RINNOVATO IL CONTRATTO DEI MEDICI NEL LAZIO
L'intenzione dell'amministrazione regionale è chiara: da una parte, si vuole garantire la continuità del servizio, dall'altra, si vuole fare in modo di chiudere definitivamente il capitolo con il precariato
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Tutti in corsia. La Regione Lazio ha deciso di rinnovare il contratto di tutti i lavoratori precari della Sanità. Duemila persone, dalle specializzazioni più varie (dai medici agli infermieri, passando dagli Oss) hanno il contratto rinnovato fino al 30 giugno del 2024. Ma con un’assicurazione: entro aprile l’amministrazione definirà per loro anche la stabilizzazione. Quindi, a tempo indeterminato. Lo ha disposto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il direttore della Direzione Salute e Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Andrea Urbani con una nota inoltrata ai direttori generali e ai commissari straordinari delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere, dei policlinici e degli istituti. Nella lista, anche i 16 lavoratori di Tor Vergata che erano stati inseriti in una richiesta di stabilizzazione e poi non rientravano nel fabbisogno dell’azienda ospedaliera presentato a novembre.
L’intenzione dell’amministrazione regionale è chiara: da una parte, si vuole garantire la continuità del servizio (facendo in modo che non ci sia alcun vuoto nei primi mesi dell’anno), dall’altra, si vuole fare in modo di chiudere definitivamente il capitolo con il precariato. Per questo Rocca ha chiesto di avviare le procedure di stabilizzazione in tutte le aziende sanitarie entro aprile e ha dato mandato ai direttori generali e ai commissari straordinari di procedere.
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Il 31 dicembre, dunque, nessun operatore sanitario perderà il posto di lavoro. Il rinnovo e la stabilizzazione dei precari è stato condotto senza la firma dei sindacati, che non hanno voluto l’intesa perché hanno addotto, dicono dalla Regione, «motivi pretestuosi come il riferimento da parte regionale di limiti di fabbisogno e di spesa». «Il contrasto al precariato è una priorità di questa amministrazione – dice Rocca – E mi meravigliano i sindacati: nessun lavoratore ha mai rischiato di rimanere a casa. È stato gettato terrore nei confronti di 2.000 persone che meritano solo rispetto e garanzia dei diritti», I sindacati, spiega il presidente della Regione, «lo sapevano benissimo e questo mi ha ferito personalmente perché credo nella trasparenza delle relazioni».
Ora si apre il processo di internalizzazione. Ai sindacati «abbiamo detto che quando si faranno le stabilizzazioni nei prossimi mesi, noi guarderemo ai fabbisogni degli organici e ai limiti di spesa. Il che vuol dire che, verificando azienda per azienda, ci sarà l’assorbimento di tutti i precari che parteciperanno alle selezioni secondo le norme. Potrebbe esserci per pochissimi un rischio di non avere il posto in pianta organica all’interno di una struttura ma l’impegno della Regione è quello di valutare il ricollocamento presso altre strutture: stiamo comunque parlando di una minima percentuale a fronte di un ricorso massiccio all’esternalizzazione di servizi fatto nel passare non da questa amministrazione. Questo doppio binario e doppia morale mi ha infastidito. E mi auguro che sia terminato una volta per tutte». Sebbene i sindacati non abbiano firmato, davanti a un atto di portata simile, si trovano davanti all’intenzione di riaprire un dialogo con la Regione. «Siamo soddisfatti di questa presa di posizione che smentisce quanto invece affermato dalla direzione regionale, anche attraverso una apposita circolare inviata a tutte le aziende, dove si subordinava la proroga ad una serie di condizioni tecniche che non garantivano la completa attuazione delle stabilizzazioni – dice Giancarlo Cosentino, reggente della Cisl Fp Lazio – Attendiamo di essere convocati per formalizzare in un accordo con le parti sociali la decisione annunciata dal presidente Rocca». «Se la volontà della Regione è quella di procedere alle stabilizzazioni, come sollecitato dalla Cisl, senza disperdere un solo posto di lavoro siamo pronti a riprendere il confronto per giungere presto ad una intesa», aggiunge.
Il Messaggero
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