LA CARICA DEI SENZA ORDINE E ALBO
Sull'inserto Economia del Corriere la presidente Fioroni parla dei 455mila liberi professionisti da tempo in attesa di maggiori tutele.
Dagli influencer agli amministratori di condominio, dai designer ai consulenti passando per le guide turistiche: secondo un’indagine di Confcommercio Professioni, il 56% lavora con la pubblica amministrazione e a larga maggioranza ritiene utile l’equo compenso I partecipanti al sondaggio lavorano con più committenti: il 35% ne ha più di dieci.
La fatturazione elettronica – II 58,5% dei professionisti non organizzati che adottano il regime forfettario ritiene che l’obbligo di fatturazione elettronica, introdotto dal primo gennaio 2024 per tutti i forfettari, sia un adempimento giusto ed equilibrato. Munirsi di Spid o Cie (44,2%) e chiedere aiuto ad un commercialista (41%) sono i principali provvedimenti intrapresi al fine di adeguarsi alla fattura elettronica.
C’è un esercito di circa 455mila liberi professionisti senza obbligo specifico di appartenenza ad un ordine o albo professionale, da tempo in attesa di maggiori tutele. Sono il segmento di gran lunga più dinamico dell’occupazione, cresciuto del 96% dal 2008 al 2020. Per rappresentare questo universo multiforme, che comprende amministratori di condominio e designer, wedding planner e influencer, professionisti del benessere e consulenti di management, guide turistiche, interpreti di conferenza e optometristi, opera dal 2018 Confcommercio Professioni, federazione di settore di Confcommercio-Imprese per l’Italia, guidata da Annarita Fioroni, avvocata, già senatrice.
Domanda. Presidente, qual è il profilo di questi lavoratori?
Risposta. Una nostra indagine dice che si tratta per il 53,5% di uomini e per il 46,5% di donne, con un’età tra i 35 ed i 44 anni per il 19,4%, tra i 45 e i 54 anni per il 35,3% e tra i 55 e i 64 anni per il 27,4%. Quasi il 60% ha laurea o diploma.
- In che aree professionali sono?
- Oltre il 38% opera nell’area tecnico-scientifica, il 21,7% nell’informazione e nella comunicazione, il 18,2% nell’area sociosanitaria e il 12% in quella economico-legale.
- Come si fa a distinguerli dalle finte partite Iva?
- I professionisti che rappresentiamo sono autonomi e comunque anche dalla nostra indagine risulta che gli intervistati lavorano principalmente con più committenti: il 35% lavora con oltre io committenti.
- Molti operano nella Pubblica amministrazione?
- Il 56,7% lavora con la Pa o con la grande committenza. Per facilitare l’incontro tra domanda e offerta ci auguriamo che venga attuata la norma del Jobs Act degli autonomi che prevedeva uno sportello apposito.
- A che titolo potete rappresentare queste categorie?
- La legge 4 del 2013 ha aperto la strada alla rappresentanza non esclusiva, con associazioni di natura privatistica che hanno il ruolo di valorizzare caratteristiche professionali, formazione, competenze e adottare codici di condotta.
- Come si accreditano queste associazioni?
- C’è un elenco al ministero delle Imprese che vaglia i requisiti per l’iscrizione. Ha funzione di pubblicità.
- La particolarità è che voi rappresentate tutte le categorie?
- Noi siamo una forma aggregata di associazioni professionali in seno a Confcommercio con un compito difficile, perché i profili lavorativi sono molto diversi. Ma siamo diventati un interlocutore affidabile per il governo, che ormai incontriamo su più tavoli.
- II 73,5% di chi lavora con Pa e grandi committenti riterrebbe utile l’equo compenso. A che punto siamo?
- Partiamo dal presupposto che i redditi di questi lavoratori, per lo più in regime forfettario, non sono molto alti: nel 2020 la media era sui 14mila euro, un dato in contrazione. La legge sull’equo compenso contempla anche loro, ma mancano ancora i parametri per definirlo. Il Mimit sta lavorando a un decreto procedendo per settori omogenei.
- Intanto esiste un istituto poco conosciuto: l’indennità di continuità reddituale (Iscro), introdotta nel 2021, che aiuta in caso di cali di reddito…
- Una conquista importante che stiamo cercando di far conoscere con i patronati: la legge prevede che l’indennità si accompagni a un percorso formativo. Attendiamo ancora il decreto che ne individui criteri e modalità.
- Oltre il 73% di questi professionisti è iscritto alla Gestione Separata Inps, il 56,9% in via esclusiva. E quasi il 28% ha una pensione integrativa, mentre il 34,5% ha intenzione di aderirvi…
- Sì, c’è consapevolezza dell’insufficienza dei trattamenti. Per questo Confcommercio dal 2022 ha esteso il Fondo Pensione Fonte a queste categorie che possono godere di costi di partecipazione inferiori a quelli applicati da altre forme di previdenza integrativa.
- C’è da lavorare sull’assistenza?
- Passi avanti sono stati fatti, purtroppo elevando l’aliquota contributiva a carico dei lavoratori.
- Esiste una formazione dei professionisti sull’Intelligenza artificiale?
R- Purtroppo, al momento i percorsi di alfabetizzazione e formazione sono previsti solo perle professioni ordinistiche.
- Questi professionisti godono di incentivi come le imprese?
- Circa il 9% ha usufruito almeno una volta di incentivi pubblici e oltre la metà di questi (il 54%) li ritiene utili. Ma al momento quelli a disposizione sono ancora pochi, a volte provengono dalle Regioni.
- A proposito di Regioni, che ruolo giocherà l’Autonomia differenziata?
- Speriamo non incentivi regolamentazioni diversificate che impedirebbero la libera circolazione dei lavoratori tutelata dalla Ue.
Tratto dall’Economia del Corriere della Sera
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