Aveva ragione Oriana. Integrazione fallita
Una parte della città festeggia il Ramadan e crede in Allah. Un'altra parte festeggia il Natale e crede in Dio.
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Una parte della città festeggia il Ramadan e crede in Allah. Un’altra parte festeggia il Natale e crede in Dio. Nella parte che festeggia il Ramadan, girano poche donne e tutte velate. Quando pregano, lo fanno separatamente dagli uomini, come si visto ieri nelle piazze. Nell’altra parte, girano parecchie donne e tutte senza velo. Quando pregano, lo fanno insieme con gli uomini. Nella parte delle donne velate, ci sono scuole dove, in alcuni classi, gli stranieri o i figli italiani degli immigrati non parlano bene l’italiano. Nell’altra parte, gli scolari sono quasi tutti italiani che parlano bene l’italiano. Nella parte delle scuole con pochi italiani, si vedono tanti passeggini e ragazzini. Nell’altra parte, i minorenni sono quasi scomparsi. In alcune città, soprattutto in Inghilterra, una parte tende a organizzarsi secondo le proprie leggi e risponde del proprio comportamento davanti a istituzioni parallele note come corti islamiche. L’altra parte ha solo la legge dello Stato. Nelle periferie dove non si parla italiano, le forze dell’ordine entrano malvolentieri perché il livello di minaccia e di scontro è troppo alto. Altri quartieri sonnecchiano tranquilli, sicuri del proprio intoccabile privilegio. I progressisti esaltano la contaminazione e il meticciato ma si chiudono in case simili alle casseforti. I progressisti esaltano il multiculturalismo, ma come massimo contributo portano in tavola cibi esotici, accanto agli amati prodotti a chilometro zero.
Le polemiche sulle festività scolastiche, in cui ogni istituto per ora va in ordine sparso, infilandosi nelle pieghe di regolamenti superati dai fatti, ricordano parecchio le parole di Oriana Fallaci ai tempi della Trilogia pubblicato dopo l’11 settembre 2001. Secondo la scrittrice, i quartieri di troppe città, stravolte dal cambiamento demografico, hanno perso l’identità europea per acquisire quella magrebina. Parigi è la capitale dell’Europa islamizzata, Eurabia. Gli amministratori hanno già rinunciato a far valere la legge nei quartieri ove la presenza musulmana è massiccia. L’integrazione è impossibile e neppure desiderata da molti immigrati che non credono nello stile di vita e nell’ordinamento laico della democrazia liberale. La convivenza, così, non è possibile. Un musulmano, proseguiva Oriana, deve obbedire alla sharia anche quando prescrive norme inconciliabili con la nostra Costituzione. È il caso della poligamia. O del trattamento da riservare a mogli e figlie. Il Corano ordina la sottomissione e l’obbedienza al marito. Le nostre leggi però stabiliscono l’uguaglianza dei sessi, difendono la libertà della donna, vietano atti discriminatori nei suoi confronti. Possiamo derogare alle nostre regole? Ovviamente no.
Per metterci in guardia, la Fallaci nella Forza della Ragione usa le parole del grande economista liberale Friedrich von Hayek a proposito della Russia bolscevica e della Germania nazista. «Qui non si abbandonano soltanto i principii di Adam Smith e di Hume, di Locke e di Milton. Qui si abbandonano le caratteristiche più salde della civiltà sviluppatasi dai greci e dai romani e dal Cristianesimo, ossia della civiltà occidentale. Qui non si rinuncia soltanto al liberalismo del 1700 e del 1800, ossia al liberalismo che ha completato quella civiltà. Qui si rinuncia all’individualismo che grazie a Erasmo da Rotterdam, a Montaigne, a Cicerone, a Tacito, a Pericle, a Tucidide, quella civiltà ha ereditato… Chiunque neghi l’individualismo nega la civiltà occidentale».
Teniamo a mente queste parole, quando giudichiamo i provvedimenti che provano a stabilire (o ristabilire) regole comuni e quindi vera integrazione.
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