Arriva la farmacia dei servizi
Ministro Schillaci: la farmacia dei servizi è una delle strategie di potenziamento della sanità territoriale e in generale di incremento della risposta ai bisogni di salute
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Un particolare sforzo promosso nella direzione di aumentare la capacità di offerta del sistema sanitario nazionale e consentire al cittadino un maggiore accesso alle prestazioni è costituito dalla farmacia dei servizi, che rappresenta una delle strategie di potenziamento della sanità territoriale e in generale di incremento della risposta ai bisogni di salute. A dirlo, in sintesi, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante il Question time alla Camera.
Liste d’attesa: a 19,6 milioni di italiani negata almeno una prestazione Lea in un anno
La riflessione è emersa a seguito di una serie di interrogazioni che hanno riguardato le criticità più di rilievo al momento per il Ssn, tra cui quella relativa alle liste d’attesa, presentata da Avs: “Secondo i dati Censis e Agenas” è stato evidenziato dai firmatari, “in un anno, a 19,6 milioni di italiani è stata negata almeno una prestazione dei Livelli essenziali di assistenza e su 100 tentativi di prenotazione, in 28 casi c’è stato un ricorso al privato, a causa delle liste di attesa interminabili. Ci sono state meno di 12,8 milioni di prime visite l’anno e oltre 4 milioni di persone hanno rinunciato alle cure per motivi economici”. “Valorizzare la professione medica; assumere nuove risorse mediche infermieristiche; riorganizzare la medicina territoriale e, soprattutto, mettere una visione strutturale nel Servizio sanitario nazionale” è la strategia illustrata dal Ministro per “potenziare il Ssn”. Nel Milleproroghe, spiega, “abbiamo stanziato 380 milioni di euro per tagliare le liste di attesa” ed “è inaccettabile che ci siano Regioni che hanno già impegnato questi fondi e altre che restano invischiate in ritardi”. Certamente, “le problematiche relative ai tempi di attesa si sono acuite durante il periodo pandemico”, ma tra le cause ci sono problemi anche “organizzativi”: il “Ministero della Salute ha già invitato le Regioni a condurre un aggiornamento delle liste di attesa, la cosiddetta pulizia delle liste di attesa, e ad implementare i processi di valutazione dell’appropriatezza prescrittiva”. Ma “un particolare sforzo promosso nella direzione di aumentare la capacità di offerta del sistema sanitario nazionale e consentire al cittadino un maggiore accesso alle prestazioni è rappresentato dalla farmacia dei servizi: un impianto normativo con il quale le farmacie territoriali garantiscono prestazioni di prevenzione, diagnosi e supporto” e dove “sono, altresì, garantiti servizi e prestazioni in telemedicina”. Oltre a questo, “rientrano, tra gli impegni assunti con il Piano nazionale di Governo delle liste di attesa, la definizione e l’applicazione, da parte delle Regioni, dei percorsi di tutela, ossia l’attivazione di modalità alternative di accesso alle prestazioni nel caso in cui al cittadino non possa essere assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalla regione”.
Tra le risposte, potenziamento sanità territoriale e farmacia dei servizi
In merito alla farmacia dei servizi, anche in altre occasioni, il Ministro aveva ricordato quanto “le farmacie, con la loro capillare diffusione su tutto il territorio nazionale (anche nelle aree rurali e disagiate), rappresentino un punto di riferimento per la collettività e per il servizio sanitario nazionale, costituendo spesso il presidio sanitario più prossimo per i cittadini”. Per questo è intenzione del ministero “sostenere e promuovere ogni iniziativa che, in modo sistematico e a regime, possa consentire alle farmacie di erogare i servizi da mettere a disposizione del pubblico, in modo che tutta la popolazione possa trovare una prima risposta alle proprie domande di salute”.
Ma tra le tematiche toccate nel question time c’è, in generale, il potenziamento della sanità territoriale, trattato nell’ambito della interrogazione riguardante il servizio dell’Emergenza-Urgenza: tali strutture “a oggi risultano particolarmente interessate dalla carenza di personale, in ragione dei notevoli carichi di lavoro, del rischio legato alle aggressioni, al burnout, nonché all’elevato livello di responsabilità, quali elementi che determinano la scarsa attrattività dell’impiego in pronto soccorso”. A questo ha cercato di rispondere il “recente intervento normativo (decreto 34/2023), con il quale sono state introdotte misure volte a garantire un inserimento graduale e strutturale dei medici in formazione specialistica nel sistema sanitario nazionale”. Ma, “se oltre il 70% degli accessi nei pronto soccorsi è definito codice bianco o verde, ossia non urgente, significa che i cittadini hanno perso punti di riferimento territoriali e si riversano negli ospedali, dove l’attenzione è focalizzata verso le urgenze. Proprio per questo la medicina territoriale sarà potenziata. Il PNRR stanzia fondi per le opere infrastrutturali. Noi stiamo lavorando per rendere questi luoghi delle vere case della comunità a cui rivolgersi per servizi sanitari, lo ribadisco, con la collaborazione delle regioni”.
Prioritari per il Ministro Fascicolo Elettronico e sicurezza dei sanitari
Nel corso della giornata di ieri il Ministro è intervenuto poi sul tema del Fascicolo sanitario elettronico, in una intervista al Tg1 Mattina: “stiamo per potenziare il fascicolo sanitario elettronico: il futuro dipende molto dalla digitalizzazione e avere in un unico fascicolo tutti i dati del malato è fondamentale e rappresenta una vera modernizzazione superando le diseguaglianze tra le Regioni”. Tra le altre priorità indicate da Schillaci, c’è anche quella avanzata in più occasioni dalla categoria di “avere un minor carico burocratico”, nonché di ricercare “una maggiore sicurezza per il personale sanitario”: al riguardo, ricorda, “abbiamo innalzato i limiti edittali della pena stabilita per il reato di lesioni personali”.
Fonte Farmacista 33
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