Commercialisti, la professione italiana incontra quella anglosassone
Meeting a Londra del Consiglio nazionale italiano con gli Istituti professionali di Gran Bretagna e Irlanda Ancora un appuntamento internazionale per il Consiglio nazionale dei commercialisti.
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In un meeting tenutosi ieri a Londra presso la Chartered Accountants’ Hall, il presidente Elbano de Nuccio, accompagnato dal vicepresidente di Accountancy Europe, Giancarlo Attolini, ha incontrato i rappresentanti della professione di Gran Bretagna e Irlanda, riuniti sotto la sigla CCAB, che conta cinque membri: Icaew, Acca. Gipfa, Icas (Scozia) e Chartered Accountants (Irlanda). Dopo la riunione delle scorse settimane con i colleghi scandinavi, quella di oggi è stata una nuova occasione sia per illustrare le caratteristiche della professione italiana, sia per confrontare i punti di vista e le strategie con i colleghi anglosassoni. “Questo nuovo incontro internazionale – commenta de Nuccio – ha una valenza particolare. Quella anglosassone è da un lato una professione che svolge un ruolo estremamente significativo nel contesto internazionale, dall’altro esprime delle peculiarità che la differenziano in maniera importante dalla tradizione delle professioni economico-contabili continentali. Il fatto che su loro invito i colleghi d’oltremanica abbiano voluto ascoltare il nostro modo di intendere e esercitare la professione e aprire un confronto con il nostro Consiglio nazionale è estremamente significativo. Si tratta di un tassello molto importante della nostra strategia volta a creare una sinergia tra istituti europei con l’obiettivo di favorire la crescita delle professioni contabili in ambito internazionale ed incidere sull’agenda dei lavori dei policy makers comunitari”.
Nel suo intervento alla riunione londinese, il numero uno dei commercialisti italiani ha sottolineato “i cambiamenti e le difficoltà di questi anni, gli equilibri europei modificati dalla Brexit, la crisi legata alla pandemia, le guerre in corso. A ciò si aggiungono le sfide della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale. Tutte questioni che siamo chiamati ad affrontare come Istituti nel sostenere i nostri membri, rimodellando i servizi per affrontare una dura concorrenza, ma restando comunque fedeli al nostro ruolo di anello di congiunzione tra diverse parti (decisori politici, legislatori, imprese, società civile), a livello nazionale, europeo e internazionale. Alcune sfide – ha aggiunto – riguardano l’armonizzazione di sistemi molto differenziati, altre riguardano invece la “traduzione” e l’adattamento nel nostro sistema nazionale di quanto è stato concepito a livello unitario. Su questo insieme di temi il nostro confronto può essere utile per il futuro comunitario e extracomunitario.
Tutti gli interlocutori incontrati – ha concluso – hanno espresso un particolare apprezzamento per il dinamismo impresso dal Consiglio nazionale dei commercialisti italiani nella sua azione in Europa, contribuendo al dibattito internazionale su sfide comuni. Di questo ha parlato la chair di CCAB, Julia Penny, che ha lodato l’impegno italiano in questo ambito anche in connessione con le riforme in atto nel nostro Paese. Si è convenuto di avviare un costante coordinamento tra il Consiglio nazionale e gli istituti britannici, in particolare con riferimento ai temi trattati da IFAC (l’Organismo che riunisce i professionisti economici di tutto il mondo) e Accountancy Europe. Un cambio di approccio grazie al quale l’Italia intende farsi portavoce a livello internazionale delle esigenze della professione contabile e svolgere un ruolo di guida nell’Unione Europea e in tutti i contesti internazionali”.
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