democrazia del Paese”.
Lo afferma, in una nota, la segretaria nazionale Slc Cgil Giulia Guida. Per questo, incalza la sindacalista, “continueremo sulla strada già intrapresa e chiederemo, insieme alle altre organizzazioni sindacali, di convergere sull’apertura di tavoli ad hoc con le controparti datoriali, nell’ottica di un avanzamento delle tutele dei lavoratori e della cultura democratica della cittadinanza”, si legge, infine.
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