Nadef, maggioranza e opposizione a confronto sui dati. Ecco le posizioni
La maggioranza di Governo respinge al mittente le accuse di un 'allarme tagli' in Manovra sul Servizio sanitario nazionale. E lo fa in un momento delicato, mentre la segretaria Pd Elly Schlein lancia importanti affondi sulla sanità, paventando tagli al diritto alla salute sulla base dei calcoli consentiti del Nadef
La maggioranza di Governo respinge al mittente le accuse di un ‘allarme tagli’ in Manovra sul Servizio sanitario nazionale. E lo fa in un momento delicato, mentre la segretaria Pd Elly Schlein lancia importanti affondi sulla sanità, paventando tagli al diritto alla salute sulla base dei calcoli consentiti dalla Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economica e finanziaria preparato dall’Esecutivo per Bruxelles.
Per Franco Zaffini, presidente della commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato (FDI) i dati NaDef vanno letti “con attenzione”. Una replica indiretta anche alla Fondazione Gimbe che ha ricordato i trend previsti sulla spesa sanitaria pubblica: quest’anno per la cronaca è stimata in 134,7 miliardi: in rapporto al prodotto interno lordo rispetto al 2022 si prevede una riduzione dal 6,7 al 6,6%; poi nel 2024 e 2025 scenderà al 6,2% e nel 2026 al 6,1%. Il 6,5%, ricordiamo, è il parametro al di sotto del quale i servizi sanitari non si sostengono, come afferma l’Organizzazione per il commercio e lo sviluppo economico. Zaffini sottolinea che il prodotto interno lordo italiano nei prossimi due anni dovrebbe aumentare più di quanto è salito quest’anno (nel 2024 l’1,2% e nel ’25 l’1,4%). In termini assoluti, quest’anno con una crescita del Pil contenuta allo 0,8% la spesa sanitaria aumenta di 3,6 miliardi sul 2022 e di 6,9 sul 2021. Ergo, un definanziamento del Fondo sanitario appare improbabile. Zaffini cita poi le assunzioni di 135 mila dirigenti tra medici e sanitari avvenute quest’anno, «risultato che negli anni precedenti non si poteva neppure immaginare».
Ultimo concetto: il governo vuole riservarsi in manovra risorse per finanziare i nuovi contratti. Una priorità scritta pure sulla NaDef. Quest’ultima, per di più, non prevede la spesa sanitaria che verrà ma si limita a riportare i trend di spesa previsti “a legislazione vigente” cioè in base alle norme oggi in vigore, frutto di scelte anche di precedenti governi. Non può ad esempio prevedere se il governo si riservi margini per inserire in manovra risorse aggiuntive. A sbilanciarsi su quest’ultimo punto è il capogruppo FDI alla Camera Tommaso Foti, che ventila l’arrivo in manovra dei fondi per i contratti «e per potenziare gli stipendi dei dirigenti del Servizio sanitario». A latere di tutto, «il Governo conta di utilizzare al meglio i 15 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in sanità» per la Missione 6-Salute.
Parole che certo non scalfiscono le opinioni di Elly Schlein. La leader dell’opposizione, intervenuta al ventennale di Sky, sottolinea come si allunghino inesorabilmente le liste di attesa per esami e visite specialistiche nel Servizio sanitario e diventi difficilissimo ottenere una visita. «Tante persone stanno rinunciando a curarsi e non è questo il diritto alla salute disegnato nella nostra Costituzione. Insisteremo anche su questa manovra, che ci siano le risorse per migliorare la sanità». Per il Pd la priorità è la riforma dell’assistenza territoriale, con le case della comunità che a regime serviranno a decongestionare i pronti soccorso e a dare risposte di cura «più vicine alle case delle persone». La lotta sulla sanità si intreccia a quella sul salario minimo: «Continueremo a insistere che il governo voti la proposta unitaria delle opposizioni che rafforzi la contrattazione collettiva per spazzare via i contratti pirata, e fissare una soglia di 9 euro all’ora sotto la quale la contrattazione collettiva possa scendere». Ma se sul capitolo del salario minimo le opposizioni appaiono molto compatte, sulla sanità ci sono dei distinguo. il leader di Azione Carlo Calenda di recente ha denunciato un’interruzione “per ragioni a noi sconosciute” del lavoro con il Pd sulle proposte da inserire in Finanziaria per la sanità. Il dialogo «va ripreso rapidamente». Però il segretario M5S Giuseppe Conte mette le mani avanti: «Noi stiamo mettendo a fuoco le nostre proposte. Dico a Schlein, a Calenda e a tutti quanti: se uno va prima in tv a dire ‘queste sono le nostre proposte’ non può funzionare».
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