Anno: XXVI - Numero 08    
Lunedì 13 Gennaio 2025 ore 14:15
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Sistema pensionistico a rischio crollo, senza riordino

Il Presidente del Cnel, Renato Brunetta, è stato audito ieri mattina in Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale.

Sistema pensionistico a rischio crollo, senza riordino

“Aver concesso per decenni pensioni non sostenute da un corrispondente gettito contributivo sta alla radice non solo del disavanzo pensionistico ma anche di gran parte del debito pubblico. In mancanza di un riordino, il rischio di un collasso dell’intero sistema è verosimile, con una spesa stimata fino al 23 per cento del Pil attorno al 2030”.

“Nel Dopoguerra due riforme con una visione”

“Dal dopoguerra ad oggi vi sono state solo due leggi di riforma del sistema pensionistico caratterizzate da una visione e da un progetto. La prima è la riforma Brodolini del 1969, un grande momento di riformismo che introduceva il sistema retributivo, prendendo a riferimento la retribuzione pensionabile degli ultimi tre (poi cinque) anni di lavoro. L’obiettivo era una pensione dignitosa per quanti avevano avuto una storia lavorativa e contributiva tormentata nell’immediato dopoguerra. Con la riforma Dini del 1995 si passa al sistema contributivo, ma lo si è fatto a partire dai nuovi assunti, mentre per chi aveva a quella data almeno 18 anni di anzianità è rimasto interamente all’interno del sistema retributivo fino a quando, con la legge Fornero, il calcolo contributivo è stato esteso a tutti”.

“Riforma Dini e successive hanno penalizzato giovani

“Il difetto della riforma Dini del 1995 è stato quello di aver scaricato l’equilibrio del sistema sui futuri pensionati, salvaguardando soprattutto i lavoratori più anziani. Per i giovani ci sarebbe stata la previdenza complementare. Così, le successive riforme hanno cercato di rendere più breve ed equa la transizione, anche per ottenere dal sistema pensionistico un contributo al risanamento di quei conti pubblici che ha contribuito a destabilizzare. Il problema di questa riforma e delle aggiunte successive è che sono tutte figlie di un progetto con la testa rivolta all’indietro, nel senso che non si pone l’obiettivo di come garantire ai lavoratori giovani di oggi, chiamati per decenni a versare un terzo del loro reddito per finanziare le pensioni in essere un trattamento adeguato. Il problema per i lavoratori giovani non è il metodo di calcolo contributivo ma la qualità del loro lavoro, in un mercato contraddistinto da discontinuità, precarietà e crisi”. Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in audizione davanti alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale.

“Stop ‘bricolage’, guardare al futuro”

“Sulle pensioni, dopo anni di ‘bricolage’ e di manutenzione, oggi è il momento di guardare al futuro. Abbiamo un nuovo mondo e non possiamo più pensare di sostenere questo nuovo mondo con gli occhiali del passato, coi cambiamenti epocali che si stanno verificando. Per questo ho chiesto al Consiglio di presidenza di costituire un gruppo di lavoro sulle pensioni, per produrre riflessioni di alto profilo su sostenibilità economica ed equità intergenerazionale”. Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in audizione davanti alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale. “Riflessioni – ha aggiunto – scevre da condizionamenti di parte – perché il Cnel deve confrontarsi con quella che è una delle tematiche più importanti del nostro tempo”.

“Lotta a evasione e aumento occupati per sistema più equo”

“In Italia nel 2022 per circa 220 miliardi netti erogati per le pensioni sono stati raccolti contributi previdenziali per 260 miliardi. Il surplus di gettito è stato utilizzato per finanziare le altre spese previdenziali e assistenziali. Se nei prossimi anni il margine dovesse ridursi, bisognerebbe pensare ad aumentare la base contributiva. Dal punto di vista della finanza pubblica per avviare a soluzione il problema occorre aumentare la base imponibile, su cui applicare l’aliquota contributiva di equilibrio, in modo da aumentare il gettito contributivo. Più occupati, meno evasione uguale giustizia tra generazioni e sostenibilità. Per questo occorre che ogni riforma pensionistica sia accompagnata da riforme del lavoro volte ad aumentare il tasso di occupazione, soprattutto nella componente femminile e dei neet, nonché rafforzare il contrasto all’evasione contributiva”. Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in audizione davanti alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale.

“Presto gruppo lavoro al Cnel”

“Ho chiesto al Consiglio di presidenza di costituire un gruppo di lavoro sulle pensioni, per produrre riflessioni di alto profilo su sostenibilità economica ed equità intergenerazionale. Riflessioni – ha aggiunto – scevre da condizionamenti di parte – perché il Cnel deve confrontarsi con quella che è una delle tematiche più importanti del nostro tempo”.

“Immigrazione regolare può essere risposta a squilibrio contributivo”

“L’immigrazione, se regolare, può essere una delle risposte anche allo squilibrio contributivo. Coi dovuti controlli, ovviamente perché, se c’è lassismo per esempio a livello dei ricongiungimenti, ne soffre la trasparenza e la sostenibilità”.

“Sulle pensioni serve obbligo ‘copertura’ come per le leggi”

“Per le pensioni serve un ‘cerbero istituzionale’: dovrebbe funzionare come per le leggi che comportano una spesa, che hanno sempre bisogno di una copertura. Per ogni norma di spesa pensionistica dovrebbe esserci un corrispettivo in termini di sostenibilità economica e sociale. In ogni caso, la spesa deve sempre restare in equilibrio con le entrate contributive”.

“Fondamentale tendere ad approccio universalistico”

“Io sono comunque per un approccio universalistico. Un welfare previdenziale obbligatorio ha senso solo se universalistico”.  Lo ha detto il presidente del Cnel, Renato Brunetta, nella replica dopo l’audizione davanti alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale.

“Sindacati hanno sempre sostenuto grandi riforme”

“In questo paese, nei periodi di grandi riforme, i sindacati sono sempre stati dalla parte delle riforme e mai dalla parte degli egoismi. Il contributo del Cnel, come casa dei corpi intermedi, ci sarà su questo e altri temi”. Lo ha detto il presidente del Cnel, Renato Brunetta, nella replica dopo l’audizione davanti alla Commissione bicamerale di controllo sugli enti gestori della previdenza sociale, rivolgendosi in particolare alle ex-leader di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan, componenti della commissione.

Per vedere il video integrale dell’audizione del Presidente del CNEL, clicca qui.

© Riproduzione riservata

Fonte: Ansa

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