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Adepp. Sale l’età degli iscritti alle casse di previdenza privata

Rapporto Adepp sulla previdenza privata: aumentano gli iscritti, in calo le fasce più giovani. In calo anche i redditi medi dei professionisti con recente leggere ripresa

Adepp. Sale l’età degli iscritti alle casse di previdenza privata

Diminuiscono gli iscritti under40 alle Casse previdenziali private mentre la fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni rappresenta oltre il 50% degli iscritti, in calo anche i redditi medi dei professionisti: -12% tra il 2010 e il 2016, con una ripresa nel 2017 e un +3% per il 2018. Sono alcuni dei dati al 31 dicembre 2018, raccolti dal IX Rapporto sulla previdenza privata, presentato ieri a Roma dall’Adepp, l’Associazione degli enti di previdenza privati di cui fa parte anche l’Enpaf, l’ente di previdenza dei farmacisti.

Invecchiamento degli iscritti alle Casse

Secondo l’indagine più del 50% degli iscritti alle Casse previdenziali private ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni: la classe d’età più numerosa è quella compresa tra i 40 e i 50 anni, seguita dalla fascia 50-60. Le variazioni maggiori riguardano la fascia degli iscritti più giovani, compresa tra i 30 e i 40 anni: nel 2005 erano il 33,6% del totale degli iscritti nel 2018 è passata al 21,5%, al contrario, quella tra i 50 e i 60 anni passata dal 18% del totale al 25%. Nel 2005, tutta la fascia under 40 rappresentava quasi il 41% del totale degli iscritti ma questa quota è scesa costantemente negli anni arrivando ai circa 28,3% del 2018. L’Adepp segnala diversi fattori che possono spiegare tali variazioni: l’innalzamento dell’età pensionabile e la sempre maggiore proporzionalità delle prestazioni pensionistiche ai versamenti effettuati (contributivo) e non più al reddito (retributivo), l’invecchiamento della popolazione italiana e quindi dei lavoratori e la diminuzione degli iscritti alle università. Ma anche l’alta qualificazione dei professionisti che per accedere agli Ordini professionali devono superare un esame di abilitazione post-laurea nella maggioranza dei casi. Quindi, i professionisti entrano nel mercato del lavoro ad una età maggiore rispetto alla media degli altri lavoratori. C’è stata “una crescita pressoché costante negli anni della rappresentanza femminile, con le donne professioniste che sono passate, infatti, nel periodo 2007-2018, dal 30% a quasi il 40% degli iscritti” mediamente più giovani degli uomini (l’età media delle donne è di circa 45 anni, contro i 50 degli uomini). Le donne under 40 iscritte alle Casse sono circa il 37,7% del totale contro il 22,1% degli uomini. Le proporzioni si invertono con l’aumentare dell’età degli iscritti. Infatti, tra i 50 e 60 anni le donne rappresentano solo il 33% degli iscritti in questa fascia d’età e le proporzioni diminuiscono ulteriormente con l’aumentare dell’età.

Redditi in calo, con leggera ripresa. Le riforma in vista

Il Rapporto segnala poi una decrescita costante dei redditi medi dei professionisti italiani tra il 2010 e il 2016, con un calo di circa il 12%, anche se la variazione è tornata positiva nel 2017, con una crescita per il 2018 del 3%. Il totale dei contribuenti iscritti al 31 dicembre 2018 alle Casse di previdenza private è di 1.649.263 (+1,34% rispetto al 2017) di cui 1.563.580 attivi e 85.683 attivi pensionati. Il numero è cresciuto del 26,07% al 2018 rispetto al 2005, con un +23,51% degli attivi e un boom del 102,41% dei pensionati attivi. Il documento sottolinea che “le riforme, che stanno gradualmente, ma costantemente, incrementando l’importanza della componente contributiva personale nel computo della misura dei trattamenti pensionistici, hanno incentivato la prosecuzione del versamento dei contributi anche dopo la pensione. Nonostante, in termini assoluti, essi non rappresentino una componente rilevante del numero degli iscritti, l’incremento percentuale cumulato dal 2005 è pari a circa 100 punti percentuali. Nello stesso periodo l’incremento percentuale degli iscritti attivi è stato pari al 23,51%”.

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