CONTRATTO OSPEDALIERI, AL VIA LA TRATTATIVA.
Passi avanti per giovani, donne e merito ma i sindacati non sono compatti
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Parte la trattativa per il contratto dei medici ospedalieri. I sindacati sono stati convocati oggi nella sede dell’Agenzia Aran. L’iter per il rinnovo del contratto nazionale della dirigenza sanitaria 2019-2022 segue quello del comparto, relativo a cariche non apicali di infermieri ed altre professioni sanitarie, completato l’anno scorso.
È interessato un insieme di 120 mila medici e 14 mila dirigenti di altre professioni sanitarie. Tra i temi e gli istituti toccati, evidenzia l’Aran, ci sono: orario di lavoro, prestazioni aggiuntive, sistema degli incarichi, indennità di esclusività e relazioni sindacali. L’impatto economico di questa tornata è poco meno di 650 milioni di euro, circa il 50% in più rispetto ai circa 400 milioni del precedente rinnovo. In percentuale, come per tutto il pubblico impiego, gli aumenti per il quadriennio si attestano intorno al 3,8% circa. Quello della sanità, come precisa il presidente Aran Antonio Naddeo «è il primo contratto che si rinnova per le aree dirigenziali». A seguire, ci saranno i contratti di dirigenti di funzioni centrali, locali, istruzione e ricerca. Perché la sanità arrivi prima lo spiega lo stesso Naddeo: «Il contratto è strumento essenziale per migliorare non solo le retribuzioni, ma anche le condizioni di lavoro per una categoria sottoposta a fortissime pressioni durante e dopo la crisi pandemica». Il presidente Aran si augura di poter chiudere “presto, con la collaborazione dei sindacati”. Le tempistiche di convocazione incontrano il favore dell’intersindacale dei principali sindacati di categoria (Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Aaroi Emac, Fassid, Cgil-Cisl-Uil) che mirava ad iniziare con febbraio la trattativa. E seguono l’uscita dell’atto di indirizzo emanato dalle regioni che va un po’ più nel dettaglio dei temi all’indice: al tavolo si parlerà di rivalutazione della retribuzione di posizione correlata all’incarico professionale di base per renderla coerente con il sistema degli incarichi previsto nel Comparto, al fine di valorizzare l’ingresso dei giovani e rendere più competitivo il lavoro nel SSN, e si cercherà di rimodulare gli stipendi degli apicali oltre che di incentivare il servizio prestato presso le sedi più disagiate (servizi di emergenza/urgenza, sedi periferiche). Sull’orario di lavoro, si omogeneizza “la presenza in servizio sulle 24 ore per tutti i profili dirigenziali di cui al campo di applicazione del contratto”.
I sindacati hanno indicato in parallelo altri temi concreti da mettere sul tavolo, citati dallo stesso presidente Aran Naddeo: migliori condizioni di lavoro, no all’equiparazione ai dipendenti del resto della Pubblica amministrazione, eliminazione dei tetti di spesa per il personale, revisione del decreto ministeriale 70 sugli standard ospedalieri, coordinamento con il territorio. Pierino Di Silverio segretario del sindacato Anaao Assomed, il più numeroso per iscritti, chiede incentivi di carriera veri, ed il rispetto del contratto nell’assegnazione dei turni di guardia.
Più pessimista Cimo Fesmed, federazione che pone alcune domande alle regioni, tipo: hanno davvero le risorse che dovevano accantonare per i fondi aggiuntivi? E gli ospedali hanno erogato tutti i residui del contratto precedente? E sui certificati Inail la cui somma andava ripartita tra medici di Ps/ospedalieri e di famiglia che si fa? Nel complesso, tutti i sindacati appaiono allineati sulla necessità di incrementare il valore salariale delle prestazioni notturne e festive e delle prestazioni svolte fuori orario contrattuale. Le sigle riunite nell’Intersindacale chiedono peraltro che, in parallelo con la trattativa contrattuale, anche il governo esamini la possibilità di legiferare per agevolare forme di detassazione dello stipendio (nell’ospedalità privata la pressione fiscale è intorno al 15%, nel pubblico sale ad un 42%) e di depenalizzazione dell’atto medico intervenendo sull’impianto della legge 24 del 2017. Per lo stesso periodo, deve essere ancora contrattata la convenzione con 50 mila medici di medicina generale.
All’uscita dell’atto di indirizzo per i medici ospedalieri, i medici di famiglia Fimmg hanno intrapreso un percorso che potrebbe portare alla dichiarazione di sciopero alla fine di questo mese se non parte la loro trattativa, in quanto le modifiche alle normative sulla convenzione di Mmg pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali devono andare di pari passo con quelle nel contratto della dipendenza.
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