Le Cripto attività e il regolamento UE 2023/1114
In questi giorni si sta lavorando alle schema di decreto legislativo recante disposizioni per l’adeguamento del quadro normativo nazionale al regolamento UE 2023/1114 relativo ai mercati delle cripto-attività.
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Il Regolamento MiCAR nasce dall’esigenza di favorire un corretto sviluppo dei mercati delle cripto-attività, mitigando il più possibile i rischi connessi con tali prodotti.
Il regolamento sarà interamente applicabile dal 30.12.2024.
Il rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, pubblicato dalla CONSOB nei giorni scorsi, conferma un trend in crescita delle cripto-valute; il loro grado di diffusione risulta più che raddoppiato rispetto alla precedente indagine del 2022, dall’8 al 18% del campione intervistato, che include solo soggetti che effettuano investimenti finanziari.
Sul punto il rapporto della CONSOB così scrive:
«Investimenti in cripto-valute Crypto-currencies holdings
La diffusione delle cripto-valute comporta rischi significativi, sia per investitori individuali sia per il sistema finanziario nel suo complesso, in considerazione dell’ampissima volatilità del loro valore e delle conseguenze potenzialmente connesse a fallimenti di mercato.
Le cripto-valute, registrano forti oscillazioni di prezzo, dato che il loro valore può diminuire o aumentare rapidamente in breve tempo. Questa instabilità può portare a perdite significative per gli investitori. Inoltre, a differenza delle valute tradizionali, le criptovalute non sono supportate da assets fisici o da un’autorità centrale. Di conseguenza, il loro valore è incerto e può variare notevolmente nel tempo. Le piattaforme di scambio degli assets digitali, poi, spesso mancano di protezioni per i consumatori e gli investitori, (si veda l’Introduzione ‘Quadro normativo nel contesto internazionale’). Sulla base dei dati dell’Indagine 2024, il grado di diffusione delle cripto-valute è pari al 18% (fortemente in crescita rispetto a quanto riscontrato nell’Indagine 2022, pari all’8%); di questo 18% il 6% è riferibile alle stable coins. Inoltre, la quota degli intervistati disposti ad acquistare cripto-valute nei successivi 12 mesi (13%) è superiore alla quota dei decisori finanziari che dichiarano di averle vendute nell’ultimo anno (8% circa). I rendimenti attesi (32%), la capacità di sopportare le perdite (30%) e l’orizzonte temporale di investimento (30%) sono i fattori principali che guidano le scelte di investimento dei possessori di tali digital assets. Le conoscenze finanziarie sono considerate un elemento importante da tenere in considerazione nelle scelte di portafoglio dal 24% dei detentori di cripto-valute, quota che è superiore rispetto a quanto stimato con riferimento all’intera popolazione degli investitori (18% circa).
Gli investitori in cripto-valute hanno minore esperienza nei mercati finanziari rispetto al dato generale riferito all’intera popolazione dato che solo il 28% circa partecipa ai mercati finanziari da più di 10 anni (contro 45% nel campione complessivo). L’orizzonte temporale di investimento tende, inoltre, in media ad attestarsi maggiormente sul breve periodo, ossia su meno di tre anni (36%, contro 32% in tutta la popolazione degli investitori). I possessori di questa tipologia di assets si pongono, infine, come obiettivi di investimento principalmente la crescita del capitale (73%; Fig. 4.9) e la realizzazione di propri progetti personali (77%, contro 70% con riferimento all’intera popolazione degli investitori).
Analogamente a quanto già illustrato con riferimento agli investimenti sostenibili, è stata condotta una caratterizzazione dei possessori di cripto-valute sulla base del loro profilo socio-demografico, dei tratti comportamentali e delle conoscenze. I detentori di crypto-currencies appartengono più frequentemente a classi di età medio basse (34% per la fascia di età 18-34 anni e 27% tra i 35 e i 44 anni). Inoltre, con maggiore frequenza sono decisori finanziari uomini (20%) piuttosto che donne (13%). Sono, infine, tendenzialmente caratterizzati da maggiore propensione al rischio e da più elevate conoscenze digitali. Infatti, la quota di investitori in criptovalute è pari al 21% nel sotto-campione con elevata digital knowledge contro 16% nel sotto-campione con basse conoscenze digitali». (Fonte: CONSOB, Rapporto 2024 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, Report 2024 on financial investments of Italian households).
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