Abbiamo davvero un gemello sconosciuto nel mondo?
Gli scienziati hanno scoperto delle somiglianze genetiche che possono far sì che dei perfetti sconosciuti si assomiglino in modo inquietante.
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Migliaia di persone si sono presentate domenica 27 ottobre al Washington Square Park di New York per partecipare e assistere a quello che è stato promosso come un “concorso per sosia di Timothée Chalamet”. Il caos che ne è scaturito, con tanto di presenza della polizia e dell’apparizione dell’attore in carne e ossa, è stato ampiamente documentato sui social media e molti commentatori hanno avuto da ridire sul vincitore.
Ma perché così tanti ragazzi assomigliano in modo impressionante all’attore rubacuori Timmy? Una ricerca suggerisce che i sosia più convincenti, i doppelgänger di Chalamet, abbiano tratti genetici simili, pur non essendo biologicamente imparentati con lui. Ed è probabile, hanno scoperto gli scienziati, che anche voi abbiate un sosia là fuori.
Ma se qualcuno assomiglia all’attore di Dune e Wonka, significa che ha anche un po’ della sua disinvoltura e della sua presenza scenica?
Manel Esteller, genetista molecolare dell’Istituto di ricerca sulla leucemia di Carreras in Spagna, ha testato le somiglianze genetiche tra i sosia raffigurati nell’affascinante serie del fotografo franco-canadese François Brunelle I’m not a look-alike!, in corso dal 1999.
“Pensò che fossi pazzo perché di solito gli artisti non ricevono chiamate dagli scienziati”, ricorda Esteller. Brunelle ha messo Esteller in contatto con le coppie di “gemelli sconosciuti” delle sue fotografie, provenienti da tutto il mondo, che hanno inviato ai ricercatori campioni genetici sotto forma di tamponi orali. Esteller e la sua squadra hanno impiegato quattro anni per raccogliere e correlare i dati genetici prima di pubblicare i risultati nel 2022.
Per prima cosa hanno identificato quali dei sosia si assomigliavano di più.
“È stato un lavoro molto obiettivo”, spiega Esteller. “Queste persone sono state sottoposte a tre algoritmi facciali, gli stessi usati dalla polizia e negli aeroporti”, e quelle che risultavano indistinguibili dal punto di vista algoritmico dai veri gemelli identici sono state selezionate per ulteriori studi.
I genomi di questa selezione di sosia sono stati confrontati direttamente, insieme ai loro epigenomi (le modifiche chimiche del DNA che ne influenzano l’espressione) e ai loro microbiomi.
La conclusione di Esteller è stata che, mentre i loro epigenomi e microbiomi erano completamente diversi, i sosia non imparentati condividono in realtà parti distinte del loro patrimonio genetico. Ha spiegato che le sequenze genetiche che controllano caratteristiche come la struttura ossea, la pigmentazione della pelle e la ritenzione idrica influenzano l’aspetto del volto umano. Nel genoma umano, queste sequenze includono siti polimorfici, in cui una singola coppia di basi del DNA presenta diverse varianti nella popolazione – e i sosia condividono le stesse variazioni.
I confronti genetici hanno assicurato che gli “ultra-simili” studiati non erano affatto imparentati e che le loro somiglianze nell’aspetto e nel genoma erano puramente casuali. In definitiva, sottolinea Esteller, ci sono solo tanti modi per mettere insieme un volto umano.
“Ci sono così tante persone al mondo in questo momento, che alla fine ci si aspetta che ci siano persone che condividono un numero maggiore di varianti [genetiche]”, ha spiegato.
Dimostrando che le persone che si assomigliano condividono determinati geni, Esteller spera di far progredire la scienza diagnostica utilizzando il riconoscimento facciale per effettuare diagnosi più precoci di malattie genetiche rare nei bambini.
Le basi genetiche della personalità
Un’altra studiosa che ha utilizzato il progetto fotografico di Brunelle come base per un’indagine scientifica è stata Nancy Segal, docente di psicologia presso l’Università della California a Fullerton, dove è direttrice e fondatrice del Twin Study Center. La sua ricerca si concentra principalmente sui gemelli, ma quando è venuta a conoscenza del progetto di Brunelle, ha visto l’opportunità di risolvere un piccolo ma acceso dibattito scientifico.
“Alcuni scienziati ritengono che le somiglianze di personalità dei gemelli non siano dovute alla loro comunanza genetica, ma piuttosto al fatto che le persone li trattano allo stesso modo in base al loro aspetto”, ha spiegato Segal. Se questi critici avessero ragione, “allora questi sosia non imparentati dovrebbero avere la stessa personalità di due gemelli identici cresciuti separatamente”.
L’autrice ha reclutato dei sosia dei soggetti di Brunelle, oltre ad alcune coppie in cui si è imbattuta nella vita reale, nei campus e alle conferenze, e ha sottoposto loro un questionario sulla personalità che misurava apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e stabilità, ovvero i “big five” degli studi sulla personalità. I punteggi ottenuti sono stati confrontati con diversi gruppi di gemelli, compresi quelli cresciuti separatamente.
Con soddisfazione, Segal ha scoperto che i sosia non avevano alcuna probabilità di condividere i tratti della personalità, rispetto ai gemelli che avevano una probabilità statisticamente maggiore di condividere queste caratteristiche.
I sosia non imparentati non si somigliavano minimamente quando Segal ha misurato la loro autostima. “Questi sosia non imparentati erano molto, molto diversi”, ha detto.
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