Sì, Valditara ha torto, ma un po' meno torto
Odissea di una giornata alla ricerca dei dati sulle violenze sessuali in Italia, citati dal ministro.
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Secondo la Polizia, nel 2022 e 2023 il 43% degli accusati di stupro è di origine straniera, ma è lo stesso Viminale ad ammettere che non si può sapere quanti siano gli irregolari (che in Italia continuano a diminuire)
Sono passate più di 48 ore dalla frase più criticata della settimana: quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sulla violenza contro le donne. “Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”, ha detto il ministro, intervenendo alla presentazione della fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, ragazza uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, italiano, figlio di italiani, bianco e di buona famiglia. Le parole del ministro hanno suscitato polemica politica, ma al contempo hanno fatto scattare una curiosità in redazione: sarà proprio così? Ci siamo chiesti. Pochi minuti ed è partito il fact checking. Si pensava potesse durare poche ore. È durato, invece, tre giorni. E, dopo aver incrociato dati, fatto telefonate e cercato risposte arrivate solo in parte, essere entrati in un girone orwelliano la cui soluzione era, in realtà, molto più semplice di quanto pensavamo, siamo in grado di dire che Valditara ha sbagliato, ma non ha tutto il torto che gli era stato attribuito.
Valditara ha sbagliato a chiamare in causa l’immigrazione irregolare per due motivi molto semplici: è impossibile, almeno in questa fase, dire quanti tra gli stranieri che sono accusati di aver commesso una violenza sessuale sono regolari e quanti no. A spiegarlo ad HuffPost sono fonti del Viminale. Il ragionamento che viene fatto è che una classificazione del genere è complessa: un richiedente asilo a cui viene in un secondo momento respinta la domanda d’asilo è da considerarsi regolare, ai fini di questa statistica, oppure no? Per questo motivo, questa divisione nei dati ufficiali non esiste. E non è chiaro da cosa l’abbia desunta il ministro dell’Istruzione. Pare lecito ipotizzare che ricordasse poco bene i dati e abbia generalizzato.
A ciò si aggiunge un altro dato: se gli stranieri regolari aumentano e oggi sono circa 5 milioni, i migranti irregolari in Italia sono in diminuzione. Nel 2023, nello specifico, erano 450 mila, nel 2022 un po’ in più: 506 mila. Più si va indietro, più si vedono numeri alti, fino ad arrivare al 2006, quando erano 760 mila. Anche senza avere dati dettagliati, la statistica suggerisce che a meno persone corrispondono meno reati. Le statistiche del Dipartimento di Pubblica sicurezza riportano peraltro che, all’interno della popolazione straniera, i più accusati di reati contro le donne sono i cittadini rumeni. Che, arrivando da un Paese dell’Unione europea, sono regolari sul nostro territorio per definizione.
Tenendo ben presente questi due punti, possiamo però dire che su un elemento Valditara non ha torto. Stando agli ultimi dati diffusi dal Dipartimento di pubblica sicurezza, nel 2022 sono stati denunciati 5.768 autori di violenza sessuale. In 2.498 casi l’accusato è un cittadino straniero. La percentuale, dunque, è del 43,1%. Una percentuale molto simile – 43,28% – è riscontrabile nel 2023: su 5.832 autori di reato, 2.524 sono stranieri. Di questi due dati il ministro e il governo tutto si sono fatti scudo in queste ultime ore di polemica, tralasciando il fatto che l’equazione straniero uguale irregolare non esiste e non la fa neanche il Viminale.
Questa percentuale – 43% di stranieri accusati di violenza sessuale – a una prima lettura sembrava non combaciare con alcuni report dello stesso Dipartimento di pubblica sicurezza, come questo, in cui dato si abbassa al 28%. L’incoerenza, però è solo apparente: quel 28% è relativo al periodo gennaio-settembre 2022 e si ripete nello stesso periodo del 2023. Oltre a mancare l’ultimo trimestre dell’anno, quella percentuale è una media. Vengono, cioè, messi insieme gli uomini accusati di stalking, di maltrattamenti e anche di violenza sessuale. I primi due reati, però, sono commessi principalmente da italiani. Restando solo sui dati dell’anno scorso notiamo come – secondo i dati del Dipartimento di pubblica sicurezza – nel 2023 gli accusati di maltrattamenti contro familiari e conviventi sono stati 27.659, di questi 7.824 erano stranieri (28,2%), mentre nel caso degli atti persecutori i presunti autori (stalking) sono 18.043, 3.332 stranieri (18,4%). La media tra queste due percentuali e quel 43,1% restituisce un totale di autori di reati contro le donne di origine straniera pari al 29,9%. Un dato che, è ben compatibile con il 28% citato prima, perché negli ultimi tre mesi dell’anno gli autori di reato stranieri probabilmente sono stati un po’ più numerosi dei mesi precedenti.
