Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Medici in pensione a 72 anni? È il male minore

Anelli (Federazione Ordini professionisti), sevono riforme strutturali

Medici in pensione a 72 anni? È il male minore

“Medici in pensione a 72 anni? Se l’intento è quello di colmare la carenza di personale, è una misura inefficace. La soluzione vera è quella di rendere attrattivo il sistema”.

Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, interviene nel dibattito suscitato dagli emendamenti al Milleproroghe volti a innalzare, in via temporanea, l’età pensionabile dei medici del Servizio sanitario nazionale. “Se invece l’obiettivo – aggiunge – è quello di dare una boccata d’ossigeno al sistema, nell’attesa che, tra tre o quattro anni, arrivino i nuovi specialisti e medici di medicina generale che si sono formati grazie all’aumento delle borse, la misura può avere un senso. In ogni caso, meglio un medico ultrasettantenne, ma abilitato e con esperienza, di un medico extracomunitario assunto senza certezza dei suoi titoli, della conoscenza della lingua italiana e non iscritto ai nostri Ordini, o di un altro professionista messo a fare il lavoro del medico”. Una sorta di male minore, dunque, che secondo il presidente Fnomceo può essere accettato, a precise condizioni: “La temporaneità, la volontarietà, e l’impegno a migliorare, in questi tre anni, le condizioni di lavoro dei medici, in ospedale e sul territorio”.

    Quella di “aumentare, sino al 2026, l’età pensionabile per i medici del Servizio sanitario nazionale – conclude Anelli – può essere una misura tampone, per dare tempo ai nuovi specialisti di formarsi, ma non è la soluzione alla carenza di medici.

    Metterla in atto senza investire nel sistema, senza riformarlo, sarebbe una politica miope, perché non farebbe che aggravare la situazione; inefficace, perché sarebbe come curare un malato grave con un pannicello caldo; e ingiusta, perché non possiamo chiedere a chi a già dato tanto ulteriori sacrifici, senza preparare ai giovani un futuro migliore. Occorre una riforma strutturale del sistema, che investa sui medici e sui professionisti, che ne costituiscono la linfa vitale”.

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