Anno: XXV - Numero 218    
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Quanto guadagna un medico di base?

Dal numero di pazienti agli anni di esperienza, sono diversi i fattori che determinano la retribuzione del medico di famiglia.

Quanto guadagna un medico di base?

Figura indispensabile, che ha l’onere di curare i cittadini nel contesto della famiglia ed essere il loro primo riferimento nel campo della medicina generale, il medico di base (o medico di famiglia) rappresenta il filo conduttore che collega il paziente con la sanità italiana, esercitando il proprio ruolo nella tutelare della salute e la prevenzione delle malattie. Ma quanto guadagna un medico di base? Cerchiamo di capirlo, valutando gli elementi che incidono sulla sua retribuzione annua, conoscendo meglio questa figura così importante, la sua storia ed evoluzione.

Da medico condotto a medico di base

Diretta derivazione del medico condotto (funzionario dei comuni per la cura dei più poveri di inizio ‘900), e poi di quello della mutua, che fece la sua comparsa già prima della seconda guerra mondiale ma che si sviluppò nel dopoguerra, la figura del medico di famiglia (oggi medico di base) nasce nel 1978, con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che riconosce un ruolo centrale alla cura in ambito extraospedaliero. Fra le sue peculiarità, la diffusione capillare sul territorio, che consente una conoscenza profonda dei suoi pazienti, delle loro abitudini e degli stili vita, oltre al contatto con tutta la famiglia.

Il medico di base contribuisce inoltre a creare quella rete di rapporti e relazioni (con assistenti sociali, psicologi, educatori) importante per l’assistito. Si pensi al numero di informazioni che può fornire per l’erogazione di servizi assistenziali (dai presidi all’inserimento nelle case di riposo). L’ambulatorio del medico di famiglia rimane inoltre, in assoluto, l’unico servizio ad accesso pressoché libero e senza ticket, permettendo a tutti di avere una risposta pronta e gratuita ai propri problemi di salute.

Caratteristiche e funzioni del medico di base

Il medico di medicina generale è un professionista che esercita il suo lavoro in convenzione con il SSN, si occupa di curare i cittadini ed è il primo punto di riferimento nel campo della medicina generale. Oltre a una regolare Laurea in Medicina, il percorso per diventare medico di base prevede passaggi specifici, in primo luogo l’abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo, poi l’iscrizione all’Ordine dei Medici e la partecipazione ad appositi concorsi regionali per l’inserimento nelle graduatorie.

Le tipologie di medico generale sono essenzialmente due: il medico di famiglia (che svolge un ruolo di Assistenza Primaria), e la guardia medica (che svolge invece un’attività di continuità assistenziale).

Ogni cittadino ha diritto ad avere un proprio medico di fiducia, così da poter ottenere l’erogazione di cure continuative e integrate. Il medico di base garantisce un’assistenza di primo livello presso il suo studio medico, a domicilio o nelle strutture residenziali. I compiti di questa figura si possono sintetizzare come segue: garantire la salute dei propri pazienti e aggiornare le loro schede sanitarie; contribuire alla diffusione della cultura sanitaria; redigere certificazioni di vario tipo; assicurare livelli di assistenza sia in ambulatorio che a domicilio. Spesso inoltre, oltre alla prescrizione dei farmaci per la cura di malattie, si occupa di indirizzare i suoi assistiti verso medici specialistici.

La guardia medica opera invece solo su richiesta specifica e nelle fasce orarie in cui non è garantita l’Assistenza Primaria, quindi durante la notte e i festivi.

Stipendio e criteri di calcolo

Per comprendere quanto guadagna un medico di base è bene tenere conto di numerosi fattori, che incidono in modo significativo sull’importo totale annuo. Vediamo le varie voci nel dettaglio.

Partiamo da 70 euro lordi, cifra prevista per ogni paziente a carico, il cui numero non può superare i 1.500. L’importo dello stipendio è di circa 52.500 euro lordi all’anno, pari a 4.375 euro lordi al mese. Ci sono però medici che arrivano anche a 160.000 euro lordi, poiché lo stipendio di un medico di base varia a seconda di numerosi fattori, come bonus, indennità, anzianità di servizio, numero degli assistiti.

Lo stipendio del medico di base dipende soprattutto dagli anni di esperienza, fondamentali per riuscire a raggiungere un maggiore importo annuale. Entrando più nel dettaglio, la retribuzione viene così determinata: con meno di 3 anni di esperienza, circa 71.500 euro lordi all’anno; tra i 10 e i 20 anni di esperienza, circa 123.000 euro lordi all’anno; con un’esperienza di oltre 20 anni, oltre i 160.000 euro annui lordi l’anno.

Come si diceva, il numero massimo di assistiti consentiti dalla legge per ogni medico di base è di 1.500, ma tale cifra varia anche in base alla zona in cui il medico opera. Va detto però che lo stipendio del medico di famiglia è inversamente proporzionale alla quantità di pazienti assistiti. La retribuzione, che viene chiamata “quota capitaria” e calcolata su ogni paziente, varia in base a queste indicazioni: con meno di 500 pazienti, circa 70 euro lordi per ognuno; con più di 500 pazienti, circa 35 euro lordi per ognuno.

A questi elementi possono aggiungersi anche altre fonti di guadagno, come i contributi per l’indennità per la reperibilità notturna, l’assistenza agli over 75, la somministrazione di vaccini e tamponi.

Obblighi e spese a carico

Esistono altri obblighi da rispettare per il medico di base, relativi all’apertura del proprio studio, che deve essere aperto per almeno cinque giorni a settimana, fornendo assistenza sanitaria per almeno 5 ore settimanali se si seguono fino a 500 pazienti; almeno 10 ore alla settimana se i pazienti sono tra i 500 e i 1.000; almeno 15 ore alla settimana per un numero di assistiti tra i 1.000 e i 1.500; 20 ore per i massimalisti (quelli cioè che hanno raggiunto il numero massimo consentito di pazienti).

Un’ultima considerazione: quando si parla dello stipendio del medico di famiglia, bisogna tenere presente che si parla di guadagno lordo, da cui pertanto vanno detratte le tasse ed eventuali altre spese, come l’affitto dello studio, l’impiego del personale di segreteria e di un eventuale sostituto per i giorni di ferie, che viene retribuito direttamente dal medico stesso.

da Il Giornale

 

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