Mediazione: in arrivo una rivoluzione con la “Riforma Cartabia”
L’assenza degli amministratori pubblici comporta la trasmissione degli atti agli organi di vigilanza e alla Corte dei conti.
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“Una rivoluzione si ‘nasconde’ in un articolo della vasta riforma ‘Cartabia’ che ha cambiato profondamente il nostro sistema giudiziario. L’obbligo di partecipare alla mediazione civile ha da sempre riguardato chiunque volesse adire alla giustizia ordinaria. La novità assoluta, di cui pochi si sono accorti, è che l’assenza degli amministratori pubblici chiamati in mediazione, comporta la trasmissione degli atti agli organi di vigilanza e alla Corte dei conti con pesanti conseguenze a carico di chi, oggi ignaro, diserta o boicotta gli incontri previsti dalla legge sulla mediazione civile obbligatoria”. Lo afferma Riccardo Izzo, presidente della Commissione Nazionale Adr dei commercialisti italiani e numero uno di Medì, organo di mediazione dell’Odcec di Napoli, nel corso del convegno promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi.
Il presidente della Corte dei conti, Antonio Giuseppone sottolinea “l’importanza di una inedita funzione di prevenzione, finalizzata ad evitare le gravi conseguenze che potrebbero derivare a carico di chi svolge un ruolo nella governance nella pubblica amministrazione, che ad oggi sono ancorati ad una obsoleta idea di poter agire solo a seguito di una sentenza di un giudice e dove una ‘firma’ rappresenti una assunzione di responsabilità, sfatando questo falso mito che oggi, ‘al contrario,’ può rappresentare un rischio”.
Tra i principali fautori dell’istituto della mediazione c’è Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione Odcec di Napoli e consigliere di Medì: “È sempre stata una valida alternativa alla giustizia civile, appesantita dalle sue lentezze e lungaggini con processi che durano anni senza approdare mai a risultati concreti in tempi utili. Questo è uno dei principali motivi per i quali gli imprenditori esteri non investono nel nostro Paese. Con la mediazione i commercialisti sono attori principali di un percorso che può garantire ai cittadini quei risultati che la giustizia ordinaria non riesce a dare”. Da sempre riferimento della complessa organizzazione di Medì composta di un Organismo di Mediazione, Organismo O.c.c. per la gestione della crisi da sovraindebitamento (c.d. legge “salva suicidi”) e l’ente di formazione per docenti, mediatori e gestori. Organismi da sempre voluti e sostenuti da Vincenzo Moretta e senza il quale (precisa Riccardo Izzo) questa complessa organizzazione non sarebbe stata possibile.
Accorato appello di Elisabetta Garzo, presidente del tribunale di Napoli, che invita ad una “formazione finalizzata a creare mediatori specializzati ed esperti idonei a dirimere le controversie limitando il ricorso alla giustizia civile”.
Secondo Marco Carlomagno (segretario generale Flp) “la mediazione è un istituto che, come tutte le tecniche alternative della risoluzione delle controversie, andrebbe potenziato cambiando anche la cultura di una magistratura che non deve essere più solo giudicante ma un organo che sia in grado di gestire e suggerire soluzioni che vadano nell’interesse dei cittadini e delle imprese, consentendo di risolvere le controversie in modo rapido e valorizzando il principio della negoziazione che è fondamentale per il rilancio del Paese”.
Promotrice dell’incontro Antonella La Porta che evidenzia l’impegno dell’Organismo di Mediazione dell’Ordine e dell’ente di Formazione per valorizzare le capacità dei mediatori ad impiegare le tecniche di comunicazione e promuovere gli importanti incentivi economici tra i quali esenzione d’imposta sia per le spese di mediazione che per le spese legali.
Al forum ha introdotto i lavori Matteo De Lise, presidente nazionale dell’Associazione italiana degli esperti della composizione della crisi. In autunno ci sarà un seminario sulla cultura dei metodi ADR risoluzione delle controversie alternative alla giustizia ordinaria.
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