Professione farmaceutica ospedaliera e territoriale. Il Ssn va ripensato
Rocca (Pres. Regione Lazio) agli Stati generali Sinafo “È un fallimento della politica tutta: mancano i medici mancano i farmacisti e lo scotto di 25 anni di non scelte lo pagano i cittadini.
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L’accesso alla salute non è più un diritto universale e garantito”. Così il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (nella foto) stamani in apertura della due giorni organizzata dal Sindacato dei farmacisti SSN Sinafo e dalla Sifact (Società Italiana di Farmacia Chimica e terapia) proprio per richiamare l’attenzione su un settore strategico per il Servizio Sanitario Nazionale, che vive nella vacatio legis e esercita a ranghi penosamente ridotti.
Il settore farmaceutico, sia pubblico che privato convenzionato, è stato pienamente coinvolto dalle numerose e annose criticità latenti del Servizio Sanitario Nazionale, come organici insufficienti, inappropriatezze organizzative e terapeutiche, mancanza di programmazione formativa e assistenziale, emerse agli occhi dei più durante la fase pandemica.
È pragmatica Roberta Di Turi (Segretario Generale del Sindacato Sinafo e Direttore Dipartimento dei Servizi – UOC Farmacia Ospedaliera ASL Roma 3), intervistata a margine della mattinata inaugurale: “Il farmacista ospedaliero e territoriale è una professione strategica nel garantire la sostenibilità del sistema sanitario grazie a cure costo/efficaci e sicure. Ruolo che i dirigenti farmacisti esercitano in pochi (2.852, quasi tutte donne) gestendo 16 macroaree per 106 linee di attività ospedaliera e 16 macroaree per 97 linee di attività farmaceutica territoriale. Ce ne vorrebbero almeno 8500, considerato che controllano e governano la gran parte dei 32,2 miliardi di SPESA farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata). Quasi il 2% del PIL Nazionale”.
Dati i numeri diventa oggi più che mai necessario ripensare e ridefinire gli orizzonti della Professione del dirigente farmacista del S.S.N., anche alla luce della continua e crescente evoluzione tecnologica in campo sanitario, con la conseguente commercializzazione di farmaci innovativi e dispositivi medici sempre più complessi e costosi. Su questo va diretto il Prof. Silvio Garattini, nella sua relazione sull’informazione indipendente a garanzia della qualità dell’assistenza farmaceutica. “Se vogliamo un SSN efficace dobbiamo investire in prevenzione. Non dobbiamo dimenticare che la maggior parte delle malattie sono evitabili. Ma ci sono grandi interessi che lo impediscono. Ci sarebbe bisogno di una grande rivoluzione culturale, perché così come è il servizio sanitario nazionale non è più sostenibile”.
I dirigenti farmacisti ospedalieri e territoriali del SSN esercitano in presenza di una vacatio legis preoccupante quanto invalidante. A partire dai Dm 71 e Dm 77/2022, che hanno ignorato le specifiche linee di attività previste dal PNRR e poste in essere da parte dei farmacisti dirigenti che da anni operano sul territorio, con funzioni autorizzative, di vigilanza e controllo sulla filiera del farmaco e dei dispositivi medici, il monitoraggio della spesa farmaceutica, la corretta assistenza a tutela della salute dei cittadini. Anche il settore farmaceutico ospedaliero merita tutta l’attenzione riguardo alla necessità di rivedere e integrare le norme legislative di riferimento (Dpr 128/69) in quanto le attività della Farmacia Ospedaliera si sono moltiplicate in linea con i più evoluti modelli assistenziali a livello mondiale. Ma intanto il nostro sistema sanitario vive una crisi crudele e i principi di equità e universalità sono a rischio.
Questioni importanti, anche per i cittadini, sulle quali SINAFO (Associazione Nazionale Farmacisti e Dirigenti del Ssn) e Sifact, (Società italiana di Farmacia clinica e terapia) invitano a riflettere e confrontarsi le associazioni di Categoria ed i principali stakeholder nella due giorni degli Stati Generali per la Farmaceutica del S.S.N., presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico in via della Miranda, 10. Roma. Non per caso, ai Fori.
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