CORRETTIVO DELLA RIFORMA FISCALE SI CAMBIA
Il Decreto correttivo della riforma fiscale, in vigore dal 6 agosto 2024, modifica i termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi e di versamento delle imposte con la maggiorazione dello 0,40%. In tema di concordato preventivo biennale, nuove scadenze da ricordare per l’adesione alla proposta.
Il decreto correttivo fiscale, in vigore dal 6 agosto, contiene rilevanti novità su termini di presentazione della dichiarazione dei redditi, altre scadenze fiscali, concordato preventivo biennale, regime di adempimento collaborativo, redditometro. E anche la proroga al 15 settembre per la quinta rata della rottamazione quater.
Vediamo una breve sintesi delle principali misure del dlgs 108/2024.
Proroga dichiarazione redditi autonomi e imprese
Correttivo fiscale: nuovo calendario per le dichiarazioni e i versamenti 6 Agosto 2024
Le novità maggiori riguardano le scadenze fiscali. Slitta al 31 ottobre il termine per la presentazione del modello Redditi 2024, sia per le persone fisiche sia per le imprese. Questo diventa di conseguenza anche il termine per l’adesione al concordato biennale, che in questo anno di debutto coincide con la presentaizone della dichiarazione (dall’anno prossimo, invece, la scelta va effettuata entro la fine di luglio).
Fra le altre modifiche al calendario fiscale: il rilascio del software di comunicazione dati ISA slitta dal 15 marzo al 15 aprile, ci sono novità sui versamenti IVA, la trasmissione della CU sul lavoro autonomo da parte dei sostituti d’imposta va effettuata entro il 31 marzo dell’anno successivo, e non più entro il 15 marzo.
Rottamazione quater: quinta rata entro il 23 settembre 6 Agosto 2024
C’è poi l’attesa proroga della Rottamazione quater. La scadenza delle terza tranche di quest’anno (la quinta in tutto) era il 31 luglio, ora invece bisogna pagare entro il 15 settembre.
Continuano ad applicarsi i cinque giorni di tolleranza, per cui il pagamento sarà considerato tempestivo fino al 23 settembre.
Le novità sul concordato biennale
Un’importante integrazione al concordato preventivo biennale impatta sul sistema di calcolo delle tasse. In realtà, sono diverse le novità introdotte dal correttivo, la più rilevante delle quali riguarda la possibilità per il contribuente di scegliere una flat tax sulla maggiorazione di reddito concordato, ovvero sulla differenza fra i ricavi dell’anno precedente e la proposta del Fisco per il biennio. L’aliquota varia dal 10 al 15% a seconda dell’affidabilità fiscale.
La misura mira ad aumentare l’attrattività di questo strumento sul quale il Governo conta molto per fare cassa anche in vista della prossima manovra economica.
Il concordato funziona così: in base ai dati forniti dal contribuente, utilizzando gli appositi software il fisco elabora una proposta di imponibile sul quale pagare le tasse per un biennio, senza rischiare controlli fiscali.
Naturalmente, la proposta del fisco tende a essere superiore al reddito dichiarato dal contribuente, con una penalizzazione che in realtà si riduce per chi ha un’alta affidabilità fiscale. Da qui il regime alternativo di tassazione piatta sulla differenza, che tende a ridurre il carico fiscale in presenza in grandi scostamenti.
Per quanto riguarda la cooperative compliance, viene allargata la platea ai gruppi di impresa, ci sono maggior flessibilità sulle sanzioni e il potenziamento dello scudo penale per violazioni che non comportano dolo e sulle quali il contribuente aveva presentato interpello.
Il commento dei Commercialisti
Il Consiglio nazionale dei commercialisti esprime particolare apprezzamento per il provvedimento licenziato dall’odierno Consiglio dei Ministri che raddoppia da 1,6 miliardi a 3,2 miliardi l’entità delle risorse disponibili per il riconoscimento del credito d’imposta per gli investimenti realizzati nella ZES unica del Mezzogiorno dal 1° gennaio 2024 fino al 15 novembre 2024, con la possibilità che le somme stanziate si incrementino ulteriormente mediante utilizzo delle risorse dei programmi nazionali e regionali, finanziati con le risorse della politica di coesione europea 2021 – 2027, relativi alla competitività delle pmi.
“Dopo la prima pubblicazione della ripartizione dei fondi disponibili” – afferma in una nota il presidente nazionale della categoria, Elbano de Nuccio – “abbiamo immediatamente sensibilizzato il Governo per fare il possibile per individuare maggiori risorse e, al contempo, per porre in essere procedure che privilegino progetti concretamente realizzabili.
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