Ora legale: quanto ci fai risparmiare?
La domanda si pone ogni anno: quanto risparmieremmo tenendo l'ora legale un mese in più o tutto l'anno? Il primo punto è se esista davvero un risparmio e poi bisogna capire quanto.
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L’ultimo fine settimana di marzo e l’ultimo di ottobre. Date ormai fisse. Nel primo arriva l’ora legale che resta per la primavera e l’estate, nel secondo torna l’ora solare, quella naturale, che teniamo per nei mesi più freddi. Il cambio avviene sempre in una notte fra sabato e domenica: lancette avanti di un’ora in primavera, per guadagnare un’ora di luce la sera, indietro in autunno.
Da sempre al cambio dell’ora si fanno i conti. L’ora legale in Europa per la prima volta venne introdotta nel mezzo della Grande Guerra per risparmiare carbone. In generale la luce solare più a lungo fra pomeriggio e sera permette di utilizzare meno quella elettrica. Il dato dello scorso anno dice che i sette mesi di ora legale hanno permesso al sistema elettrico italiano di risparmiare consumi per 370 mln di kWh, equivalenti ai consumi di 140mila famiglie, pari a circa 90 mln di euro. Terna spiega che «i benefici dell’ora legale riguardano anche l’ambiente: il minor consumo elettrico ha infatti consentito di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 180 mila tonnellate».
Oltre 2 miliardi di euro, secondo il calcolo di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, sono stati risparmiati dal 2004 al 2023. Il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 11,3 mld di kWh.
Secondo uno studio del Centro Studi di Conflavoro PMI, mantenere l’ora legale avrebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro nel 2023, sui consumi dell’elettricità basandosi sui costi applicati alle 147 ore di luce naturale che si guadagnerebbero mantenendo l’ora legale. Dati dell’Europarlamento, precedenti ai rincari energetici partiti nel 2022, dicono che il cambio di orario faceva guadagnare in media nella UE lo 0,34% dell’energia consumata. In Italia dal 2004 al 2021 il risparmio è stato di circa 1,8 miliardi di euro. Considerando i prezzi aumentati dell’energia il risparmio 2022 e 2023 sarebbe stato maggiore.
Non tutti però sono d’accordo. Un’ora in più di luce la sera, la toglie alla mattina. Va bene per gli uffici e parte dell’industria, non per l’agricoltura: se il tramonto si posta dalle 16 e 30 alle 17 e 30 si guadagna luce in un orario con attività in funzione, molto più di quelle fra le 7 e 30 e le 8 e 30 del mattina.
Se si guarda però ai dati che possediamo il risparmio esiste, ma è limitato. I sette mesi di orario estivo permettono di far scendere le bollette di circa 190 milioni di euro, per una quantità di elettricità pari a quella utilizzata da 150mila famiglie, in Italia ce ne sono più di 25 milioni. Sono poche. Il dato rappresenta solo lo 0,13 per cento di quanto consumato. Vero però che in quelle ore d’inverno ci sono più attività.
Esistono petizioni on line e movimenti che chiedono di evitare il cambio e di tenere l’ora legale per tutto l’anno. La Società Italiana di Medicina Ambientale assieme a Consumerismo No Profit ha avviato una raccolta firme per chiedere al Governo l’ora legale permanente. Spiega la Sima: «Sul fronte energetico l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti, e si considerano solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, ad un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui. A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi».
Alessandro Miani, presidente Sima si fa portavoce di una proposta: «Chiediamo al governo Meloni di impegnarsi per arrivare in Italia all’abbandono definitivo dell’ora solare adottando l’orario legale tutto l’anno. Una possibilità prevista dall’Unione Europea che già nel 2019 ha approvato una Direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l’anno lasciando ampia discrezionalità agli Stati Membri, auspicando un coordinamento tra le varie nazioni per evitare ripercussioni sugli scambi commerciali e i movimenti transfrontalieri».
Sempre la Società Italiana di Medicina Ambientale dice che i passaggi fra l’ora solare e l’ora legale hanno ripercussioni negative sulla salute. Ci sarebbe un’alterazione del ritmo circadiano che porterebbe effetti sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Studi avrebbero attestato una correlazione tra cambio di orario e patologie cardiache, con l’Università di Stoccolma che ha riportato un’incidenza del +4% di attacchi cardiaci nella settimana successiva al passaggio al nuovo orario. Ci sono problemi di sonno e anche un incremento di incidenti sulla strada e sul lavoro nelle prime settimane dopo il cambio.
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