Macron perde. Le Pen non ha ancora vinto
Risultato storico per il Rassemblement National che al secondo turno (il 7 luglio) può ambire alla maggioranza assoluta.

Il presidente si appella a un patto fra le forze democratiche contro l’estrema destra. Le sinistre, uscite bene dalle urne, aprono all’ipotesi. In attesa di accordi e desistenze, il voto consegna una sonante sconfitta del centrismo macroniano
Emmanuel Macron ha perso la sua scommessa di ribaltare il risultato delle Europee. Marine Le Pen non l’ha ancora vinta del tutto per conquistare il governo della Francia. Il voto di oggi dà un risultato comunque storico al Rassemblement di estrema destra che sfiora il 35 per cento e al Fronte delle sinistre che supera il 29 per cento. Ma tutto dipenderà dai ballottaggi di domenica prossima e dalle scelte dei leader in queste ore.
Il sistema elettorale maggioritario a doppio turno francese qualifica i candidati che ottengono più del 12,5 per cento degli iscritti (non dei votanti), quindi ci possono essere ballottaggi a due o a tre. Con questi risultati, quasi ovunque è in testa il candidato lepenista, quindi dipenderà dal più debole degli altri due se mantenersi in uno scrutinio perdente in partenza o se ritirarsi (desistere) per favorire il secondo e aumentare le chances di battere il primo arrivato.
Il senso della giornata è comunque una nuova, dura sconfitta di Emmanuel Macron, battuto a destra da Le Pen e a sinistra dal risultato del Nouveau Front Populaire formato dagli Insoumis di Jean-Luc Mélenchon, socialisti, comunisti, verdi-ecologisti e dai socialdemocratici di Raphaël Glucksmann che sfiora il 30 per cento. I centristi fedeli al presidente risalgono significativamente di 6-7 punti rispetto alle europee arrivando al 22, ma sono lontani dal risultato di due anni fa e perderanno parecchi deputati. Anche i gollisti con il 10 per cento avranno meno rappresentanti all’Assemblea, ma era previsto.
Il nuovo Fronte Popolare non è un’alleanza costruita per governare, ma un cartello elettorale per fronteggiare il Rassemblement. Al suo interno ci sono rappresentanti dell’ultrasinistra di Mèlenchon (in maggioranza) e moderati come l’ex presidente François Hollande o lo stesso Glucksmann: inimmaginabile vederli tutti insieme in un governo.
Emmanuel Macron ha orientato la campagna elettorale, secondo la sua dottrina “né destra-né sinistra”, contro tutte e due gli estremi. All’annuncio dei risultati il presidente ha rivolto un appello perché le forze “democratiche e chiaramente repubblicane” si riuniscano per evitare il primo governo lepenista. Si vedrà come e quanto sarà possibile. La linea presidenziale rende però difficile immaginare che un candidato macronista si ritiri facilmente per favorire uno degli Insoumis. Ed è vero anche il contrario, avendo fatto tutta la campagna contro Macron, non si può pensare che un Insoumis lasci spazio a un rappresentante della maggioranza presidenziale. Tuttavia Mélenchon ha annunciato che ritirerà i suoi candidati non in condizione di vincere. Si vedrà.
FRANCIA COME FUNZIONANO LE ELEZIONI
di Cesare Martinetti per Huffpost
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