Milleproroghe, il Senato approva.
Tutte le novità di interesse sanitario
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Se il medico di famiglia o il pediatra prossimo alla pensione acconsente, le Asl fino a tutto il 2026 potranno trattenerlo in servizio fino al compimento dei 72 anni. Per altri medici specialisti, ospedalieri e convenzionati, privati e convenzionati Inps e Inail, restano i limiti d’età esistenti. È l’ultima novità che esce dal decreto Milleproroghe, approvato dall’aula del Senato, e in viaggio verso la Camera, blindato dalla richiesta del governo di votarlo com’è (questione di fiducia). Le commissioni Affari sociali e Bilancio hanno sancito inoltre la proroga non più a tutto il 2023 ma a tutto il 2024 dell’uso della ricetta elettronica che consentirà di dematerializzare la prescrizione del medico del territorio e di non tornare più alla stampa del promemoria cartaceo da mostrare in farmacia per ritirare le medicine. Ma ci sono altre novità.
Sostituzioni ed incarichi provvisori Mmg – Se non bastasse il personale sanitario in servizio, i contratti dei medici specializzandi, esaurite le graduatorie, si potranno rinnovare fino al 31 dicembre 2023. Sui neolaureati, il decreto-legge originario prevedeva la possibilità a tutto il 2023 di assumerne, se abilitati, per far fronte al Covid. Sempre i medici neolaureati abilitati, se frequentano il triennio di medicina generale, potranno continuare a rivestire incarichi provvisori o di sostituzione di loro colleghi medici di famiglia; e gli specializzandi in pediatria potranno fare lo stesso con i colleghi convenzionati con il SSN, per tutto il 2023. Sì fino a tutto il 2025 all’assunzione di medici specialisti part-time ad opera di Aziende sanitarie della rete formativa. Sempre fino al 2025, per arginare la carenza di personale, si consente l’esercizio temporaneo della medicina, delle 22 professioni sanitarie e come operatore sociosanitario a professionisti extracomunitari in deroga alle norme sul riconoscimento delle qualifiche. Servirà una selezione, ed il professionista dovrà comunicare all’Ordine competente la sua situazione e dove lavora. Per ampliare l’offerta complessiva sono stati anche allentati i vincoli di esclusività: ai professionisti del comparto, per tutto il 2023 entro le 8 ore complessive di libera professione settimanali non si applicano le norme sull’incompatibilità.
Pay-back e Aifa – All’ultimo minuto, è stata prorogata al prossimo 30 giugno anche la possibilità di lavorare da casa per i lavoratori fragili a rischio di forme di Covid grave. Ed è stato rifinanziato il Piano Oncologico Nazionale, con 10 milioni l’anno previsti dal 2023 al 2027, che vanno ad accumularsi su un Fondo reso operativo per il 2023 e 2024. Un decreto del Ministero della Salute, da adottare entro giugno, indicherà alle regioni su quali basi chiedere di ripartire la loro quota del Fondo per finanziare le reti oncologiche e potenziare assistenza domiciliare e formazione degli operatori. Non ci sono invece proroghe in vista per il pay-back dei dispositivi medici: entro aprile le aziende produttrici che hanno provocato lo sforamento del budget di una o più regioni dovranno ripianare il 50% di quel deficit, per una cifra globale di 2,2 miliardi: un’entità che può pregiudicare il destino di molti produttori italiani piccoli e medi. Sul fronte farmaci, il Ministero dell’Economia entra nel CdA dell’Agenzia del Farmaco sostituendo uno dei due membri provenienti dal Ministero della Salute, alle Regioni resta la nomina degli altri due. Da gennaio l’Aifa ha un nuovo direttore generale, Anna Rosa Marra; slitta a giugno la sostituzione degli attuali comitati tecnico scientifico e prezzi, che si fonderanno in un unico comitato. Entro il 30 aprile è integrato l’elenco dei direttori generali di Asl e ospedali, per garantire una rosa di candidati più ampia.
Fronte regioni – Per far fronte alle maggiori spese del 2022 volte a recuperare le prestazioni perse in emergenza Covid, le Regioni potranno usare ciò che resta dei 500 milioni stanziati dalla Finanziaria di fine 2021. Quest’anno potranno inoltre rivolgersi ai privati per integrare i livelli di assistenza, ma spendendo non oltre lo 0,3% del finanziamento statale. Cresce dallo 0,4 allo 0,5% la quota premiale sulle risorse del Fondo sanitario per le Regioni che adottino misure atte a garantire l’equilibrio di bilancio quest’anno. Il Patto per la salute 2019-2021 è prorogato fino all’adozione di nuovo documento di programmazione sanitaria. Nei policlinici universitari non costituiti in azienda e negli Irccs, per stabilizzare le figure preposte alla ricerca arriva un credito d’imposta, ma solo se gli enti utilizzano almeno per l’85% personale assunto a tempo indeterminato.
Tratto da Doctor 33
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