Con Ugolini il centrodestra tenta l'operazione Guazzaloca in Emilia-Romagna
Dal 2011 per due anni è stata sottosegretaria all’Istruzione del governo Monti.
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Riecco Cl. Elena Ugolini ha un mandato: tentare l’operazione Guazzaloca in Emilia-Romagna. Diventare cioè la prima presidente di regione di centrodestra, così come Giorgio Guazzaloca, all’epoca presidente di Confcommercio, nel 1999, divenne il primo e finora unico sindaco non ascrivibile al centrosinistra. Riminese, sessantacinque anni, madre di quattro figli, dal 1995 Ugolini è la preside delle scuole Malpighi, complesso di sette istituti scolastici, con 2mila studenti. Dal 2011 per due anni è stata sottosegretaria all’Istruzione del governo Monti, anche se aveva già collaborato nel 2001 con l’allora ministro Letizia Moratti, nominata membro per la predisposizione degli indirizzi del sistema di valutazione Invalsi. Per Ugolini la missione della vita, ha raccontato, è stata l’educazione. Appresa, mentre si laureava in filosofia a Bologna, nella frequentazione con Don Giussani, e il suo allievo Enzo Piccinini, nella città delle Torri, fine anni Settanta.
“Eravamo arrivati a Bologna nel settembre del 1978 e avevamo trovato terra bruciata. Dopo le vicende del ‘77 non era più possibile una vita pubblica in università per chi non apparteneva ai collettivi; la vita della comunità si svolgeva negli appartamenti del CLU. Ed era lì che, da matricola, visto che ero brava a fare le tagliatelle, avevo incontrato Giancarlo Cesana che veniva ad aiutare una comunità rasa al suolo dopo gli anni di piombo. È stato grazie a quelle tagliatelle che Giancarlo mi ha invitata all’equipe del CLU con don Giussani”, ha ricordato gli inizi in un’intervista.
Per vincere nel granaio rosso le ci vorrà molto più dei buoni auspici di Comunione e Liberazione. “Io farò una proposta civica — ha spiegato Ugolini presentando la sua candidatura — ma se il Pd volesse aderire sarei felicissima. Bisogna vedere chi ha il coraggio di mettere in discussione alcuni metodi, processi e modalità di gestione del potere. Sono abituata a lavorare con tutti, perché l’obiettivo è quello di costruire il bene delle persone”. L’invito al Pd è una cortesia apprezzabile. Se non fosse che il Pd non ha nessuna intenzione di sostenerla – i papabili sono l’ex segretario regionale della Cgil Vincenzo Colla e il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, il sindaco di Bologna la definisce ‘foglia di fico del centrodestra’ – ma se davvero riuscisse a imbarcare i Dem, Ugolini dovrebbe dire addio al centrodestra. Visto che la condizione che i partiti della maggioranza del governo nazionale è appunto il radicala cambiamento rispetto all’amministrazione Bonaccini. Detto questo, il centrodestra non chiude. A cominciare dal partito di Giorgia Meloni. “Noi guardiamo con curiosità al progetto annunciato da Elena Ugolini, che è una personalità di sicuro interesse. Il nostro giudizio sull’operato dell’amministrazione di centrosinistra è netto”, spiega all’Hufpost il senatore Michele Barcaiuolo, coordinatore di Fdi in Regione. “Sulla sanità, ad esempio si è sbandierato senza un reale fondamento il migliore sistema sanitario d’Italia. Bisogna cambiare. O per fare un altro esempio, la cura del territorio e la lotta al dissesto idrogeologico, al di là della propaganda, sono largamente deficitari come dimostrano, purtroppo, le recenti sciagure. Chiediamo quindi un cambiamento e valuteremo anche su questo il programma di Ugolini. Fatto salvo che l’unità del centrodestra è una condizione da preservare”.
Con Ugolini, il centrodestra segnerebbe uno scarto. Dopo Roberto Formigoni, è il ritorno sulla scena politica di un esponente della comunità fondata da don Giussani. A onor del vero, i ‘ragazzi del Gius’ non ne sono mai usciti, come dimostra l’esperienza di Mario Mauro e Maurizio Lupi, ministri nel governo Letta, nel 2013-14. Ma Ugolini è la prima – dopo il periodo Formigoni – a candidarsi in prima persona per una carica monocratica. Con lei, Comunione e liberazione si allontana da Milano, dove nacque nel 1954, e approda a Bologna.
“È chiaro che coi soli voti del centrodestra non si vince in Emilia-Romagna. L’operazione deve essere del tipo di quella che riuscì a Guazzzaloca, e cioè allargare il più possibile il perimetro di riferimento. Lei deve essere brava a mantenere la qualificazione di progetto civico. E lo sta facendo. Ha il profilo giusto perché in regione e a Bologna è riconosciuta come una personalità autorevole, e non solo in campo scolastico”, spiega Lupi all’Huffpost. Ma per Comunione e liberazione non si tratta di un ritorno in politica. “Ci siamo e continuiamo a costruire una progettualità politica a partire dal percorso di fede che ci accomuna”.
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