Anno: XXVI - Numero 09    
Martedì 14 Gennaio 2025 ore 13:45
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A Torino il problema non sono gli immigrati, ma i violenti di Askatasuna

In seguito alla morte di Ramy Helgani, la solita manifestazione dei collettivi legati al centro sociale, con scontri e feriti. Ogni volta la politica condanna, sempre più flebile, e poi ipocritamente scompare.

A Torino il problema non sono gli immigrati, ma i violenti di Askatasuna

Giovedì sera Torino ha vissuto l’ennesima notte di guerriglia urbana. Questa volta la manifestazione è stata indetta per ricordare Ramy Helgani, il diciannovenne egiziano morto lo scorso 24 novembre a Milano, dopo un inseguimento da parte dei carabinieri. Le indagini sulla morte del giovane sono in corso e, da quanto sta emergendo, la pattuglia dei carabinieri che lo ha inseguito potrebbe avere avuto un ruolo, e bisogna capirne l’entità, nella caduta del motorino sul quale viaggiavano Ramy e un amico. Chi scrive è un garantista, e ritengo quindi doveroso attendere la conclusione del lavoro della magistratura. Tuttavia, qualunque sarà il verdetto, resta un dato irreparabile: la morte di un ragazzo di soli 19 anni.

A Torino, il Collettivo universitario autonomo, legato al centro sociale Askatasuna, ha organizzato una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato circa 500 persone. Manifestare è, e deve rimanere, un diritto fondamentale in una democrazia. Tuttavia, anche questa volta, la protesta ha assunto fin da subito una piega violenta.

Da anni Torino è abituata – forse assuefatta – a manifestazioni promosse da Askatasuna che seguono copioni ormai tristemente noti: scritte sui muri lungo il percorso, bombe carta, pietre, petardi, transenne, uova e bottiglie lanciate contro le forze dell’ordine. Giovedì sera i manifestanti hanno tentato di assaltare prima il commissariato di Dora Vanchiglia, nel cuore di Porta Palazzo, e successivamente la caserma Bergia di piazza Carlo Emanuele.

Il bilancio della notte parla di cinque agenti feriti, mentre il centro città si è risvegliato venerdì mattina ricoperto di scritte, da via Po a piazza Castello, con danni per migliaia di euro che, ancora una volta, ricadranno sulle spalle dei contribuenti torinesi.

Il centro sociale di corso Regina Margherita, occupato illegalmente da oltre trent’anni, continua a essere il punto di riferimento per la pianificazione di azioni illegali e violente. Nonostante ciò, l’amministrazione comunale ha avviato un percorso di istituzionalizzazione del centro sociale, coinvolgendo gli stessi occupanti spesso protagonisti di violenze contro le forze dell’ordine e responsabili di ingenti danni al patrimonio pubblico e privato.

Questa iniziativa di “legalizzazione” solleva molte perplessità. È difficile comprendere come si possa proseguire su questa strada mentre gli attuali occupanti continuano a perseguire la loro visione violenta della lotta politica. Il segnale di cambiamento, atteso da molti sostenitori di questo processo, non è arrivato e probabilmente non arriverà.

Torino, in passato, è stata un laboratorio positivo di lotta sociale. Oggi, però, sembra necessaria un’azione più decisa. Dopo decenni di tolleranza, l’unica strada percorribile è l’acquisizione del centro sociale di corso Regina Margherita al patrimonio pubblico, destinandolo a usi condivisi con la città. Tuttavia, questo non può avvenire in collaborazione con gli attuali occupanti, i cui metodi restano incompatibili con le regole della convivenza civile.

Di fronte a questa ennesima notte di violenza, si impone una riflessione: come è possibile tollerare ancora simili episodi? Quale futuro vogliamo per Torino? La politica appare debole e disattenta, di fronte a queste manifestazioni violente fa sentire la propria, flebile, voce attraverso comunicati di condanna che appaiono più di forma che di sostanza. C’è troppa ipocrisia e scarso coraggio nella condanna delle forze del disordine. Il minuto dopo aver condannato la violenza si ricomincia a fare quello che si faceva prima in attesa della prossima manifestazione e del prossimo comunicato.

di Stefano Esposito su Huffpost

 

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