Laurea abilitante e Tirocinio: effetti della revisione e le novità per il tutor professionale
Processo di evoluzione della formazione del laureato in farmacia, nuovo corso di laurea LM-13 e il tirocinio pratico valutativo al centro di un convegno di FarmacistaPiù
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La laurea abilitante, la revisione dei corsi di laurea, il tirocinio pratico-valutativo rappresentano momenti cruciali nella evoluzione della formazione universitaria, quanto mai necessaria per cogliere le esigenze di cambiamento del Ssn e dei bisogni di salute. Si tratta di passaggi in grado di garantire un miglioramento dei livelli occupazionali e nel servizio al cittadino, a condizione, tuttavia, che il confronto costruttivo tra la componente universitaria e quella professionale e la spinta all’aggiornamento continuino. Sono questi alcuni degli spunti di riflessione emersi durante il convegno “Il processo di evoluzione della formazione del laureato in farmacia. Il nuovo corso di laurea LM-13 e il tirocinio pratico valutativo” che si è tenuto a FarmacistaPiù.
Laurea abilitante, revisione curricula, diario del tirocinante: le novità in ambito universitario
«Il patrimonio delle competenze è il presupposto fondamentale per accompagnare l’evoluzione del farmacista e della farmacia nel Ssn» ha detto Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente Fondazione Cannavò e Vicepresidente Fofi. «Le competenze sono la porta di ingresso per la legittimazione del ruolo e del riconoscimento, anche economico, di tale presidio e generano un miglioramento dei livelli occupazionali». Due sono le grandi evoluzioni che ci sono state in ambito universitario e formativo: il passaggio più recente è costituito dalla firma del Protocollo sul Tirocinio pratico valutativo. Un aspetto importante introdotto è che «tutta l’attività relativa al Tirocinio deve essere tracciata e documentata. Nell’ambito del Protocollo, infatti, tra le varie previsioni, è stato definito lo strumento del Diario del tirocinante, che costituisce la sintesi del percorso di 6 mesi e 900 ore di attività professionale». Come è stato sottolineato, 30 crediti ricadono «sotto la responsabilità professionale». In questo scenario, «il tutor professionale, che è un farmacista designato dal titolare di farmacia ed è a disposizione dello studente per tutta la durata del tirocinio, diventa una figura di particolare rilevanza». Per questo, «Fofi e Fondazione Cannavò hanno in fase di conclusione un corso specifico, della durata di 20-25 ore e dall’approccio pratico-operativo, per approfondire i temi che devono essere affrontati durante il tirocinio».
Da Fofi e Fondazione Cannavò formazione specifica per il tutor
L’altro passaggio importante, che «abbiamo richiesto e ottenuto nel momento in cui è stato dato corpo alla laurea abilitante, è l’aggiornamento dei curricula universitari – risalenti al 2007 – che ha trovato realizzazione nel Decreto Ministeriale n. 1147 del 10-10-2022. Attraverso tale revisione, viene espresso in maniera puntuale chi è il farmacista» e un nodo cruciale risiede nella capacità di «accompagnare il paziente nel bisogno assistenziale e di intercettare, nell’ambito delle persone sane – che quindi non si rivolgono al medico –, quelle a rischio per patologia».
Al contempo, «quanto è contenuto nei curricula rappresenta, in virtù degli effetti abilitanti della laurea, una consacrazione a svolgere le specifiche funzioni indicate. Penso, per esempio, a un dibattito antico: il farmacista, oggi, è a tutti gli effetti abilitato a svolgere attività per migliorare gli stili di vita, anche per quanto attiene la corretta alimentazione. Può – e, anzi, deve -, pertanto, fornire al paziente che ne abbia bisogno un orientamento verso specifici regimi alimentari e correggere anche forme di dismetabolismo, ferme restando le competenze del medico e del biologo».
Oggi, tutte queste novità sono al via e «tra cinque anni vedremo i primi laureati secondo i nuovi principi». Ma va ricordato che nel Decreto ministeriale citato è previsto che «chi allo stato attuale risulta iscritto al precedente corso laurea può formulare domanda per accedere al percorso della laurea abilitante. Saranno l’Università e l’Ordine a fare una valutazione, anche in relazione al tirocinio svolto».
Revisione corso di studio rende più attrattiva professione
«Attendevamo da tanto tempo la revisione dei curricula universitari» ha aggiunto Vladimiro Grieco, presidente Fenagifar. «L’attrattività di Farmacia ha registrato, negli anni passati, una leggera flessione, che, anche grazie a queste innovazioni, sembra essere in parte rientrata. I giovani erano alla ricerca di elementi di novità che hanno trovato espressione nelle nuove competenze». Va poi sottolineato un importante effetto del percorso intrapreso: «in particolare in relazione al tirocinio pratico-valutativo, c’è, oggi, una omogeneizzazione garantita dal Protocollo e dagli strumenti, quali il Diario del tirocinante, che era una esigenza sentita a tutti i livelli».
Aggiornamento e confronto deve continuare dando corpo a strumento della flessibilità
«Quello di Farmacia e Chimica Farmaceutica è stato il primo corso di laurea che ha raggiunto il traguardo di aver riscritto gli obiettivi formativi, rendendoli coerenti con una professione nei fatti evoluta» ha detto Paolo Vincenzo Pedone, Presidente Cun. «A breve, verrà completato il percorso anche per le altre discipline». Oggi, «aver costruito nel concreto il percorso della Laurea abilitante significa aver fatto entrare il mondo delle professioni all’interno di quello universitario, ponendo le basi per una co-gestione e co-programmazione delle attività formative. La nave è partita, ma non ci aspettiamo che il percorso si fermi alle parole scritte. L’ordine professionale e il mondo accademico hanno in questo periodo dialogato e mi auguro che si consolidi il rapporto costruttivo che è stato sviluppato, nell’obiettivo condiviso che tutti concorriamo alla formazione». «
D’altra parte, concordano Giuseppe Cirino, Presidente SIF, e delegato Crui, e Gabriele Costantino, Direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco, «gli effetti di quello che facciamo oggi sono visibili tra cinque anni. È allora fondamentale dare corpo a quello strumento previsto della flessibilità, che indica la possibilità di inserire in maniera autonoma altre discipline accanto a quelle che rappresentano i contenuti fondamentali e caratteristici del percorso formativo».
Farmacista 33
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