Superbonus 110%, proroga oltre il 31 marzo: novità nel ddl sulla cessione dei crediti?
La maggioranza di governo ragiona su una proroga del Superbonus al 110% per villette e condomìni oltre il 31 marzo: intanto il costo dell’incentivo per lo Stato sale a 75 miliardi di euro
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Oltre a sbloccare l’empasse sulla cessione dei crediti, visto che quest’ultimi sono ancora incagliati nei cassetti fiscali delle banche, il governo Meloni ragiona su una proroga oltre il 31 marzo del Superbonus al 110%. Varrebbe per chi deve completare i lavori in casa.
Con le difficoltà degli ultimi mesi, infatti, coloro che entro lo scorso 30 settembre hanno completato almeno il 30% dell’opera di efficientamento energetico hanno avuto difficoltà a portare a termine i lavori e ora rischiano di non usufruire più dello sconto totale. Questo, in alcuni casi, potrebbe significare anche lo stop definitivo ai cantieri, o quantomeno un bel salasso per il portafoglio di cittadini e imprese.
Superbonus 110%, proroga fino a giugno per le villette?
Diversi emendamenti al disegno di legge per la conversione del decreto del 16 febbraio scorso per affrontare l’emergenza crediti incagliati, che ha anche bloccato la cessione e lo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi, propongono di prorogare il beneficio oltre la fine di marzo per i condomìni, le case popolari e le villette. Non solo: chiedono di agevolare il completamento dei lavori per evitare che i rallentamenti degli ultimi mesi facciano perdere le detrazioni.
In particolare si propone di estendere fino al 30 giugno 2023 la scadenza del 110% per le villette su cui al 31 dicembre 2022 è stato completato il 30% dell’intervento.
Fare questa proroga, però, costerebbe 5,8 milioni di euro nel 2023 e 17,4 milioni entro il 2026. Il costo, poi, salirebbe a 329 milioni nel 2028. La spesa, però, secondo gli emendamenti verrebbe coperta dal Fondo per le esigenze indifferibili creato con la Legge di Bilancio 2015.
Quanto ai condomìni si propone di far usufruire del bonus al 110% fino alla fine del 2024 tutti coloro che hanno presentato la Comunicazione di inizio lavori entro il 25 novembre scorso. Ad oggi, invece, queste persone possono ricevere lo sconto solo fino alla fine del 2023, ma molti cantieri risultano bloccati per il caos fiscale delle banche in merito alla cessione del credito, ma anche per la carenza di materie prime.
Per case popolari o enti assimilati, ma anche le cooperative edilizia, gli emendamenti propongono di eliminare o rivedere le condizioni per usufruire del bonus al 110% tutto quest’anno, senza la condizione del 60% dell’intervento completato entro il prossimo 30 giugno.
Nuovi incentivi anche nel 2024?
Infine si propone di agevolare con il Superbonus al 110% o anche al 90% tutte le spese per completare i lavori sostenute entro il 30 giugno 2024, se a fine 2023 è stato completato il 70% dell’intervento complessivo. Al momento, invece, è previsto che il prossimo anno l’incentivo scenda al 70% per i condomìni e scompaia per le villette.
Il governo Meloni, però, è preoccupato dal costo crescente dell’operazione Superbonus. A fine febbraio, gli investimenti per i lavori in casa hanno determinato detrazioni a carico dello Stato per una cifra enorme, pari a 75,3 miliardi di euro. Il costo medio degli interventi nei condomini è quasi 600mila euro. Quello degli edifici unifamiliari 114mila euro e delle unità funzionalmente indipendenti 96mila.
A fronte di questi costi, dunque, da Fratelli d’Italia si spinge alla prudenza rispetto ad ulteriori proroghe del contributo, mentre dalla maggioranza soprattutto Forza Italia è in pressing sulla presidente del Consiglio per aiutare le imprese edilizie e i cittadini che vogliono usufruire degli sconti.
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