Anno: XXV - Numero 217    
Martedì 26 Novembre 2024 ore 13:30
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PENSIONI PIÙ MAGRE E I MEDICI FUGGONO

Altri 4mila camici bianchi pronti a lasciare nel 2024. Intanto, si profila lo sciopero contro la Manovra

PENSIONI PIÙ MAGRE E I MEDICI FUGGONO

In arrivo una nuova ‘emorragia’ di medici dal servizio pubblico per evitare il taglio delle pensioni, con 2mila camici bianchi che potrebbero lasciare il Servizio sanitario nazionale entro dicembre 2023. E altri 4mila si aggiungerebbero nel 2024: “Un colpo letale per il Servizio sanitario nazionale”, determinato dalla Manovra 2024 e dal taglio previsto sulle pensioni dei medici. “Chi può uscirà subito per evitare riduzioni”, dice all’Adnkronos Salute Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed che, insieme alla Cimo-Fesmed, ha già proclamato lo stato di agitazione a causa del taglio alle remunerazioni pensionistiche, “ma anche contro l’intero impianto della Manovra priva di sufficienti stanziamenti per il settore”, sottolinea il leader sindacale.

“A causa della legge di Bilancio potrebbero fuoriuscire, aventi diritto, in soli 2 mesi fino a dicembre, 2mila medici: gli basterà fare domanda entro 10 giorni” per evitare di incorrere nel taglio della loro pensione, spiega Di Silverio. E a questi, precisa, “si aggiungeranno tutti quelli del 2024 che, gradualmente, acquisiscono i termini previsti (67 anni e 42 anni e 10 mesi di contributi): altri 4mila, per un totale di 6mila medici in meno”.

Allo sciopero “ci arriviamo sicuro, a dicembre. Non è più una possibilità, è una realtà: con questa Manovra fatta così, se viene portata avanti senza cambiamenti sicuramente saremo costretti ad incrociare le braccia. E non per un giorno solo, ma sarà una protesta reiterata, lunga”, aggiunge il leader di Anaao Assomed che, insieme alla Cimo-Fesmed, ha già proclamato lo stato di agitazione a causa del taglio alle pensioni. “Ma questa norma ‘punitiva’ – spiega all’Adnkronos Salute – è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché nella Manovra mancano in generale le risorse necessarie per la sanità”.

L’unica strada che resta, dunque, è “scioperare. E noi, come abbiamo scritto – ribadisce il leader sindacale – scioperiamo contro una Manovra insipiente e inefficace dal punto di vista economico e normativo per il sistema sanitario. Noi prima stavamo aspettando la Manovra ufficiale, ma a questo punto non aspettiamo neanche la Manovra ufficiale – precisa Di Silverio – anche perché oggi è stata bollinata e reagiamo. Dopodiché deciderà il Governo quello che vuole fare: se ascoltarci, se investire sui professionisti, oppure se decretare la fine del sistema di cure pubblico”.

Redazione Adnkronos

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