Anno: XXV - Numero 190    
Giovedì 17 Ottobre 2024 ore 13:00
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SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E DOPPIO CSM. ALLA FINE CI SIAMO

Greco (Csm) un passo avanti per l’uguaglianza tra accusa e difesa. Amarezza degli avvocati di Roma e dell’Aiga per il mancato inserimento dell'Avvocatura in Costituzione.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E DOPPIO CSM. ALLA FINE CI SIAMO

Separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri. Due Csm, con componenti scelti solo per sorteggio. E l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare. Sono le novità previste dalla riforma della Giustizia messa a punto dal Guardasigilli Carlo Nordio e approvata oggi dal Consiglio dei ministri. La premier Giorgia Meloni ha parlato di una “riforma giusta, necessaria e storica”, mentre l’Associazione nazionale magistrati ha espresso preoccupazione. La replica di Nordio: “Le critiche sono il sale della democrazia. Accettiamo contributi e suggerimenti”, ma “anche loro devono accettare che la volontà popolare è sacra”. Il ddl costituzionale andrà ora in Parlamento.

Con la separazione delle carriere, ha detto la premier Giorgia Meloni, si differenzia “finalmente il percorso di chi è chiamato a giudicare i cittadini da quello di chi ha l’incarico di muovere le accuse e rendere così più equilibrato il rapporto tra difesa e accusa nel corso del processo”. Nordio ha garantito che “la magistratura requirente è, deve essere e resterà indipendente da qualsiasi interferenza del potere esecutivo, da qualsiasi pressione di altri organismi, gode e godrà delle stesse garanzie di indipendenza della magistratura giudicante”. La riforma prevede due organi di autogoverno della magistratura, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri. A presiederli sarà in entrambi i casi il Presidente della Repubblica e ne fanno parte di diritto, rispettivamente, il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di cassazione. Ma non solo: tra le novità previste dal ddl costituzionale c’è il fatto che “sia i togati che i laici che siederanno nel Consiglio superiore della magistratura giudicante e in quello requirente saranno scelti tramite sorteggio”, spiega il Guardasigilli Carlo Nordio in conferenza stampa. I membri laici saranno sorteggiati tra un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, nel numero e secondo le procedure previsti dalla legge. Inoltre, ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.

Alta corte disciplinare

L’Alta Corte è un organismo esterno al Csm, composto da quindici giudici: tre nominati dal capo dello Stato tra professori universitari in materie giuridiche e avvocati con vent’anni di esercizio; tre, con gli stessi requisiti, estratti a sorte da un elenco stilato dal Parlamento; nove magistrati di cui sei giudici e tre pubblici ministeri estratti a sorte tra quelli che hanno almeno vent’anni di funzione giudiziaria.

“Avrà il compito di esprimersi sugli illeciti dei magistrati, sottraendo questa attività al CSM in modo da superare la criticità registrata finora di un sistema anche qui condizionato dal correntismo e che quindi tende a non sanzionare mai neanche le violazioni più grosse”, ha detto Meloni.

“Se prevale l’adesione alla sostanza che viene proposta dal governo e se vi sarà un confronto nel merito

in Parlamento, su un testo che non è blindato ma aperto al contributo del Parlamento, non è così certo, almeno non lo è al 100%, che si arrivi al referendum. Facciamo un passo alla volta”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Trattandosi di una riforma costituzionale i tempi non saranno rapidissimi, con l’auspicio che non siano dilazionati”, ha aggiunto Mantovano.

Per il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco “la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri costituisce un importante passo avanti verso il giusto processo, previsto dall’art. 111 della Costituzione, perché assicura equidistanza tra accusa e difesa nei confronti del giudice. Inevitabile, dunque, è la previsione dell’istituzione di un Consiglio superiore per la magistratura giudicante e uno per quella requirente, perché mantenere un unico organo di autogoverno finirebbe, nel concreto, per vanificare la separazione delle due carriere. Questi passaggi, che concretizzano il principio costituzionale dell’uguaglianza tra accusa e difesa, contribuiranno a rendere chiara la terzietà del giudice e, dunque, a rafforzare la fiducia nel sistema giudiziario – aggiunge Greco – un processo penale ideale necessita di un pubblico ministero forte, di un avvocato forte e di un giudice terzo altrettanto forte. Con la separazione delle carriere si passa da una “cultura della giurisdizione” ristretta ai magistrati, ad una “cultura della legalità” comune tra tutte le parti del processo, anche al difensore, e di conseguenza di maggior tutela per i cittadini».

Amarezza da parte dell’Ordine degli Avvocati di Roma per il mancato riferimento, nella bozza di riforma costituzionale, “Stando alle indiscrezioni circolate in queste ore – il commento a caldo del Presidente del Coa Roma Paolo Nesta – nella bozza non vi sarebbe alcun riferimento all’avvocatura”.

Viceversa, secondo quanto annunciato, la figura dell’avvocato nella Carta avrebbe avuto “una menzione autonoma come elemento strutturale della giurisdizione”. “Si tratterebbe di una occasione persa – la conclusione del Presidente Nesta – ci sono tuttavia margini per intervenire ancora: ci auguriamo che si possa tornare all’impostazione iniziale, che riconosce il valore e il ruolo dell’Avvocatura, annunciata a suo tempo dallo stesso Governo”.

L’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) accoglie con favore il disegno di legge costituzionale che prevede la distinzione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti e, di conseguenza, l’istituzione di due Consigli superiori della magistratura.

L’Aiga – si precisa – esprime, dunque, soddisfazione per una scelta coerente con la finalità di garantire la pienezza del contraddittorio e l’equidistanza delle parti, nonché la concreta terzietà del giudice. Siffatti princìpi costituiscono la vera essenza della giurisdizione, la quale, tuttavia, potrà raggiungere il suo compimento con la previsione dell’avvocato in Costituzione, ultimo tassello mancante per l’autentica ed auspicata riforma della giustizia”,

IL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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