Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Le difficoltà del Paese sulle spalle delle imprese e dei professionisti

L’Associazione Nazionale Commercialisti non può più ulteriormente tacere le gravi e ripetute inefficienze del sistema tributario ed economico del Paese

Le difficoltà del Paese sulle spalle delle imprese e dei professionisti

“Siamo al fianco dei colleghi che, loro malgrado, non riusciranno entro lunedì a liquidare le imposte, nonostante gli sforzi profusi in questi caldi mesi di campagna fiscale, lavorando ininterrottamente sette giorni su sette e persino in orari notturni, e nei confronti dei quali nutriamo enorme rispetto.

Un sentimento di profondo dispiacere lo nutriamo nei confronti degli imprenditori, delle aziende e del comparto delle professioni italiane assistiti dalla nostra categoria, pur essendo consapevoli che tutti stiamo pagando il caro prezzo delle inefficienze del sistema fiscale italiano.

Innumerevoli sono state le nostre richieste di attenzione alle parti sociali, ossia i contribuenti italiani, il cui interesse è il corretto e funzionale meccanismo di esecuzione degli obblighi tributari; purtroppo, fra rimandi e incomprensibili impossibilità dettate dalle esigenze di gettito del bilancio dello Stato, ci troviamo a vivere la paradossale situazione nella quale chi vuol pagare tempestivamente le imposte, senza dover ricorrere ad istituti sanatori, (quali i ravvedimenti operosi) soggiacendo dunque ad ulteriori aggravi sanzionatori, non può essere quest’anno legittimato a farlo.

I Commercialisti e gli Esperti Contabili, da sempre presidi di legalità, non possono essere, oltre ogni ragionevole misura, considerati esecutori senza confini di tempo, già peraltro quotidianamente distratto alla vita personale, dal momento che non è loro la responsabilità della irragionevole situazione nella quale vengono posti dalla Pubblica Amministrazione.

D’altra parte, i contribuenti titolari di Partita Iva, ossia le imprese e l’intero comparto dei soggetti passivi di imposta, non possono essere considerati bancomat dai quali costantemente attingere senza tener conto della loro esigenza di programmazione nonché delle difficoltà economiche, anche dettate da una crisi che, negli ultimi anni, ha certamente colpito anche le imprese più solide.

Tuttavia, il Paese sembra ormai e inesorabilmente andare a due velocità: dall’una vi è la pressante esigenza di gettito, sempre più insensibile alle finanze delle imprese, e, dall’altra, la stessa capacità finanziaria e di risorse delle imprese; nel mezzo i professionisti operatori della materia fiscale.

Non si comprende né si può accettare che il nostro Paese abbia risorse finanziarie talmente compresse o limitate da non poter concedere uno slittamento di soli 20 giorni agli imprenditori che onestamente desiderano pianificare il proprio appuntamento col fisco. Non si può comprendere né si può continuare ad accettare che debbano essere imposti ai professionisti ritmi letteralmente disumani con il concreto rischio, certamente non voluto ma pressoché inevitabile, di non arrivare in tempo nonostante la dilatazione ad oltranza degli orari di lavoro.

Quest’anno lo scenario che si prospetta, infatti, è ben peggiore poiché ad oggi non sarà concesso neppure l’ormai consolidato slittamento (si badi bene) pur con la maggiorazione dello 0,40% al 20 di agosto.

Non è inutile ricordare che, a memoria dell’ultimo decennio, i termini per i versamenti discendenti dalle dichiarazioni dei redditi sono stati sempre ricondotti al 20 agosto, quando non anche a metà settembre o fine ottobre:

 

Anno

Redditi di riferimento

Scadenza termine

2023

2022

31/07

2022

2021

22/08

2021

2020

15/09

2020

2019

20/08

2019

2018

30/10

2018

2017

20/08

2017

2016

21/08

2016

2015

22/08

2015

2014

20/08

2014

2013

20/08

2013

2012

20/08

2012

2011

20/08

 

Si vuol essere chiari: i Commercialisti e gli Esperti Contabili non amano né vogliono le proroghe, non le chiedono dissennatamente e non le auspicano per un incomprensibile o irragionevole principio, ancor meno nel periodo che precede le ferie poiché, come tutti i lavoratori di questo Paese, non desiderano rimanere ad oltranza chini sulle scrivanie all’interno degli studi insieme ai loro dipendenti, categoria questa di lavoratori troppo spesso dimenticata e che merita una immensa considerazione poiché sono i dipendenti degli studi a sostenere il lavoro degli stessi e, indirettamente, il gettito; sono lavoratori ai quali vengono imposti dei ritmi spesso disumani costretti a destreggiarsi, con dedizione, fedeltà e correttezza, fra innumerevoli adempimenti ordinari e la ricerca e fascicolazione di documenti di annualità pregresse al fine di ottemperare alle istanze da inoltrare via Civis e alle quali il più delle volte non si avrà utile risposta ma un laconico rimando alle sedi, che non si renderanno neppure disponibili a fissare appuntamenti.

