Napoli è invasa da targhe polacche
A Napoli circola più della metà di tutte le targhe straniere d'Italia.
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Secondo i dati dell’Osservatorio di Facile.it in Campania per l’RC obbligatoria di un’auto servono in media 1.055,80 euro l’anno: il 75% in più rispetto al valore nazionale. Quelli dell’IVASS, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, sono più morigerati: dicono che a Napoli servono in media 569 euro all’anno per pagare l’RC Auto. Ma per assicurare un motorino si possono spendere fino a 2.000 euro all’anno, spesso più del valore del mezzo stesso. E’ una vecchia storia di cani che si mordono la coda: gli assicuratori dicono che a Napoli e in Campania si fanno più incidenti (e più truffe sugli incidenti) e che quindi il “rischio” per le compagnie è più alto che altrove. Per sillogismo, allora, andrebbe premiato il virtuoso che riesce a non fare sinistri in una giungla del genere – pagando, ad esempio, la metà del premio di un automobilista che vive in un paese di montagna – ma quello è un muro invalicabile. Parlano i numeri. E dopo un po’, gli escamotage diventano un fenomeno di proporzioni allarmanti. Prima in molti rischiavano e basta: non assicuravano i mezzi di valore irrisorio, sfidando controlli e sanzioni; adesso hanno trovato un modo “legale” per raggirare il sistema: “le targhe polacche”.
Basta farsi un giro turistico per Napoli per imbattersi continuamente in auto e scooter con targhe straniere: PL eccetera eccetera. E i numeri in questo caso urlano: secondo il REVE, il registro nazionale dei veicoli esteri, a Napoli circolano 35mila targhe straniere. Il totale italiano è 53mila. Ecco il cliché che si autoalimenta: Napoli avamposto del “tranello” legale. Un espediente per pagare pochissimo, e riuscire anche a dribblare multe e contravvenzioni.
Come funzionano le targhe polacche?
Auto e scooter vengono cancellati dal PRA italiano e reimmatricolati in Polonia, per poi tornare in Italia sottoforma di noleggio agli stessi ex proprietari dei mezzi. Ci sono agenzie apposite che si occupano di tutto: acquistano formalmente i veicoli, e poi li noleggiano ai veri proprietari. L’assicurazione a quel punto si dimezza, a volte per gli anni successivi al primo è di massimo 350 euro. E non si paga il bollo.
La legge italiana vieterebbe ai residenti in Italia di guidare un’auto di proprietà con targa estera senza immatricolarla al PRA. Ma – ecco il “buco” – non ci sono limitazioni nel caso di noleggio: basta un documento che indichi per quanto tempo il conducente userà il mezzo. Il trucco c’è ma non c’è inganno: l’unico rischio è che l’agenzia fallisca.
Se vedete sfrecciare sulle autostrade italiane auto a 200 all’ora, in barba al “tutor” e al limite di 130 km orari, guardate la targa: spesso è polacca, o bulgara. Perché? Perché in teoria i veicoli con targa straniera dovrebbero essere iscritti per legge al REVE, ma nella realtà nessuno lo fa. Insomma, non si pagano le multe. E peggio ancora: diventa davvero improbabile riuscire a farsi risarcire in caso di incidenti.
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