Incrociare i dati, una volta che il quadro era completo, è stato piuttosto semplice. Così come capire che i dati dei report della Polizia erano corretti tanto quanto i dati diffusi nelle scorse ore. Ci sono volute, però, diverse ore per capire che la differenza tra il 28% diffuso da varie testate, compresa la nostra, e quel 43% diffuso da altri giornali era solo apparente. Abbiamo provato, inizialmente, a chiedere lumi al ministero dell’Interno, seguendo la via istituzionale che immaginavamo più utile quando si chiedono dati precisi. Una telefonata, poi una mail che sapevamo avrebbe richiesto tempi di risposta un po’ lunghi. Nell’attesa, abbiamo pensato di guardare il sito dell’Istat. La ricerca sul portale, in un primo momento, è risultata complicata. Abbiamo pensato, allora, di telefonare. Ci è stato detto di lasciare l’indirizzo email e che la risposta sarebbe giunta a stretto giro. In effetti, è arrivata in pochi minuti: “Non produciamo questi dati”, ci viene detto, inaspettatamente. Nel mentre, però, quei dati li avevamo trovati da soli, su una delle piattaforme Istat. Erano compatibili con quelli usciti sul quotidiano Libero questa mattina, ma non identici: la percentuale di stranieri accusati di violenza sessuale era simile, ma il valore assoluto degli autori di reati diverso.
Nei minuti successivi – ed è giusto sottolinearlo – ci è stato spiegato che la risposta che quel “no” che ci era stato detto dall’Istat era dovuto a un intoppo informatico. Una transizione tra due piattaforme aveva, triste coincidenza, oscurato in queste ore proprio i dati che ci servivano e reso più semplice la ricerca dell’utente di quella dell’operatore. Poco male, tutto sommato, perché li abbiamo recuperati presto. Restava, però, a questo punto – ed era ora di pranzo – un interrogativo. Perché i dati Istat non corrispondono ai dati dei report della Polizia e neanche a quelli che venivano attribuiti al Viminale? Forse erano più aggiornati? Forse parziali? Forse quelli della Polizia non erano consolidati? Una delle risposte è arrivata, anche con un certo grado di precisione, dal Viminale, che ci ha confermato che quel percentuale 43% era frutto delle più recenti elaborazioni della Polizia.
Al perché ci fosse una così grande distanza tra i numeri – 43% di stranieri autori di reati contro le donne e 28% degli stessi – dei report già diffusi dal Dipartimento e quelli divulgati nelle scorse ore ci siamo arrivati dopo circa una giornata di “non so”, “non capisco” e “ti richiamo”. Come? Semplicemente analizzando bene i due report e capendo – elemento che dovrebbe sfuggire a chi li ha redatti – che il 28% indicava una media tra tre reati, il 43% riguardava solo la violenza sessuale.
Per avere una stima finale manca un dato importante: quello delle condanne definitive. Sono aggiornate, sul sito dell’Istat, al 2017. Non si può, quindi, ancora dire quanti dei presunti autori di violenza sessuale – italiani o stranieri – siano stati poi considerati colpevoli.
Quanto alla classificazione tra italiani e stranieri che commettono illeciti contro le donne, un discorso diverso va fatto sul reato di costrizione o induzione al matrimonio, che è un illecito di cui – per ragioni culturali – è più facile che si macchino gli stranieri. Nel 2023 sono stati individuati 33 presunti autori di questo reato, di cui 25 stranieri (75%). Ancora, 128 uomini, di cui 56 stranieri (43,7%), sono stati denunciati o sono sotto processo con l’accusa di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Ultimo promemoria: il dato sulle violenze sessuali restituisce un’incidenza importante di autori di reato stranieri, non si può dire lo stesso per altri reati. Nel 2023, secondo l’Istat, sono state uccise 117 donne. Di queste, si legge in un comunicato dell’istituto, “il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani, il 43,8% delle donne straniere di propri connazionali”. Nessuno, insomma, può dire che i reati contro le donne non vengono commessi da italiani. Nessuno può affermare, però, neanche il contrario
di Federica Olivo su Huffpost
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