Anarchici davanti alle ambasciate.
Ostellari sotto scorta Prosegue l'occupazione della Sapienza mentre mobilitazioni sono annunciate per oggi in più parti d'Italia. Intanto parla Cospito che spiega di non voler l'alimentazione forzata anche se le sue condizioni di salute dovessero peggiorare
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“A più di 100 giorni dall’inizio dello sciopero della fame di Alfredo Cospito, estendiamo l’appello a tutti gli individui, i gruppi, le organizzazioni e i collettivi ad organizzare, nei propri territori, una mobilitazione davanti le ambasciate italiane per fare pressione sullo Stato italiano e sui carnefici di Alfredo”. È l’appello “ricevuto via email” e postato sui un sito d’area, quello di “Rivoluzione Anarchica”.
“Il compagno sta morendo perché lo Stato Italiano ha deciso così – dicono i promotori – Questo non è solo un problema di carattere umanitario, la lotta del compagno è un appello alla rivoluzione internazionale. L’indifferenza e la passività non saranno mai nostre alleate; la solidarietà si’. Facciamo sapere allo Stato italiano che se Alfredo muore saremo il suo peggior nemico. I compagni del Cile e della Colombia saranno presenti venerdì 3 febbraio davanti alle loro ambasciate. Ci auguriamo che questa iniziativa si possa diffondere ulteriormente”.
Visita, ieri, della presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, e del magistrato competente, Ornella Anedda, ad Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame detenuto al 41 bis e trasferito lunedì scorso nel carcere di Milano-Opera. Le sue condizioni di salute sono monitorate costantemente dall’ufficio giudiziario che si occupa di vigilare sulla fase esecutiva della pena dei condannati. Allo stato il 55enne in sciopero della fame da 106 giorni beve e assume sali e zuccheri mentre ha sospeso gli integratori.
“Non c’entro nulla con la mafia, voglio che venga cancellato il 41bis per tutti perché è uno strumento che toglie le libertà fondamentali, ho visto mafiosi che sono anziani e malati, persone non più pericolose”. Lo ha detto Alfredo Cospito a chi lo ha incontrato ieri nel carcere di Milano-Opera, dove è stato trasferito lo scorso lunedì. Parlando dei suoi scritti, ha sostenuto che contengono solo “tesi individualiste” anarchiche dal momento che “non esiste un’organizzazione”
Ha manifestato per iscritto la volontà di non essere sottoposto all’alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero al tal punto e fosse incosciente. Sulla questione qualora si verificasse sarà investito il Tribunale di Sorveglianza che dovrà valutare diversi profili giuridici.
Il sottosegretario leghista alla Giustizia, Andrea Ostellari, è da ieri scortato perchè, per la sua delega sulla salute dei detenuti, viene ritenuto un potenziale obiettivo degli anarchici. Lo scrive il ‘Corriere della Sera’, secondo cui Ostellari, avvocato padovano, da ieri si muove su un’auto blindata e accompagnato da agenti delle forze dell’ordine. Si tratta, tecnicamente, di una “tutela” disposta dai vertici della polizia penitenziaria in attesa che il prefetto di Roma, il prossimo 10 febbraio, decida sulla vera e propria scorta, che è stata richiesta dal ministero della Giustizia.
“La vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito ha messo in risalto tutte le criticità del sistema giustizia in Italia dove alla pericolosissima filosofia manettara della sinistra, negli ultimi tempi, si è aggiunta anche quella della destra. La politica non riesce più a controbilanciare il potere giudiziario, purtroppo. E la magistratura, nei fatti, governa il Paese”. Ad affermarlo è l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale e già commentatore per la Bbc e il New York Times. “Il polverone che si è alzato attorno alla protesta estrema di Cospito, in realtà, è solo una cortina fumogena – premette Tirelli – Per evitare la sua morte, a causa del prolungato sciopero della fame, puo’ essere applicato il trattamento sanitario obbligatorio al fine di curarlo anche contro la sua volontà. Se questo non accadrà e se, malauguratamente, Cospito morirà, ne risentirà tutto il sistema normativo penale e penitenziario del nostro Paese. Con la conseguenza unica che l’articolo 41bis vacillerà e chi ne trarrà più vantaggi saranno proprio i mafiosi, per i quali il carcere duro è stato a suo tempo promosso”.
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