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La firma online per le liste elettorali alla prova della Consulta

L’udienza di oggi potrebbe rappresentare un altro segmento di riforma contro le limitazioni normative della Repubblica italiana che non garantiscono il pieno godimento dei diritti civili e politici.

La firma online per le liste elettorali alla prova della Consulta

 

Se, come pare sempre più evidente, la politica non attira più l’attenzione del popolo sovrano, il mero lagnarsene non farà affrontare il problema alla radice. La radice è, almeno per quanto mi riguarda, da rintracciare in un sistema intento all’autodifesa da agenti esterni per garantirsi, con alternanze che non sono alternative, la sparizione del potere.

Dopo tutti questi anni, in mancanza di una volontà di autoriforma, occorre che chi ritiene che la partecipazione civica sia lo strumento democratico per eccellenza, si dia da fare per attivare tutti i meccanismi a sua disposizione per suscitare piccole o grandi riforme.

Là dove governo e Parlamento non intendano andare, solo un’opinione pubblica organizzata può portare le istituzioni ad assumersi le sue responsabilità riformatrici. Questo potrebbe essere l’esito dell’udienza di oggi 10 dicembre 2024.

Oggi, infatti, la Corte costituzionale è stata chiamata ad esprimersi sulla possibilità dell’utilizzo della firma online per la presentazione di liste elettorali. Come è noto, dal luglio 2024 è attiva la piattaforma pubblica per sottoscrivere referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare, il Governo però ha ritenuto di non aprirla alla sottoscrizioni digitali nel momento elettorale. Malgrado ripetute sollecitazioni pubbliche, anche il Parlamento ha deciso per il silenzio.

L’udienza della Consulta è stata richiesta dal Tribunale di Civitavecchia a seguito del ricorso di Carlo Gentili, malato di SLA e paralizzato dalla nascita, che nella primavera dell’anno scorso avrebbe voluto sottoscrivere online una lista per le regionali nel Lazio ricevendo un no perché “la legge non lo consente”. La decisione verterà quindi su possibili violazioni dei diritti di partecipazione politica, attiva e passiva, in occasione delle elezioni.

Carlo Gentili è il fratello minore di Marco, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che insieme a Mario Staderini e il movimento Eumans, fondato e diretto da Marco Cappato, negli ultimi sette anni hanno incardinato iniziative pubbliche, giurisprudenziali e nonviolente per ottenere la firma digitale per depositare referendum e leggi popolari e successivamente perché si potessero presentare liste elettorali. Nel 2019 l’Onu aveva messo in mora l’Italia per gli irragionevoli ostacoli creati alla partecipazione civica e politica.

Nel 2022 centinaia di persone si erano rese disponibili a candidarsi nella lista “Referendum e Democrazia con Cappato” per partecipare alle elezioni politiche solo online per sollevare la questione firma digitale. Le sottoscrizioni furono ricevute dalle Corti d’Appello ma rigettate perché la legge non consente la presentazione online di liste.

L’udienza del 10 dicembre potrebbe rappresentare un altro segmento di riforma contro le limitazioni normative della Repubblica italiana che non garantiscono il pieno godimento dei diritti civili e politici enunciati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dalla nostra Costituzione e nell’ulteriore articolazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

L’ articolo 21 della Dichiarazione universale, tra le altre cose, afferma infatti che “La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni a suffragio universale ed eguale, a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione”. L’Onu non è un club di democrazie ma nel 2007 l’Assemblea generale ha proclamato il 15 settembre Giornata mondiale per la democrazia per “incoraggiare i governi a rafforzare e consolidare la democrazia […] per offrire l’opportunità di parteciparvi sollecitando i governi a rispettare i diritti delle persone”.

Marco Pannella, alla cui politica si richiamano le persone coinvolte in quanto in Corte costituzionale il 10, compresa l’avvocata Filomena Gallo in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni, ricordava che la “durata è la forma delle cose”. Una durata non fine a se stessa ma creatrice di occasioni di conquista di riforme di Diritto e libertà. Ai giudici l’ardua sentenza.

Qui le tappe delle azioni che hanno portato in Corte costituzionale la firma digitale per le liste elettorali.

di Marco Perduca su Huffpost

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