Passa la stretta sul superbonus
Lo sgravio non c’è più e rate in 10 anni: cosa cambia.
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La Camera dà l’ok definitivo al dl superbonus, che diventa legge. Hanno votato a favore 150 deputati e contro 109. Sul decreto, ieri, il governo aveva incassato fiducia. Il superbonus cambia dunque per come voluto dal ministro dell’Economia Giorgetti, in particolare sul fronte della dilazione delle rate in un tempo più lungo. Il rientro delle spese per lavori edilizi verrà ripartito in dieci anni (e non più in quattro, come era fino a ora) e questa nuova modalità riguarda tutte le spese sostenute a partire da gennaio 2024 e non solo a quelle fatte d’ora in poi. L’effetto è, dunque, retroattivo, e questo è stato uno dei punti più contestati nel dibattito delle scorse settimane. In più, il nuovo decreto prevede a partire da gennaio 2025 lo stop alla compensazione per banche e assicurazioni dei crediti da bonus edilizi con i contributi Inps e Inail.
“Oggi sappiamo che avremo sempre più fiducie per nascondere la crisi evidente di questa della maggioranza. Il voto forzato sul superbonus avviene perché il governo, attraverso condoni, ha favorito l’evasione fiscale e ora, con scelte inadeguate, dimostra la sua incompetenza con modifiche che creano anche mal di pancia a una parte della maggioranza”. Ha dichiarato il deputato dem, Virginio Merola, Capogruppo Pd in Commissione finanze nella dichiarazione di voto finale sul decreto legge Superbonus.
“Da 19 mesi- ha aggiunto Merola- il governo ha in mano la questione superbonus e non ha elaborato alcuna strategia se non quella di prorogare le misure – prima tra tutte quella per le cosiddette villette con un esborso di 66 dei 120 miliardi dei crediti fiscali disponibili – e dare o bloccare deroghe per calcoli elettorali e contrasti tra la stessa maggioranza. Nel frattempo il governo non dà alcuna risposta sulla stima delle risorse delle fatturazioni che avranno effetto quest’anno. Quello che è chiaro è che senza il PNRR o il superbonus, misure volute dal Pd, l’Italia sarebbe in stagnazione e non ci sarebbe alcuna crescita del Pil. Oggi si vota un atto retroattivo che colpisce famiglie e imprese, comprese quelle che hanno subito terremoti e alluvioni, che si affidavano ad una legge dello Stato. Un decreto completamente sbagliato e iniquo“.
“Il modo con cui si affronta il tema del Superbonus e la sugar tax sono i motivi per cui voteremo contro questo decreto”, ha detto nel corso della dichiarazione di voto Luigi Marattin, capogruppo di Italia Viva in Commissione Bilancio alla Camera.
“Sul Superbonus- aggiunge- il provvedimento introduce una stretta non indifferente: sulla possibilità di spalmare le detrazioni per le spese sostenute in quest’anno e sul divieto per le banche di scontare i crediti dai debiti contributivi e assistenziali. Eppure, questa stretta avrà un impatto pari allo 0,1% del deficit/Pil quest’anno e il prossimo. Si danneggiano cioè cittadini, imprese e banche per un beneficio finanziario irrisorio. Non ne valeva la pena e siamo contrari. Se si cerca di limitare gli impatti di finanza pubblica del Superbonus, bisognerebbe innanzitutto spiegare come ha fatto il governo Meloni a sbagliare di ben 40 miliardi di euro le previsioni di spesa del Superbonus sul 2023. E di questo il governo non può incolpare nessuno se non se stesso. Quanto alla Sugar Tax, noi abbiamo sempre detto che è inutile e demagogica e se non entrò in vigore durante il Conte II fu solo grazie a noi. Ma non capiamo perché questa tassa inutile e dannosa – assieme alla Plastic tax – la si continua solo a rimandare e non viene invece una volta e per tutte tolta dal nostro ordinamento”, ha concluso.
“Con il via libera definitivo da parte del Parlamento al decreto Superbonus, il governo Meloni chiude di fatto la stagione dei bonus edilizi, che hanno scassato i conti dello Stato, togliendo risorse a scuola, sanità e pensioni. In particolare, con questa misura verranno spalmati in 10 anni le detrazioni legate ai bonus edilizi sostenute da gennaio 2024. Questo consentirà di dare più respiro alla finanza pubblica, arginando i danni economici, frodi, illegalità e speculazioni che si sono avvicendati in questi anni, provocati dalla demagogia grillina. Da parte di Fratelli d’Italia permane la forte condanna nei confronti della gestione del Superbonus, strumento elettorale utile solo a Giuseppe Conte-che ancora ha l’ardire di difenderlo-, ma che ha solo prodotto un debito a cui il governo Meloni sta cercando di arginare”. Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
“Con questo decreto, abbiamo messo un punto ad una misura, il superbonus, ormai fuori controllo e grazie all’intervento della Lega il centrodestra si è compattato per superare definitivamente il redditometro, un istituto della preistoria fiscale afflittivo e avvilente. I dati del bonus 110% sono chiari e ne certificano il fallimento: ha riguardato il 4% del patrimonio edilizio e generato soltanto un 1% di Pil, a fronte di un ammontare di 170 miliardi di euro. Alla faccia del ‘gratuitamente’ con cui i 5S hanno sponsorizzato questa misura. Finalmente abbiamo fermato questo istituto che ci è costato caro in termini di deficit e siamo assolutamente pronti a contrastare un’altra misura che riteniamo insostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale: la direttiva Ue sulle case green. La Lega è contraria e sempre lo sarà”. Così la deputata della Lega Laura Cavandoli, dichiarando voto favorevole del gruppo al Dl Superbonus.
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