Anno: XXV - Numero 237    
Venerdì 27 Dicembre 2024 ore 13:30
Resta aggiornato:

Home » Il fallimento dell’Ocf

Il fallimento dell’Ocf

Rappresentanza dell’Avvocatura Italiana da ricostruire.

Il fallimento dell’Ocf

A Rimini ce ne eravamo accorti. A costo di apparire tristi profeti di sventura, lo scrivemmo anche, uscendo dall’ultima giornata di quel disgraziato Congresso, che vide la nascita dell’OCF: la politica forense è morta oggi.

Era il 2016.

Da allora abbiamo assistito ad una discesa inarrestabile della incidenza della cosiddetta rappresentanza politica dell’avvocatura, che oggi appare almeno evanescente, con deliberati congressuali approvati e subito dimenticati, con un braccio esecutivo (che sarebbe OCF) silente e distante, lontano dalle condizioni e dai reali problemi della categoria.

A Lecce poi abbiamo assistito all’ultimo atto: un Congresso che si dichiara incapace di predisporre una proposta di riforma della legge professionale, demandando ad altri le proprie prerogative, funzioni e competenze, dinanzi ad una platea inconsapevole, disinteressata e inadeguata al ruolo di costituenti.

Dopo quella delibera, il silenzio.

Gli avvocati e le avvocate non hanno saputo e non sanno nulla, perchè nulla è stato comunicato al corpo elettorale, della convocazione di quel tavolo, dei suoi lavori, dell’esistenza o meno, ad oggi , di un testo già elaborato che dovrebbe modificare la nostra vita professionale e i nostri destini: perchè, se qualcuno non se ne fosse accorto, si sta parlando della legge fondamentale che regola la nostra professione, ossia tutti i giorni della nostra vita.

Registriamo invece un’assenza di dibattito, un’assenza di informazione, un’assenza di partecipazione ad un processo che invece avrebbe dovuto generare il massimo coinvolgimento possibile.

A questo punto è necessario porsi un interrogativo: ma funziona questo sistema dualistico di rappresentanza?

Oppure dovremmo iniziare a pensare, come noi stiamo facendo, ad una sua radicale revisione, immaginando una riunificazione delle rappresentanze istituzionali e politiche in un Consiglio Nazionale Forense riformulato, specialmente nel suo sistema elettorale, che andrebbe reso più democratico, e  con una risoluzione definitiva della questione della giurisdizione domestica?

Questi sono temi che necessitano di un dibattito pubblico, che noi vorremmo provocare.

Pensiamo che i tempi siano maturi per avviare questa riflessione, di lanciare con questo post un sasso nello stagno immobile della discussione politica della categoria.

Di Cosimo Damiano Matteucci

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Il “silenzio cafone” della politica.

Il “silenzio cafone” della politica.

20 Dicembre 2024

Il diritto conosce due forme di silenzio, il silenzio accoglimento e il silenzio rigetto, entrambi di facile intuizione, a seconda della reazione della pubblica amministrazione all’istanza di un cittadino.

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.