Il rapporto n. 25 della Ragioneria generale dello Stato
La RGS ha pubblicato in questi giorni il suo Rapporto n. 25 sulle tendenze di medio – lungo periodo del sistema pensionistico e sociosanitario.
In evidenza
Il box 2.1 di pag. 76 descrive gli effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottato dal 2004 e la sua incidenza sul PIL.
«Box 2.1 – Effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004
Il processo di riforma del sistema pensionistico italiano degli ultimi decenni ha contribuito e contribuisce tuttora in misura significativa a contrastare gli effetti attuali e quelli previsti negli anni a venire della transizione demografica sulla spesa pubblica.
Le figure sottostanti mostrano la previsione della spesa pensionistica in rapporto al PIL a legislazione vigente nel caso dello scenario nazionale e nel caso dello scenario EPC-WGA. Al fine di quantificare l’impatto sulla spesa pensionistica in rapporto al PIL del complessivo ciclo di riforme, a parità di ipotesi demografiche e macroeconomiche, vengono costruiti degli scenari controfattuali che si discostano dalle previsioni di riferimento di questo Rapporto in quanto includono gli effetti della legislazione in ambito pensionistico di volta in volta previgente dal 2004 in poi. Le previsioni a legislazione vigente inglobano gli effetti del D.L. 4/2019, convertito dalla L. 26/2019, della Legge di Bilancio 2022 (L. 234/2021), della Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) e della Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023).
Nel caso dello scenario nazionale, (Fig. A.1), rispetto alle previsioni basate sulla legislazione immediatamente precedente, i suddetti interventi legislativi, per la prima volta dal 2004, hanno determinato un ampliamento della spesa e una retrocessione nel percorso di elevamento dei requisiti di accesso al pensionamento, producendo, nel periodo 2019-2023, una maggiore incidenza della spesa in rapporto al PIL pari in media a oltre 0,4 punti l’anno.
Dal 2024 si evidenzia invece nello scenario a legislazione vigente un’incidenza della spesa lievemente più bassa di circa 0,1 punti percentuali per il restante periodo di previsione con profilo decrescente dopo il 2040. La motivazione risiede principalmente nelle modifiche normative introdotte con la Legge di Bilancio 2023 in materia di indicizzazione delle pensioni per il biennio 2023-2024 e, marginalmente rispetto al lungo periodo, alle modifiche contenute nella Legge di Bilancio 2024, nonché, in misura parziale, nel minore importo medio delle pensioni in pagamento dovuto all’anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti precedentemente in vigore. Considerando l’insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 (L. 243/2004), si evidenzia come, complessivamente, essi abbiano generato una riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari a oltre 60 punti percentuali di PIL, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi sono dovuti agli interventi adottati prima del D.L. 201/2011 (convertito dalla L. 214/2011) e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare riguardo al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 del D.L. 201/2011, convertito dalla L. 214/2011).
Altre Notizie della sezione
Pronta la guida per l’efficienza energetica degli uffici
22 Novembre 2024Da Enea e Assoimmobiliare; rivolta anche ai professionisti.
Cassa Forense dopo la riforma
21 Novembre 2024Le prestazioni in regime di cumulo prima e dopo il 01.01.2025 .
Codice della Strada, riforma a un passo.
20 Novembre 2024Il nuovo testo sarà approvato oggi e potrebbe essere operativo già per le prossime festività natalizie.