Decreto Salva casa 2024, tutte le novità e le sanzioni previste
Quali sono le novità del decreto Salva casa 2024 e quali sono le sanzioni e gli interventi del provvedimento: la sintesi del Mit.
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Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato dal leader leghista Matteo Salvini ha elaborato una sintesi in merito alle novità introdotte sul decreto Salva casa 2024 a seguito dell’esame svolto dalla commissione Ambiente della Camera. All’interno del prospetto si trovano tutte le principali norme, così le proroghe, le tolleranze, l’ampliamento degli interventi possibili in edilizia libera e le sanzioni previste dal provvedimento.
Tutte le novità e le sanzioni del decreto Salva casa 2024
Il primo punto della sintesi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle novità del decreto Salva casa 2024 interessa i micro-appartamenti. In tal senso viene specificato che “sarà possibile rilasciare il certificato di agibilità” solo in presenza di determinate caratteristiche. Più nello specifico, viene previsto che “la superficie minima per una persona scende da 28 a 20 metri quadrati, e per due persone da 38 a 28 metri quadrati. Anche le altezze minime interne sono ridotte da 2,70 a 2,40 metri. I locali devono essere in edifici migliorati o ristrutturati per garantire condizioni igienico sanitarie idonee”. Per quanto riguarda “corridoi, disimpegni, bagni, ripostigli e comuni montani sopra i 1.000 metri”, invece, restano in vigore le attuali deroghe.
Per quanto riguarda il cambio di destinazione d’uso, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti precisa che “si è resa uniforme la disciplina, senza distinzione se con opere o senza”. A questo aggiunge che “per il mutamento senza opere sarà richiesta la Scia, mentre per quello con opere sarà necessario essere in possesso del titolo per l’esecuzione. Per le unità al primo piano o seminterrate, il cambio è regolato dalla legislazione regionale che permette ai comuni di individuare le zone consentite”.
Il decreto Salva casa fissa al 24 maggio 2024 la data ultima entro la quale saranno applicate delle tolleranze nei confronti degli interventi già realizzati. “Per unità immobiliari sotto i 60 metri quadrati – dice il Mit – sono tollerati scostamenti fino al 6 per cento. In zone sismiche, il tecnico deve riferirsi alle norme tecniche vigenti al momento dell’intervento, ma l’amministrazione può prescrivere interventi per rispettare le norme attuali. Inoltre, vengono eliminati gli adempimenti del tecnico per la salvaguardia dei diritti dei terzi, riducendo così i suoi compiti”.
Quando sarà possibile determinare lo stato legittimo
Per determinare lo stato legittimo, con il decreto Salva casa 2024 è previsto che si faccia riferimento all’ultimo titolo abilitativo rilasciato. Il ministero delle Infrastrutture chiarisce tuttavia che sarà compito di ogni amministrazione competente esaminare che i titoli pregressi siano legittimi. E ancora, in presenza di “difformità sulle parti comuni” non si correrà il rischio di veder influenzato lo stato di legittimità “delle singole unità immobiliari e viceversa”.
Gli interventi di edilizia libera: estesa la lista delle possibilità
Tra le novità più significative del decreto Salva casa c’è l’ampliamento dello spettro degli interventi di edilizia libera, ovvero tutti quelli che non necessitano di alcuna autorizzazione. Tra i nuovi arrivi vi è, ad esempio, la possibilità “di realizzare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti (VEPA) in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio, e l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, tipo tende a pergola con telo retrattile o elementi regolabili, comprese le cosiddette tende bioclimatiche”.
Per sanare eventuali abusi, dopo la richiesta di rimozione degli stessi da parte di un dirigente delle amministrazioni locali volto a permettere che l’area in discussione venga acquisita gratuitamente dal Comune a causa di gravi esigenze di salute o socio-economiche, i cittadini potranno godere di maggiore tempo. I termini di demolizione passano infatti dagli attuali 90 giorni a 240.
Le sanzioni per le opere incompiute
Al fine di risolvere il problema delle molte opere comunali rimaste incompiute e, allo stesso tempo, del crescente fabbisogno abitativo, il decreto prevede che “parte delle risorse destinate ai Comuni saranno specificatamente destinate alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, finalizzate anche all’incremento dell’offerta abitativa”.
Un intervento che potrà avere un grande impatto sull’edilizia italiana del decreto Salva casa riguarda l’emendamento volto al recupero dei sottotetti. Viene nello specifico stabilito che, “nei limiti e secondo le procedure previste da ciascuna Regione”, è possibile derogare ai limiti attuali previsti per la distanza tra le case.
La sanatoria della mancata compatibilità paesaggistica
Tra le sanatorie edilizie previste dal Salva casa 2024 spicca quella relativa agli interventi che non hanno rispettato la compatibilità paesaggistica. Questa sanatoria spetta nello specifico “agli interventi soggetti a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica”.
Così come riferito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ogni Regione italiana tratta oggi in maniera diversa le parziali difformità edilizie. “Ora si estende il regime semplificato del decreto legge anche alle variazioni essenziali per uniformare le regole. La procedura semplificata si applica anche agli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le difformità siano lievi. Infine – continua il Mit – si limita il tipo di interventi prescrivibili dagli sportelli unici per rilasciare il titolo in sanatoria”.
L’obiettivo dichiarato di questo intervento è di facile intuizione, con il governo che vuole uniformare la sanatoria degli interventi edilizi a livello nazionale e facilitare l’operatività.
Inoltre, “si introduce anche una nuova norma per regolarizzare interventi edilizi eseguiti in parziale difformità rispetto al titolo prima dell’introduzione del permesso di costruire, con una procedura semplificata per titoli rilasciati prima del 1977”.
Il decreto Salva casa 2024 punta anche a risolvere definitivamente le problematiche che riguardano i cittadini che risiedono nella zona del Vajont, al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, teatro nel 1963 della celebre e terribile frana. In tal senso il decreto Salva casa “agevola l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti che sono stati colpiti dall’evento catastrofico”. Inoltre, viene stabilito che il “certificato di collaudo o di regolare
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