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SI RIAPRONO I TERMINI DEL CONCORDATO?

Esclusa una proroga, il governo starebbe ragionando su una riapertura dei termini del concordato fino a fine anno. Lo confermano fonti parlamentari dopo che l'ipotesi è stata riportata dal quotidiano 'La Repubblica'.

SI RIAPRONO I TERMINI DEL CONCORDATO?

Scaduti venerdì 31 ottobre i termini per aderire al concordato preventivo biennale e in attesa di conoscere tra una decina di giorni i proventi da parte dell’Agenzia delle Entrate, al Mef – scrive il quotidiano – si starebbe valutando l’ipotesi di aprire una nuova finestra per dare un’altra possibilità ai contribuenti che non si sono fatti avanti entro il 31 ottobre. Una soluzione diversa da quella della proroga, un semplice allungamento dei tempi che avrebbe fatto slittare il conteggio delle risorse incassate e quindi il loro impiego. La riapertura dei termini, invece, sgancerebbe la seconda edizione del concordato dalla prima, con scadenze differenti e due diverse tranche di incasso.

L’ipotesi

E l’ipotesi di una riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, all’indomani della scadenza dell’istituto il 31 ottobre, è vista con favore dal Consiglio nazionale dei commercialisti, categoria professionale di intermediari ‘protagonista’ del nuovo strumento ideato dal governo. “Sicuramente – dichiara il presidente Elbano de Nuccio rappresenterebbe un’opportunità per chi non ha avuto il tempo materiale per fare le dovute riflessioni” sulla possibilità, per le partite Iva, di trovare un’intesa col fisco e di versare la somma concordata. Così come costituirebbe una chance per ragionarci su per quanti “hanno aderito frettolosamente”, conclude il vertice degli oltre 120.000 commercialisti italiani.

Tajani

Da parte sua il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani, rimane in pressing: “è fondamentale sostenere il ceto medio. I fondi del concordato preventivo devono essere utilizzati per ridurre l’Irpef”. Lo afferma Tajani rispondendo alla domanda se gli azzurri continueranno a chiedere che nella manovra per il 2025 ci sia un taglio dell’Irpef oltre 40mila euro lordi annui (fino a 50 o 60mila).

Grimaldi

Ma in una nota il capogruppo di Avs nella commissione Bilancio della Camera Marco Grimaldi va all’attacco: “Tra una decina di giorni si saprà esattamente la dimensione del flop del concordato fiscale. Lo abbiamo detto in tutti i modi al ministro Giorgetti: fallirete, dovete fare la lotta agli evasori non a chi paga. Ora rumors parlano di una nuova edizione del concordato da chiudere entro l’anno. Il Governo Meloni si vuole candidare al primato dei fallimenti“.

Rtl 102

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