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Ricette di fascia C, dal 2024 in arrivo novità per la prescrizione. Ecco quali sono

Per chi prescriva online sul Sac medicinali non a carico del Ssn entrerà in vigore un sistema di autenticazione a due fattori o più al posto dell’attuale autenticazione a due credenziali

Ricette di fascia C, dal 2024 in arrivo novità per la prescrizione. Ecco quali sono

Novità importanti dal 2024 per i medici di famiglia che prescrivono le ricette di farmaci di fascia C dematerializzate sul Sistema di Accoglienza Centrale del portale Tessera Sanitaria (TS). Per chi prescriva online sul SAC medicinali non a carico del Servizio sanitario entrerà in vigore un sistema di autenticazione a due fattori o più al posto dell’attuale autenticazione a due credenziali (username e password). Invece i loro colleghi delle regioni che fruiscono di proprio portale “potranno utilizzare i web service della ricetta bianca solo attraverso autenticazione con certificato o SAML Assertion”. Lo riferisce il portale TS del Ministero dell’Economia. Esclusivamente per questo servizio, e non per le altre prescrizioni, il medico che utilizza il sistema di accoglienza dati “TS-Tessera sanitaria” dovrà autenticarsi con Spid, oppure Carta d’Identità Elettronica, oppure Carta Nazionale dei Servizi o Smart Card. L’attuale autenticazione con credenziali potrà essere ancora utilizzata per usufruire degli altri servizi offerti da Sistema TS. In pratica si introduce un secondo livello di sicurezza come in banca, dove dopo username e password arriva via sms nel telefonino o si produce tramite token un codice ulteriore di accesso. Il medico invece di accedere come prescrittore al form della ricetta elettronica deve autenticarsi con le credenziali dello Spid ed una terza oppure fotografare il QR code con il lettore e farsi riconoscere. La notizia è rimbalzata mediaticamente dopo un comunicato del presidente del sindacato Snami Angelo Testa che torna ad invocare “sgravi informatici e burocratici che ci ridiano indietro il diritto di essere medici”. «Prima bastava un click – lamenta il Presidente Snami – da oggi dovremo autenticare il click attraverso una seconda verifica che sblocchi la procedura. In buona sostanza ulteriore tempo perso». Alla faccia dei medici di famiglia che chiedono da tempo alla politica «che venga snellito il lavoro ridando valore alla professione».

Il segretario Snami Gianfranco Breccia non nasconde la perplessità. «Il tempo della prescrizione si allungherà, non c’è dubbio. E siccome fino a prova contraria nulla ci vieta di scrivere sulla ricetta bianca il farmaco di fascia C pagato dal cittadino, molti colleghi riprenderanno la carta intestata e la penna. Mi spiegherei meglio questa voglia di maggior controllo sulle ricette se si parlasse di farmaci a carico del Servizio sanitario. Ma si parla di medicine che acquista il paziente, non gravano sulle casse dello stato». È anche vero che il nuovo regolamento sul fascicolo sanitario elettronico 2.0 uscito in Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre chiede che nel FSE di ogni italiano compaiano anche i dati relativi alle ricette di farmaci non passati dal Servizio sanitario. Ad esempio, ne dovrà prendere nota il farmacista compilando il dossier farmaceutico online dell’assistito. «Più che come un controllo sul medico prescrittore vediamo questa novità, di voler monitorare la spesa privata degli italiani a prezzo di simili passaggi burocratici, come un ennesimo aggravio – dice Breccia – che non facilita l’attività clinica ma fa perdere tempo a medico e paziente. E francamente stupisce come tra governo e regioni nessuno pensi al fatto che il medico convenzionato già è vessato di compiti informatici che portano via del tempo di cura, di note come la 101 che è stata sospesa e ripartirà a gennaio insieme a questa novità. A voler pensare male si potrebbe insinuare che si vuole controllare la spesa delle cure private degli italiani in un momento in cui il Servizio sanitario pubblico ha difficoltà ad essere rifinanziato». Significa che sempre più il governo starebbe immaginando che i cittadini si cureranno fuori dal servizio sanitario? «Che il servizio sanitario non stia bene purtroppo non è un’impressione. Direi che siamo alla frutta e non ci si può stupire della fuga dei professionisti».

Doctor 33

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