Appalti, con il decreto fiscale nuovi adempimenti per le imprese
A “Punti di vista” il confronto tra il Presidente De Luca e gli onorevoli Fragomeli (PD) e Osnato (FdI)
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Le nuove norme sugli appalti, introdotte dal decreto fiscale, che obbligano il committente a versare tutte le ritenute fiscali operate dalle imprese appaltatrici, affidatarie e subappaltatrici che fanno largo uso di manodopera e a certificare il versamento attraverso il modello F24 non rispondono alle esigenze del tessuto economico italiano. A evidenziarlo il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, intervenendo a “Punti di vista”, il programma della web tv dei Consulenti del Lavoro, assieme agli onorevoli Gian Mario Fragomeli (PD) e Marco Osnato (FdI) per commentare il provvedimento fiscale che, dopo l’approvazione il voto di fiducia in Parlamento, sarà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale. Secondo De Luca il metodo introdotto dal Legislatore negli ultimi anni è quello di “ribaltare su imprenditori e professionisti un ruolo di controllo che invece dovrebbe appartenere allo Stato, adottando interventi massivi che non premiano l’imprenditore virtuoso, ma al contrario lo riempiono di adempimenti”. Eppure, come rassicura l’on. Fragomeli, il ruolo di controllo del committente sull’appaltatore e subappaltatore “è stato ridimensionato fortemente” rispetto al testo originario. Ma a far discutere sono anche le sanzioni sul contrasto all’evasione fiscale che, seppure ridimensionate nel passaggio alla Camera, prevedono la pena detentiva fino a 8 anni per i reati tributari più gravi. Una “visione sbagliata e contrapposta alla realtà quella che il Governo e la maggioranza hanno del Paese”, ha dichiarato l’on. Osnato.
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