Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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VENDETTA CONTRO IL SUPERBONUS.

Per chi ha ristrutturato con i bonus saliranno le rendite catastali, mezzo milione gli immobili interessati. Arrivano le prime conferme: aumenteranno le accise sul diesel e il pil fallirà l'obiettivo dell'uno per cento. Infine, le promesse: "Taglieremo le spese, non quella per la sanità".

VENDETTA CONTRO IL SUPERBONUS.

Nuova batosta per chi ha usufruito del Superbonus. Sono in arrivo controlli sull’effettivo aggiornamento dei valori catastali per chi ha beneficiato della maxi-agevolazione edilizia e le sue sorelle – come il bonus facciate – pensate dal governo Conte-due per rilanciare le costruzioni dopo il Covid e i cui costi sono andati fuori controllo fino a superare i 219 miliardi. Ma cosa vuol dire aggiornare le rendite catastali? Vuol dire un aggravio dell’Imu per chi ha ristrutturato la seconda casa, mentre chi ha usato il Superbonus per la prima casa vedrà aumentare i valori dell’Isee, l’indicatore di ricchezza che dà accesso a bonus e servizi.  L’aggiornamento è qualcosa che per legge va fatto dopo le ristrutturazioni e a questa disposizione si appiglia il Mef, spiegando di voler dare attuazione a una norma che già esiste, ma non è ancora stata applicata. Le rendite per gli immobili ristrutturati con il bonus saranno quindi riviste, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti a deputati e senatori delle commissioni Bilancio per illustrare il Piano strutturale di medio-termine, il documento da inviare a Bruxelles nel quale è delineato il percorso di aggiustamento dei conti pubblici nei prossimi sette anni.

Il titolare del dicastero di Via XX Settembre non è mai stato un fan del Superbonus. Nell’ultimo anno non ha risparmiato stilettate, critiche aperte e soprattutto in primavera, ha lasciato cadere la tagliola sulla misura, per contenere l’impatto su deficit e debito. Non sarà comunque un aggiornamento generale dei valori di mercato. Quello lo chiede da tempo la Commissione europea e neppure in questo piano entrerà tra le riforme indicata dal governo. Il ministro intende attuare due norme rimaste finora lettera morta. L’intervento vuole far emergere le case fantasma, oggi fuori dagli archivi, e soprattutto precisare che chi fa le ristrutturazioni edilizie deve aggiornare i dati catastali. “Andremo a verificare se l’hanno fatto”, ha chiarito Giorgetti. Per i proprietari che hanno sfruttato il 110% è l’ultima mazzata in ordine di tempo, mentre esodati e imprese cercano di strappare alcuni correttivi alla stretta impressa ad aprile sullo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito d’imposta generata dai bonus, i due meccanismi che hanno alimentato il ricorso all’agevolazione edilizia.

Gli edifici coinvolti dalla possibile «nuova tassazione» sono quasi mezzo milione: secondo i dati più recenti Enea a settembre erano 496.315 (di cui 245mila immobili unifamiliari) gli edifici interessati dai lavori di efficientamento energetico, con 122 miliardi di investimenti totali. E’ stato completato il 96,1% degli interventi. A questi dati si aggiungono i numeri dei tanti bonus edilizi che con la cessione del credito e lo sconto in fattura hanno visto nei passati anni una stagione boom.

Su ammontare e contenuti della manovra il ministro non è invece entrato i dettagli oltre quanto già detto in precedenti occasioni. Sarà reso strutturale lo sgravio contributivo per i dipendenti fino a 35mila euro; sarà prorogato l’accorpamento a tre delle aliquote Irpef e sarà finanziato il Sistema sanitario nazionale. La sanità sarà anzi l’unico comparto a non subire tagli. Tutti gli altri ministeri dovranno fare i conti con una riduzione delle spese. Anche perché le nuove regole europee e l’impegno a tornare entro il 3% di deficit già nel 2026 non permettono di scialacquare risorse. Poche le altre precisazioni. Fa eccezione il chiarimento su cosa intende il governo per allineamento delle accise di gasolio e benzina. Le seconde scenderanno, le prime saliranno. Una manovra che ha già portato gli autotrasportatori a minacciare blocchi lungo la penisola. Il livellamento sarà graduale e  terrà conto delle esigenze di alcune categorie, ha messo le mani avanti il ministro.

Alla fine Giorgetti ha anche dovuto ammettere la difficoltà ad arrivare all’1% di crescita nel 2024 Effetto della “correzione meccanica al ribasso” del pil già acquisito dopo l’ultima revisione Istat. La sostanza è tuttavia che anche il ministro dell’Economia deve dare ragione alle perplessità della Banca d’Italia, che alla vigilia dell’audizione in Parlamento del titolare del Mef, indicava a 0,8% l’espansione economica italiana e che per gli anni successivi evidenzia i rischi anche di “piccoli scostamenti”. In ogni caso “i nuovi dati trimestrali, pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti”. E siccome la speranza è sempre l’ultima a morire in Via XX Settembre considerano “probabile” una revisione al rialzo sia dei dati 2023 sia di quelli dell’inizio 2024, con quindi revisioni successive.

di Andrea Pira su Huffpost

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