Adeguare il testo unico alle norme sul processo telematico
Il Consiglio nazionale dei commercialisti in audizione parlamentare: “Il percorso positivo avviato con i testi unici va completato con la redazione del Codice Tributario”.
Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti esprime “la propria piena condivisione dell’obiettivo di riorganizzare e coordinare per settori omogenei la normativa tributaria, abrogando le disposizioni non più attuali, nell’ottica di migliorare la chiarezza delle regole fiscali”, ma sottolinea anche come “questo deve essere considerato il primo passo per la realizzazione di un ulteriore obiettivo della legge delega, ancora più ambizioso, costituito dalla redazione di un vero e proprio “Codice tributario”, articolato in una parte generale, sugli adempimenti e sulle procedure, e una parte speciale, sui singoli tributi”. La posizione del Consiglio Nazionale della categoria è stata espressa ieri nel corso di un’audizione sugli schemi di decreti legislativi sul testo unico delle sanzioni tributarie e su quello della giustizia tributaria, alla quale hanno partecipato la Consigliera nazionale delegata alla materia Rosa D’Angiolella e il coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale dei Commercialisti Pasquale Saggese.
“L’aspetto più problematico che emerge dall’esame dal testo unico sulla giustizia tributaria – ha affermato D’Angiolella – è costituito dalla traslazione acritica di norme dissonanti o comunque residuali rispetto all’ordinamento vigente”. Il riferimento è in particolare al “mantenimento di riferimenti alle norme disciplinanti le modalità di accesso al processo tributario con modalità cartacea, lasciandone invariato il contenuto, con l’effetto di lasciare intendere che si tratti della regola generale da rispettare, nonostante che per i ricorsi notificati dal 1° luglio 2019 sia diventato obbligatorio il processo tributario telematico”. “Per favorire la chiarezza e la coerenza della disciplina – ha aggiunto – il testo unico avrebbe dovuto dare preminenza alle disposizioni che, dal luglio 2019, impongono l’utilizzo della telematica per l’accesso alla giustizia tributaria, riservando invece a quelle, ormai eccezionali e derogatorie, relative alla modalità “cartacea” un ruolo puramente marginale, pur senza espungerle dal riformulato corpus normativo”.
Un’ulteriore esigenza di coordinamento è stata segnalata dalla categoria con riferimento alla riproduzione nel Testo Unico delle norme procedimentali sulle “nullità” degli atti di accertamento per difetto, ad esempio, di motivazione o di sottoscrizione, che, anche “alla luce della nuova disciplina dei vizi degli atti tributari introdotta dalla riforma dello Statuto del contribuente, sono invece ipotesi di annullabilità da eccepire a pena di decadenza in primo grado”. Il Consiglio Nazionale ha infine segnalato “l’esigenza di inserire nel testo unico le disposizioni relative alle limitazioni dell’impugnazione della cartella di pagamento per vizi di notificazione, come recentemente modificate dal decreto delegato sulla riforma della riscossione”.
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti
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