La previdenza pubblica se la passa meglio di quella privata
Secondo il mainstream corrente la Previdenza dei Professionisti sarebbe preferibile rispetto a quella pubblica, gestita dall’Inps.
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Il confronto dei numeri porta però a concludere diversamente..
Vediamo allora i numeri che traggo dal X rapporto di Itinerari previdenziali, pag. 158, e dalla DELIBERA M.36 Inps del settembre 2023 , nota di assestamento di bilancio nonché dal 7 rapporto sulla regionalizzazione del bilancio previdenziale italiano del 7 novembre 2023.
La spesa pensionistica Inps per il 2021, al netto della Gias, è stata di 238.270 milioni di euro pari al 13,42 % del PIL.
Nel 2023, assestato, la spesa scende a 237.012 milioni di euro con un miglioramento dell’8,8% rispetto al preventivo con ricadute positive sulla gestione economica che presenta si un risultato negativo di 6.684 milioni di euro ma in miglioramento rispetto ai 9.717 preventivati.
Se depuriamo la spese pensionistica degli oneri per l’assistenza, il rapporto con il PIL scende al 12,01%, in linea con la media europea, e se togliamo anche l’Irpef, che è una partita di giro pari però a 62,1 miliardi, il rapporto scende al 8,6 % con un saldo attivo di 44,133 miliardi che rende sostenibile il sistema nel tempo.
La legge di bilancio 2024 ha ulteriormente “ ristretto i cordoni della borsa “ infatti
“In materia di previdenza sono prorogate per tutto il 2024 la misura per l’anticipo pensionistico ape sociale, con incremento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, e la misura opzione donna con un aumento di un anno del requisito anagrafico (complessivamente circa 0,1 miliardi nel 2024, 0,2 miliardi annui nel 2025 e nel 2026). Per il solo anno 2024 è altresì consentito l’accesso anticipato alla pensione per i soggetti che presentino contemporaneamente almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi (circa 0,15 miliardi nel 2024, 0,84 miliardi nel 2025 e circa 0,35 miliardi nel 2026)”
.( dalla relazione illustrativa ).
Ora passiamo a valutare la situazione delle Casse di Previdenza dei Professionisti.
Il report lo trovate
al capitolo 8, da pag. 75 a pag. 86 (www.itinerariprevidenziali.it).
È una miniera di dati sull’attività, iscritti, pensionati, patrimoni e gestori.
Come sempre manca la voce: il debito latente delle Casse di previdenza dei professionisti che, secondo i miei calcoli – mai smentiti – cuba tre volte la patrimonializzazione delle Casse pari, per il 2022, a 100,714 miliardi di euro. La situazione è ben descritta nelle slides che seguono.
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