Anno: XXVI - Numero 54    
Martedì 18 Marzo 2025 ore 13:45
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Addio alle micro-tasse: ecco quali non dovrete più pagare

Gli introiti inferiori che finirebbero nelle casse dello Stato sarebbero ampiamente sostenibili e consentirebbero di snellire i procedimenti amministrativi

Addio alle micro-tasse: ecco quali non dovrete più pagare

La parola d’ordine è una: semplificare. Nell’idea di riforma fiscale perseguita dal governo Meloni prevale il principio di cancellare le cosiddette micro-tasse, ovvero quei balzelli introdotti in passato per fare cassa che si sono rivelati poi inefficaci. All’inizio, in tempi di austerità e grave crisi economica, ci aveva pensato l’allora premier Mario Monti a prevedere imposte inutili che non hanno garantito introiti significativi per lo Stato. In particolare ricordiamo due tasse: quella sugli yacht, già eliminata da un po’, e quella sulle auto di grossa cilindrata. La prima si è rivelata subito un flop, dato che i proprietari hanno trasferito le loro imbarcazioni in porti esteri, eludendo così la norma, mentre la seconda, ancora in vigore, ha ottenuto un risultato modesto. Adesso questo balzello, come altri, verrà abolito.

L’obiettivo del governo Meloni è dare una sfrondata a tutte le imposte superflue come il superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.“La questione – ha dichiarato al quotidiano Il Messaggero il deputato di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi – potrebbe essere inserita nella delega con un emendamento. Oppure rientrare nell’elenco dei micro-tributi che la stessa delega si propone di eliminare”.

A suscitare maggiori polemiche sono alcuni particolari balzelli. È il caso della tassa sugli intrattenimenti, conosciuta come imposta sui biliardini. Gli esercenti sono costretti a pagare un prezzo per utilizzare quei giochi che hanno solo lo scopo di divertire i clienti di bar e sale e non consentono di ritirare vincite. I commercianti si lamentano del fatto che le tasse, molto spesso, superano gli introiti. Stesso discorso per il balzello sulla laurea e sugli esami universitari che consente allo Stato di incassare solo un milione di euro all’anno.

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Dall’Agenzia delle entrate fanno sapere che abolendo le micro-imposte il fisco italiano avrebbe un introito inferiore di 152 milioni di euro su undici tasse erariali, 91 milioni si sette balzelli regionali e 10 milioni su tre imposte comunali. Una perdita definita ampiamente sostenibile che consentirebbe di snellire il Fisco semplificando notevolmente i procedimenti burocratici. L’obiettivo è di rendere operativa la riforma già prima dell’arrivo dell’estate.

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