"Sta tornando la violenza di piazza, ma il Pd tace"
Il sociologo Luca Ricolfi sulla Stampa commenta la rivolta sociale chiamata da Maurizio Landini: "Mi pare che giochi per sé stesso e per il proprio futuro, non credo che farà a lungo il sindacalista. Le sue parole servono a posizionarsi come guru di una sinistra pre-'89, che aspira a cambiare il sistema, ovvero un intero assetto sociale".
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Luca Ricolfi sulla Stampa ha un’idea precisa sulla “rivolta sociale” chiamata dal segretario della Cgil, Maurizio Landini e associata allo sciopero generale: “Mi pare che giochi per sé stesso e per il proprio futuro, non credo che farà a lungo il sindacalista. Le sue parole servono a posizionarsi come guru di una sinistra pre-’89, che aspira a cambiare il sistema, ovvero un intero assetto sociale. Non ci sarebbe niente di male se non fossimo in un momento in cui torna la violenza di piazza, e il Pd non ha parole forti e chiare di condanna della violenza”.
Una sentenza, per certi versi, perché il saggista torinese non vede lo stato delle cose come Landini. Soprattutto la politica del governo:
“La manovra c’entra poco. Non è stato uno sciopero sindacale, ma politico: è come se fosse andata in piazza l’opposizione. In realtà è una manovra di sinistra o da “destra sociale”, con quasi tutte le risorse a sostegno dei deboli. Sì, perché sostiene il potere di acquisto dei ceti medio-bassi. Non penso però sia efficace sul piano del consenso, visto che si limita a stabilizzare una misura dell’anno scorso”.
Per Ricolfi la gente normale, non ideologizzata, della rivolta chiamata da Landini non sa che farsene:
“Le proteste violente ci sono perché un piccolo segmento della sinistra pensa, o finge di pensare, che esiste un pericolo fascista. Le proteste delle persone normali, invece, ci sono perché l’inflazione ha compresso i salari reali e chi non è ricco non può permettersi di ammalarsi, dato lo stato penoso della sanità pubblica. La gente intuisce che non è colpa del governo in carica, che infatti tiene nei sondaggi, ma è arrabbiata e pretende una soluzione”.
Per Ricolfi gli scioperi sono inutili e Salvini che ha già fatto sapere di bloccare in qualche modo quelli futuri, “è come Landini: pensa molto a gestire la sua immagine, e poco a risolvere i problemi”.
Sulla violenza il sociologo dice:
“In un Paese democratico, nessun governo è davvero in grado di fermare la protesta, anche quando avrebbe il diritto di farlo secondo la legge. Però distinguerei fra la protesta di piazza, che si può solo gestire con prudenza, e le decine di piccole intimidazioni che in questi mesi hanno reso impossibili convegni e manifestazioni. Qui c’è un confine: la violenza che impedisce l’espressione del pensiero è inaccettabile, e un governo democratico non dovrebbe tollerarla. Il problema è che, per difendere la libertà, occorrerebbe anche il contributo dell’opposizione, che sfortunatamente non intende offrirlo. Non ci sono solo i centri sociali. C’è anche CasaPound. Ci sono le decine di migliaia di abitazioni occupate e sottratte a chi ne avrebbe diritto. Per non parlare dei campi rom. Ma il problema è insolubile: quando l’illegalità viene tollerata per decenni, non si può dal mattino alla sera buttare fuori gli occupanti. Nel breve periodo sarebbe già un risultato impedire nuove occupazioni, e intervenire gradualmente su quelle più pericolose per la sicurezza dei cittadini”.
Di Huffpost
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