La Corte dei conti boccia la precompilata
Un fallimento del sistema che dovrebbe preoccupare il Governo e indurre un cambiamento
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Fin dal suo debutto nel 2015, abbiamo espresso forti perplessità nei confronti dell’intera operazione della dichiarazione precompilata, e nel corso degli anni la nostra Associazione non ha mai mancato di evidenziare i pesanti limiti del sistema, limiti che evidentemente” sostiene Marco Cuchel Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti “spiegano le ragioni del fallimento di questa esperienza”.
“È un fallimento” prosegue il Presidente Cuchel “che i dati ufficiali forniti dalla Corte dei Conti nella sua Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2022, presentata lo scorso mese di giugno, mettono inequivocabilmente nero su bianco.
Nella relazione, i dati sulle dichiarazioni precompilate, nello specifico 730 e redditi PF, riguardano l’ultimo quinquennio e, sostanzialmente, su oltre 23 milioni di dichiarazioni 730 poco più del 17% sono quelle trasmesse direttamente dal contribuente, che nella maggior parte dei casi ha comunque integrato o modificato la propria dichiarazione. Ciò significa che il numero di soggetti che hanno accettato la dichiarazione così come proposta dall’Agenzia delle Entrate è molto esiguo.
Nel corso del 2022 si è registrata addirittura una flessione del numero delle dichiarazioni trasmesse direttamente dal contribuente, la crescita degli invii effettuati tramite i professionisti intermediari e i Caf è stata invece costante negli anni, con una quota che corrisponde a poco meno dell’85%.
In presenza di dati ufficiali che fotografano un sistema i cui risultati sono da ritenersi assolutamente deludenti rispetto agli obiettivi posti, si fatica a comprendere come non si avverta da parte del Governo e delle Amministrazioni interessate l’urgenza di mettere in discussione e rivedere l’intera operazione, anche in ragione dei costi, diretti (le risorse pubbliche impiegate per lo sviluppo, l’implementazione e la manutenzione del sistema) e indiretti (sostenuti dai privati, sia in termini di digitalizzazione sia di risorse umane, per rispondere alle richieste dell’Amministrazione Finanziaria), che questa comporta, sebbene su tale aspetto, che imporrebbe piena trasparenza, non siano disponibili dati certi sull’entità delle risorse impiegate in questi anni.
L’intenzione del Governo è invece quella di implementare ulteriormente le precompilate con la dichiarazione iva, i registri iva ed anche con la dichiarazione redditi per le attività economiche, una scelta che appare del tutto incomprensibile alla luce dei dati a disposizione.
Riteniamo” conclude Cuchel “che sia una sola la soluzione in grado di favorire la compliance e quindi l’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali: tutti i dati di cui l’Amministrazione Finanziaria è in possesso siano messi a disposizione dei contribuenti e dei commercialisti che li assistono nella forma analitica”. “In questo modo” prosegue Cuchel “verrebbe favorita la regolarizzazione spontanea da parte del contribuente, come anche la correzione dei dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria, e si potrebbe così, finalmente, abbandonare in modo definitivo la stagione della precompilata”.
L’Anc non ha risparmiato critiche neppure allo strumento del Civis e i dati forniti dalla Corte dei Conti sulle comunicazioni di irregolarità, a seguito di liquidazione automatizzata art. 36 bis e 54 bis, che risultano essere state annullate e rettificate (nel 2022 sono poco meno di 1 milione) sono la prova evidente che il Civis, così com’è, non funziona e che per risolvere le pratiche resta indispensabile, con le difficoltà che questo comporta, rivolgersi gli uffici dell’Amministrazione Finanziaria (sono oltre 850 mila le comunicazione annullate o rettificate presso gli uffici territoriali, a fronte delle poco più di 123 mila comunicazioni gestite tramite call center o in via telematica nell’anno 2022).
“Questi dati sulle comunicazioni di irregolarità” conclude Cuchel “sono la prova evidente che non si può pensare di affidarsi a controlli interamente automatizzati, per limitare infatti l’incidenza degli errori, in tutte le attività di controllo è necessario che resti centrale il fattore umano”.
Anc Comunicazione
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