Dal sit in di Roma ai territori di tutta Italia
Ritorniamo sulla manifestazione del 19 Aprile in ragione della enormità delle sollecitazioni che stiamo ricevendo, assolutamente esorbitanti rispetto al numero delle partecipazioni.
In evidenza
Tantissimi, assenti al sit-in romano, ci chiedono di conoscere l’esito dell’evento e se, a seguito di esso, i pagamenti dovuti a Cassa siano stati ridotti o addirittura obliterati.
Ovviamente daremo una risposta, anche se l’ingenuità sottesa alla richiesta ci fa sorridere, amaramente però.
Chiunque abbia un minimo di conoscenza della politica forense e del sindacalismo, anche solo per aver letto qualche giornale in vita sua, sa bene che non è una singola manifestazione che può decretare una vittoria su tutta la linea in una vertenza; e la speranza che invece ciò sia potuto accadere stupisce a maggior ragione perché proveniente, per la maggior parte, da colleghi e colleghe che alla manifestazione hanno scelto di non esserci, per occuparsi dei propri affari e problemi: esattamente come avrebbe potuto fare chi invece si è sobbarcato spese e viaggi per dare, con la propria presenza, un segno tangibile di protesta e proposta.
È ora che gli avvocati registrino un dato: se non si fa massa critica, anche raggiungendo numeri importanti, non si vince. Lamentarsi nei corridoi non è d’aiuto, così come non serve dire a chi si mette in gioco “bravo, bravissimo” senza collaborare a che la protesta diventi massiva.
Ciò premesso, veniamo ad un altro report della manifestazione del 19 aprile.
Avevamo circa 400 adesioni certe, nominative, con elenco pubblicato su tutti i social. Conoscendo la profonda allergia della categoria a muoversi realmente, e l’abitudine della medesima a far promesse senza realmente pensare di mantenerle, sapevamo bene che il numero si sarebbe ridotto di molto. Eravamo dunque in circa 250: numero che a noi è parso notevole, certamente il più alto registrato in manifestazioni organizzate dal basso senza supporto delle istituzioni di vertice.
All’esito del sit-in, una delegazione di nove persone, composta per la maggior parte e per la prima volta in assoluto, da donne, sei per la precisione, è stata ricevuta dal presidente di Cassa Forense alla presenza di alcuni componenti del Consiglio di amministrazione dell’ente.
Dal colloquio abbiamo inteso che Cassa potrebbe riformulare il testo della riforma previdenziale muovendosi nella direzione indicata dalla nostra piattaforma almeno su tre punti (è bene evidenziare che il documento di rivendicazione politica e sindacale con le nostre proposte per l’equità previdenziale ed assistenziale era stato già anticipato via mail a Cassa Forense e ancor prima a tutte le istituzioni forensi nazionali, Cnf e Ocf, ai vari Coa e, l’8 aprile, alle associazioni maggiormente rappresentative).
Il primo punto è l’eliminazione del privilegio dei più vecchi iscritti (che Cassa avrebbe voluto trattenere nel sistema retributivo) con conseguente passaggio per tutti e tutte al sistema contributivo a far data dall’entrata in vigore della riforma.
Il secondo punto, assai importante, riguarda l’innalzamento dell’integrazione al minimo delle pensioni, che la riforma bocciata dai ministeri aveva ridotto addirittura da 13.000 a 9.000 euro.
Il terzo punto riguarda i nuovi iscritti (che sono tenuti a pagamenti ridotti a fronte dei quali allo stato viene però riconosciuta solo mezza annualità contributiva), rispetto ai quali, come da noi proposto, sembrerebbe ci sia disponibilità ad un incremento del riconoscimento del tempo di anzianità.
Naturalmente speriamo che possano trovare accoglimento anche altre proposte del nostro documento soprattutto le correzioni solidaristiche al sistema contributivo puro da finanziarsi con l’aumento delle risorse dai redditi altissimi della categoria, ma crediamo che già aver orientato Cassa Forense nella direzione da noi indicata, se questo dovesse trovare conferma nel testo definitivo della riforma previdenziale, sia un primo, importante risultato.
E come sarà stato ottenuto questo risultato?
Con la manifestazione del 19 aprile!
Mai prima d’ora si è vista una manifestazione organizzata da singoli avvocati e avvocate così numerosa, così come mai si è vista una delegazione composta da sei donne e tre uomini, mai in assoluto; ma soprattutto, se confermato dal testo della riforma, sarebbe la prima volta in assoluto che Cassa recepisce almeno alcune delle proposte avanzate dal basso e supportate una manifestazione indipendente (frutto di uno studio accurato, e compendiate in un documento lungo, articolato e preciso).
È chiaro che il cammino è ancora lungo. Ed è altrettanto chiaro che la categoria è chiamata oggi a sostenere il cammino del nostro Movimento, che naturalmente non si ferma qui.
Adesso è la fase della strutturazione sui territori. Abbiamo dato dimostrazione che senza soldi e senza santi in paradiso si può fare molto: e che più saremo ad organizzarci, più saremo a partecipare, più il nostro peso politico e contrattuale aumenterà.
Pertanto chiediamo ad avvocati e avvocate un salto di qualità.
Vi chiediamo di esserci, di partecipare.
Il Movimento19Aprile vuole e deve crescere, le nostre rivendicazioni sindacali hanno bisogno di menti e di braccia.
E potremo crescere solo se voi ci sarete.
Entro qualche giorno pubblicheremo un comunicato per raccogliere le vostre adesioni: vi chiederemo di esserci, e di essere operativi e operative come referenti nei fori.
Vi chiederemo di dedicare parte del vostro tempo, come abbiamo fatto noi, al sostegno e allo studio per le nostre legittime vertenze sindacali.
Altre Notizie della sezione
Prorogare le modalità di svolgimento dell’esame di stato per il 2025
10 Gennaio 2025Lo chiede l'Associazione Italiana Giovani Avvocati.
Giudici di pace al collasso.
10 Gennaio 2025L’allarme degli avvocati. Il Governo intanto riapre alcuni Tribunali soppressi.
Avvocati, solo 1 su 10 ha un reddito superiore a 2.000 euro al mese.
09 Gennaio 2025I costi della professione sono decisamente alti, aumentano le cancellazioni dalla Cassa forense e in molti abbandonano l'attività. Ecco cosa fare per risolvere il problema: «lo studio legale va gestito come una azienda», spiega l’esperto.