Anno: XXV - Numero 214    
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Esigiamo di essere chiamati professionisti

La recente sentenza di Cassazione sull’ abusivismo professionale in tema di tenuta registri contabili e redazione dichiarazioni fiscali, ha ribadito quanto sentenziato dalla stessa Cassazione SS.UU. nel 2012

Esigiamo di essere chiamati professionisti

Ovvero bisogna sempre fornire  ‘chiare indicazioni’ da cui evincere con esattezza la professione svolta e i necessari riferimenti legislativi, onde evitare fraintendimenti o prevenire tentativi fraudolenti di abuso di professione che condanniamo con fermezza” così il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, in merito alla sentenza della Corte di Cassazione n. 4673/23, in tema di abusivismo della professione di dottore commercialista ed esperto contabile.

Nel 2013, dopo la sentenza della Cassazione SS.UU. n. 11545/2012 che ha anticipato l’obbligo di indicare sempre chiaramente la propria attività professionale e i riferimenti legislativi, la Legge 4/2013, a cui fanno riferimento i tributaristi, ha infatti reso obbligatorie tali indicazioni. Il professionista associativo ex Lege 4/2013, quale il tributarista dell’INT, ha l’obbligo, pena sanzioni irrogate ai sensi del Codice del Consumo oltre che dall’Associazione di appartenenza, di segnalare in tutti i documenti e comunicazioni, l’attività svolta, la denominazione dell’Associazione e il numero di iscrizione, nonché i riferimenti alla legge 4/2013.

“Nei confronti del  tributarista INT che non si attenga a tali obblighi, commettendo anche una violazione al Codice deontologico dell’ Istituto Nazionale Tributaristi, l’Associazione dove ciò fosse reiterato avvia provvedimenti disciplinari – dichiara Alemanno, che precisa – gli obblighi deontologici, di aggiornamento professionale, di sottoscrizione di adeguata polizza di responsabilità civile v/terzi, l’abilitazione alla funzione di intermediario fiscale, costituiscono garanzia per la nostra utenza. Garanzia che, per legge, è certificabile con il possesso dell’attestato di qualità e di qualificazione professionale dei servizi resi.

Esigiamo dai nostri tributaristi il massimo rispetto delle altre professionalità e delle norme che identificano la nostra attività professionale”, sottolinea Alemanno che puntualizza: “Però pretendiamo altrettanto rispetto, a partire dal fatto che il tributarista come tutti i professionisti, commercialisti compresi,  svolge un’attività di lavoro autonomo, e quando ci si rivolge loro bisogna indicarli come professionisti così come li definisce una Legge dello Stato, ciò però non sempre accade, per cui d’ora in poi valuteremo attentamente, con i nostri legali, se eventuali ‘errori lessicali’ nel definire il tributarista, siano il tentativo di sminuire o peggio denigrare la sua professionalità”.

 

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