I Commercialisti e gli Esperti Contabili pretendono unicamente norme chiare, direttive precise e rispetto delle regole da parte dell’Amministrazione Finanziaria che invece emana, alle soglie delle scadenze tributarie, circolari dell’ultimo minuto, che non mette a disposizione anzitempo gli strumenti informatici che gli studi dei Commercialisti devono indispensabilmente utilizzare, quali gli indispensabili moduli di controllo, al fine di ottemperare correttamente e tempestivamente agli adempimenti fiscali.

Chiediamo che il Governo si adoperi per fare dovuta chiarezza sulle inefficienze e sui conseguenti disagi che l’Amministrazione Finanziaria impone ingenerosamente alle imprese del nostro Paese e che inevitabilmente confliggono con la corretta e tempestiva esecuzione degli obblighi fiscali.

Noi non abbiamo mai dimenticato le pregevoli, chiare e determinate parole della nostra Premier, Giorgia Meloni, nel suo primo discorso alla Camera per la fiducia al Governo, nel corso del quale ha espresso concetti sacrosanti e che, ove realizzati, costituiranno il vero slancio produttivo ed economico del Paese e accresceranno il senso di affidamento dei cittadini, dei contribuenti e dei professionisti. Fra le molte, espressamente vogliamo ricordare e citare:

“Il nostro obiettivo è liberare le migliori energie di questa nazione e di garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere, sicurezza…”

“Manterremo quegli impegni, perché il vincolo tra rappresentante è rappresentato è la base di ogni democrazia.”

“Questo Governo rispetterà le regole attualmente in vigore e nel contempo offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato”

“Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto.”

“Le imprese chiedono soprattutto meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti”

“… tutti sappiamo quanto l’eccesso normativo, burocratico e regolamentare aumenti esponenzialmente il rischio di irregolarità, contenziosi e corruzione, un male che abbiamo il dovere di estirpare. Abbiamo bisogno di meno regole, ma chiare per tutti. E di un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, perché il cittadino non si senta parte debole di fronte ad uno stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative.”

Le nostre aspettative, unitamente alla nostra visione di un futuro migliore del Paese, sono pressoché tutte contenute in queste lodevoli parole ma, allo stato dell’arte, mentre siamo pericolosamente prossimi alla scadenza dei termini degli adempimenti tributari, non vi è chi non veda come il fisco italiano non sia in linea e si allontani dal fornire regole chiare e certe contribuendo ad aumentare il rischio di irregolarità e contenziosi. Siamo ben consapevoli di come il Governo si stia pregevolmente adoperando per operare una profonda riforma fiscale di cui vedremo nel tempo i frutti ma non possiamo tacere che oggi è il tempo dell’emergenza, anche ulteriormente aggravata dai più recenti disastri provocati dal cambiamento climatico su tutto il territorio italiano.

L’Agenzia delle Entrate, a dispetto del tanto propagandato “fisco amico” invece, in totale spregio dello Statuto del Contribuente, promana corpose circolari (anche di oltre 570 pagine) a soli quattro giorni dalla scadenza dei termini di versamenti delle imposte; rende tardivamente disponibili i moduli di controllo rallentando gli aggiornamenti informatici, strumenti indispensabili e non bypassabili per operare; in violazione delle più elementari norme sulla privacy, inserisce nei cassetti fiscali dei contribuenti centinaia di CU di soggetti ad essi del tutto estranei.

E la lista sarebbe ben più lunga ma già soltanto i predetti pochi cenni torneranno utili a comprendere quanto tempo deve essere destinato, all’interno degli studi dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, per opportune letture, controlli e attività prodromiche alla determinazione delle imposte, senza considerare l’aggravio del tempo già sottratto per le adesioni agli istituti previsti dalla cosiddetta “pace fiscale”, al dar quotidianamente e debitamente conto ai controlli automatizzati (art. 36 bis), alle richieste di produzione dei documenti (36 ter) nonché alle notifiche della cartelle di pagamento ed ai pignoramenti sui conti correnti dei contribuenti caduti letteralmente a pioggia in questi ultimi mesi.

Noi abbiamo il dovere di denunciare le anomalie e le criticità, quando non le specifiche irregolarità, con lo spirito di contribuire alla loro soluzione con la certezza che i Commercialisti e gli Esperti Contabili sono pronti sempre a dare il proprio contributo con correttezza e operosità e con loro le imprese, fonte essenziale di garanzia del gettito fiscale.

Non possiamo quindi tacere oltre l’inefficienza del sistema che, non rispettando le regole di uno Stato di Diritto, comprime e viola le legittime aspettative dei contribuenti, né possiamo comprendere il rifiuto a concedere alle imprese un maggior tempo utile al versamento delle imposte senza temere, e dover spiegare ai cittadini, che la realtà è quella di un Paese economicamente compromesso e tragicamente alla deriva.”

Comunicato Anc

 

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