Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Il Futuro della Professione visto dai Giovani Commercialisti.

Nel 2009, dati Eurostat, l’Italia aveva l’incidenza di liberi professionisti più elevata in Europa, nel 2022 l’Italia è scesa al secondo posto.

Il Futuro della Professione visto dai Giovani Commercialisti.

Infine, dati Almalaurea, se tra i laureati del 2013, a cinque anni dalla laurea, gli occupati liberi professionisti erano il 22,2%, tra i laureati del 2018, sempre a cinque anni di distanza, quella percentuale è scesa al 18%. Fin qui, però, la demografia c’entra ancora poco. Poiché l’effetto forte del calo dei praticanti avviene proprio mentre i laureati in generale e quelli del gruppo economico in particolare sono in forte aumento.

Ad esempio, negli ultimi dieci anni, i laureati sono aumentati del 22%, mentre quelli del gruppo economico sono aumentati del 32%, mentre gli abilitati complessivi sono diminuiti del 42,3% e gli abilitati alla professione di Commercialista del 45,2%.

In questo scenario, dal 2007 ad oggi, il reddito medio dei Commercialisti è aumentato in valore del 13,7%, mentre il reddito medio di tutti i liberi professionisti di fonte Adepp è aumentato del 12,2%.

Il mercato dei servizi professionali economico-contabili e più in generale della consulenza aziendale è in continua crescita. I dati Istat di contabilità nazionale mostrano come il comparto relativo al mercato dei servizi professionali contabili, legali e di consulenza sia cresciuto dal 2007 al 2022 passando dal 2,9% al 3,2% del totale. Anche la quota direttamente riferibile dai Commercialisti all’interno di tale comparto appare in crescita.

Lo scenario demografico, come è noto, non è favorevole. Pertanto, non è chiaro quanto potrà durare fortemente coinvolta dal processo di riequilibrio che coinvolge un po’ tutto il mercato del lavoro, tra occupazione dipendente e indipendente. Nel corso degli ultimi venti anni, il mondo delle professioni liberali, forte dell’attrazione che ha avuto per molti decenni del secolo scorso, e a causa certamente anche del fenomeno a tutti noto della disoccupazione intellettuale, ha assorbito costantemente l’eccesso di lavoro intellettuale presente sul mercato finché non è iniziato un processo di aggiustamento con espulsione di parte di quella forza lavoro. Questo processo è in pieno svolgimento

e gli albi professionali non sono più in grado di esercitare come prima e pienamente la loro funzione di tutela anche per le continue modifiche in sede europea alle norme che regolano la concorrenza interna.

In conclusione, la professione di Commercialista oggi vive uno strano paradosso. Da un lato, essa beneficia dell’inversione di tendenza che permette di ridurre lo squilibrio sul mercato tra domanda e offerta di servizi professionali che è alla base della forte erosione dei margini almeno degli ultimi decenni, da un altro lato, però, essa soffre il calo di iscrizioni che viene interpretato da molti come riduzione del grado di attrattività della professione e che si traduce, in pratica, nella scarsità di praticanti a disposizione degli studi professionali.

Questo paradosso è riflesso anche nel gap reddituale rispetto all’organizzazione dell’attività professionale. I professionisti che esercitano la professione in modalità esclusivamente individuale mostrano livelli di reddito medio molto più bassi dei loro colleghi strutturati in studi associati o società

tra professionisti. Per questo motivo, la sfida dell’aggregazione diventerà sempre più importante per il futuro della professione

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