Decreto fiscale, in dirittura d'arrivo
Le ultime novità su sanzioni Pos e detrazioni spese mediche
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Otto mesi e qualche giorno. Tanto resterebbe ai medici per dotarsi di lettore “point of sale” di carte di credito e bancomat approfittando delle condizioni che offrono le banche e magari delle ulteriori migliorie che il legislatore riuscirà ad apportare nelle condizioni d’uso. Infatti, se l’obbligo di tenere la macchinetta in studio è previsto da 5 anni, le sanzioni per ogni transazione rifiutata – che prima non c’erano e adesso sono previste pari a 30 euro più il 4% del valore dell’operazione – decorreranno da luglio 2020 e non più da gennaio. La novità è prevista nel decreto fiscale che, senza subire altre modifiche (diversamente dal testo della futura legge finanziaria) dovrebbe in queste ore passare al Quirinale per la promulgazione e poi essere pubblicato in Gazzetta ufficiale; altra cosa è la legge di bilancio o finanziaria che di consueto si costruisce in parte alle camere e che con il decreto fiscale compone la “manovra”. Sul “Pos” l’obiettivo del Governo Conte è ora abbattere le commissioni delle operazioni azzerandole per i piccolissimi acquisti e per questo è aperto un tavolo con l’associazione delle banche (Abi). Al 2018 sono poco più di 3 milioni i lettori in circolazione, e in sei anni le transazioni con bancomat sono aumentate di quasi il 60%, cifre significative ma non impressionanti. Ma il medico che si doti di lettore farà alla fine anche un favore al proprio rapporto con il paziente, infatti il Governo Conte avrebbe intenzione di completare il percorso verso il modello 730 precompilato accettando già dal 2020 le sole detrazioni che si riferiscano a visite ed esami pagati dall’utenza in moneta elettronica. In tal caso, ma qui le fonti non sono ancora ufficiali, diverrebbero detraibili solo spese per la salute pagate in contanti. In compenso, si parla anche di rimborso parziale nel 2021 al cittadino, entro i 250-300 euro di tetto, di un 2-4% della spesa 2020 per beni e servizi diversi da quelli usualmente detratti (“cash back”), dentro ci sarebbero le piccole riparazioni di casa e auto. Tra le previsioni che slittano a metà 2020 c’è poi la riduzione da 3 mila a 2 mila euro del tetto ai pagamenti accettati in contanti, e dal gennaio 2022 il tetto scenderà ancora a 1000 euro com’era nel 2015; pure questa norma è contenuta nel decreto fiscale, al pari dell’inasprimento delle pene per i grandi evasori, che invece decorre subito da gennaio 2020, non appena convertito in legge il decreto fiscale: a partire dai 100mila euro di imposte evase, scatteranno l’aggravante e fino a 8 anni di carcere. Nella bozza di Finanziaria si parla di altri due capitoli chiave: la flat tax e il superbonus che sottende gli incentivi a tutti i cittadini a utilizzare correntemente la moneta elettronica anche per i piccoli acquisti, rendendo noti al fornitore e al Fisco sia il codice fiscale sia cosa hanno acquistato. Le forze della coalizione (M5S, LeU, Italia viva, Pd) sarebbero d’accordo nel bloccare l’accesso alla flat tax al 15% del reddito sia per chi ha già altri redditi per almeno 30mila euro sia per chi ha superato nel 2019 il tetto di 20 mila euro per l’acquisto di beni strumentali o per retribuire collaboratori e dipendenti. Anche la futura legge finanziaria da “costruire” in parlamento contiene una misura che slitta a luglio: il taglio delle tasse sul lavoro (il “cuneo fiscale”) che genererebbe un aumento in busta paga da 40 euro al mese entro un tetto di reddito di 35 mila euro annui lordi. Per i professionisti si conferma l’accesso alla possibilità di ammortizzare il 140% del prezzo degli acquisti di nuova strumentazione (superammortamento) e il 270% dei beni altamente tecnologici. Pensione a quota 100: si fa strada l’estensione al 2020 dell’esodo a 62 anni con 38 di contributi, ma dall’anno dopo la novità voluta dal governo precedente potrebbe chiudere i battenti.
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